Porto vecchio senza pace, baretti al contrattacco
Tar Liguria ordina accesso agli atti da parte dei concessionari che si oppongono all’aumento dei canoni previsto dal project finincing
Sanremo. Il tribunale amministrativo regionale della Liguria torna a pronunciarsi contro il Comune di Sanremo e la Porto di Sanremo srl, promotore della riqualificazione straordinaria del Porto vecchio. Ieri, il Tar ha emesso un’ordinanza accogliendo il ricorso presentato da sei concessionari dei cosiddetti “baretti” dell’antico approdo cittadino. Gli esercenti avevano richiesto l’accesso agli atti per visionare il piano economico-finanziario della Porto di Sanremo (società costituita dall’imprenditore dell’energia, Walter Lagorio, poi acquisita dal fondo britannico Reuben Brothers, proprietario di Portosole ndr), che prevede, come elemento cruciale per la sostenibilità economica dell’operazione, un adeguamento dei canoni di concessione agli attuali valori medi del mercato immobiliare.
Al centro della disputa vi è la volontà dei concessionari di continuare a corrispondere un canone calmierato a Palazzo Bellevue, decisamente inferiore rispetto ai valori di mercato che, invece, gli altri imprenditori sanremesi devono sostenere per esercizi simili situati in proprietà private. Nel piano economico del project financing aggiudicato ad aprile, la Porto di Sanremo srl ha previsto di applicare ai locali – una volta ristrutturati a proprie spese -, valori di locazione basati sulle quotazioni dell’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi), pratica che gli esercenti ritengono eccessivamente onerosa.
I giudici amministrativi hanno dunque stabilito che il Comune dovrà rendere accessibile ai ricorrenti la documentazione finanziaria e progettuale relativa alla concessione, poiché le informazioni contenute nel Pef potrebbero influire sulle condizioni di affitto dei chioschi. Il Tar ha ordinato all’Amministrazione di esibire la documentazione richiesta entro trenta giorni, evidenziando che l’accesso a tali documenti risponde a un’esigenza difensiva degli esercenti, interessati a verificare le stime e le motivazioni dietro i canoni proposti. I titolari dei baretti sperano di conservare le attuali condizioni economiche per i loro locali, nettamente più favorevoli rispetto alle previsioni della nuova convenzione che sarà stipulata prima dell’avvio dei lavori tra il Comune e la Porto di Sanremo.
Si legge nel dispositivo del Tar: “Nella fase della procedura di project volta alla definizione delle modifiche da apportare al progetto della proponente, Porto di Sanremo s.r.l. si è opposta alle variazioni che, su impulso degli esercenti, il Comune le aveva richiesto, con particolare riguardo alla fissazione di canoni in misura pari a quelli praticati dall’ente pubblico per attività similari, nonché alla previsione di una durata delle locazioni commerciali idonea a garantire l’ammortamento degli investimenti ed il recupero dei minori guadagni verosimilmente ritraibili durante i lavori. In particolare, la controinteressata ha obiettato che l’applicazione di prezzi inferiori ai valori OMI e la locazione degli immobili commerciali per un periodo superiore al minimo di legge (sei anni rinnovabili) non consentirebbero di assicurare l’equilibrio economico-finanziario del progetto. Dunque, appare evidente che, attraverso l’esame del P.E.F. aggiornato prodotto dalla società in sede di gara, gli operatori economici ricorrenti possono verificare la permanenza o meno delle ragioni di ripulsa delle agognate modifiche”.