La provincia di Imperia perde uno degli ultimi partigiani: è morto Stefano Rossi
Figlio di partigiano, aveva raggiunto il padre sulle montagne dopo essere stato deportato con madre e fratellino al campo di Vallecrosia
Sanremo. Si è spento presso la propria abitazione di Sanremo il partigiano combattente Stefano “Nini” Rossi, 96 anni. Ad annunciarlo, a funerali avvenuti per sua espressa volontà, sono il figlio Alessio, la nuora Aglaia e le nipoti Federica e Maria Gabriella.
Nato nel 1928 a Ospedaletti, nel 2016, in occasione del 71° anniversario della Guerra di Liberazione e della Resistenza, insieme ad altri partigiani, ad ex internati nei lager nazisti e ai combattenti inquadrati nei reparti regolari delle Forze Armate, Stefano Rossi era stato insignito della “Medaglia della Liberazione”, concessa dal Ministero della Difesa, e consegnata dall’allora prefetto di Imperia Silvana Tizzano, come riconoscimento per aver rischiato la propria vita per affermare i valori di libertà e indipendenza alla base della Repubblica e della Costituzione italiana.
Durante la guerra, la famiglia Rossi, composta da Nini, i suoi genitori, un fratello maggiore e uno piccolissimo, era sfollata a Molini di Triora, dove il padre, che era un antifascista, aveva nascosto due aviatori olandesi dispersi in valle Argentina. Una persona, sembrerebbe una donna, denunciò la presenza dei due stranieri ai nazifascisti, che oltre a cercare i piloti diedero la caccia anche al padre, che si rifugiò nelle montagne insieme al figlio più grande per continuare la lotta partigiana.
Stefano Rossi era un ragazzino e andava ancora a scuola, così rimase a casa con la madre e il fratellino, fin quando, come rappresaglia, i fascisti lo prelevarono direttamente nell’istituto scolastico e lo portarono nel campo di concentramento di Vallecrosia insieme a mamma e fratello. Una volta uscito, all’età di circa 16 anni, raggiunge il padre sulle montagne per combattere.
Era stato volontario Anpi e Cgil. Con lui se ne va uno degli ultimi testimoni della lotta partigiana in provincia di Imperia.
Lui la mamma e due fratelli, uno più grande e uno piccolissimo, erano sfollati a molini e il papà che era antifascista aveva ospitato due aviatori olandesi che erano dispersi in valle argentina. Lui li aveva nascosti, ma c’è stata la spiata di una donna che aveva sentito parlare straniero, aveva denunciato per riscuotere taglia. Il padre è scappato con i partigiani in montagna, insieme al figlio maggiore. Mamma Nini e fratellino sono rimasti, lui andava a scuola.