L’annosa questione della convenzione Comune – Riviera Shopville torna in consiglio comunale, il dibattito
Respinta la mozione delle opposizioni
Taggia. Oggi consiglio comunale monotematico, convocato su proposta del gruppo consiliare d’opposizione “Progettiamo il Futuro”. Il tema che affronta dall’assise è quello, annoso dal 2002, della convenzione tra il Comune e la società “La Fornace“. Quest’ultima è la responsabile del parco commerciale “La Riviera Shopville” e nel parlamentino tabieso si parla del presunto mancato incasso della penale per il ritardo nella consegna, da parte della Fornace, delle opere pubbliche previste dalla convenzione con l’Ente, nonché sul fatto che, secondo la minoranza, questo avrebbe arrecato un danno economico alle casse municipali. Assente al dibattito il sindaco Mario Conio.
Ecco la mozione presentata da “Progettiamo il Futuro”: “In data 25/07/2024 con delibera n. 131 la giunta comunale ha dato mandato di acquisire le opere pubbliche oggetto della convenzione siglata nei 2002 tra il Comune e la Società La Formace. Il conseguente atto del Notaio del 26/7/2024 ha previsto, inoltre senza che fosse espressamente indicato nella delibera che: “Il Comune di Taggia riconosce espressamente che, a seguito della sottoscrizione del presente atto, la Convenzione Urbanistica, come successivamente modificata ed integrata, deve ritenersi integralmente adempiuta da parte de La Fomace e di SGR, quale società di gestione del Fondo Mercury Nuovo Tirreno, per quanto di competenza” Tutto ciò premesso, si impegna il Sindaco, peraltro in palese conflitto di interessi, e la Giunta a revocare la Delibera n. 131 25/07/2024 con la quale, in fatto e in diritto ha rinunciato all’incasso della penale per il ritardo df oltre sei anni dal termine di consegne delle opere pubbliche, causando un notevole d o economico per le casse comunali”.
IL DIBATTITO
Gabriele Cascino (Progettiamo il Futuro): «Ci siamo interessati a questa convenzione urbanistica e abbiamo già l’anno scorso lamentato perché abbiamo appreso che la convenzione non era stata rispettata. Avevano notato come la convenzione prevedesse un termine temporale entro il quale (sei mesi dal collaudo delle opere aprile 2017) le opere avrebbero dovuto essere trasferite al Comune, al contrario la società avrebbe dovuto pagare una penale. Il termine secondo noi non è stato rispettato, ma la penale non pagata e si tratta di una cifra importante. Questo sarebbe un danno per il Comune, come mancato incasso. Al tempo il consiglio comunale votò contro la mozione che richiedeva il pagamento della penale. La vicenda si è sviluppata, con ulteriore documentazione prodotta dal soggetto attuatore. L’avvocato Genovese (incaricato dal Comune di esaminare la pratica) ritiene che non ci siano gli estremi per il pagamento. I dati cronologici con i quali il legale ha espresso il suo parere si fermano però al 2017 e non individuano una responsabilità del soggetto attuare. Il mancato adempimento però, secondo noi, è imputabile al soggetto privato, che non ha consegnato le opere pubbliche previste, cosa non fatta almeno fino al 2022. Sei era parlato, sempre in consiglio, di quantificare questo ritardo come danno all’ente pubblico. La nostra idea è portare alle casse comunali più soldi possibile. Siamo rimasti sorpresi altresì che il 25 luglio scorso, la Giunta, aveva dato mandato agli uffici di dare corso alle convenzione e di sottoscriverla, il giorno dopo, davanti al notaio. In questo atto abbiamo trovato che, con la consegna degli immobili nel 2022, la convezione era stata rispettata: fatto che impedisce al Comune di richiedere qualsiasi penale per l’avvenuto ritardo. Rinunciando così a dei possibili fondi per le casse pubbliche. E’ secondo noi anche interesse del privato trovare una soluzione».
Espedito Longobardi (vicesindaco): «Ci troviamo a dibattere di un tema già molto esaminato. Si continua a chiedere revoche di delibere di Giunta, quasi a voler far credere che ci si trovi in una situazione di grave irregolarità. Sebbene fossimo certi del percorso da seguire abbiamo chiesto ulteriori delucidazioni, chiedendo anche il parere degli avvocati Ricca e Genovese. Supportati dal lavoro dei nostri uffici, vogliamo lavorare per il bene della comunità. Per quanto riguardo la penale non ci sono ne vinti ne vincitori e vi invito a ritirare la mozione presentata».
Davide Caldani (Progetto Comune): «Parliamo di una questione vecchia di 22 anni, con un buco dal 2017 al 2022. Perché questa inerzia del Comune? Il privato in questi 5 anni ha proposto la consegna delle opere, ma il Comune ha taciuto. Se non avessimo sollevato la questione un anno fa quanto tempo in più ci avremmo messo? Vorrei una risposta a questa inerzia per un problema veramente rilevante».
Longobardi: «Stiamo parlando di un parcheggio che è da 22 nella disponibilità del Comune con le spese di gestione a carico del privato. Questo è anche un motivo per cui si è deciso di rinunciare alla penale (40 mila euro all’anno per 10 anni ndr)».
Chiara Cerri (assessore): «Non sono d’accordo quando si parla di inerzia dell’amministrazione. Tra il 2017 e 2022 ci sono stati anche due anni di Covid, e noi abbiamo continuato a lavorare in videoconferenza tutti i giorni».
Cascino: «L’atto non è stato fatto prima che nel 2017 non aveva ancora il bene e la ottenuto nel 2022. Quelli della Riviera Shopville erano clienti come architetto del sindaco Mario Conio e d è secondo in per questo che si creata la situazione. Non si riesce mai a capire dove inizino gli interessi privati e finiscano quelli pubblici. Ci vuole uno scatto d’orgoglio. Votate come volete».
Giuseppe Federico (Progettiamo il Futuro): «Capisco che l’inerzia possa essere dovuta ad una scelta, perché il privato ha continuato a mantenere i costi di gestione del parcheggio. Ma questo dimostra quanto sia grosso l’interesse del privato. Il Comune non può attendere facendo valutazione di convenienze, il bene deve essere portato a patrimonio. Il bene era si a disposizione degli utenti, ma di utilità incredibile del privato. Prima della convenzione potevamo trattare con il coltello dalla parte del manico, ora non abbiamo più neanche il coltello».
Conclusione del dibattito la mozione viene respinta con i voti contrari della maggioranza.