Giornata contro la violenza di genere, a Sanremo presidio del Partito Democratico
Organizzato per sabato 23 novembre, dalle 15 alle 19, in corso Matteotti, angolo via Escoffier
Sanremo. Il Partito Democratico di Sanremo organizza per sabato 23 novembre, dalle 15 alle 19, un presidio in corso Matteotti (angolo via Escoffier), di sensibilizzazione contro la violenza di genere e sulle donne, in collaborazione con la Conferenza delle Donne Democratiche del Ponente.
L’iniziativa si inserisce nelle tante manifestazioni e iniziative previste in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne di lunedì 25 novembre, che vede impegnata la società civile, le istituzioni, molte realtà associative e singoli, per quello che ogni giorno sembra diventare un vero e proprio massacro di vite per motivi di sopraffazione, patriarcato, arretratezza culturale, presunzione di possesso perpetrato da maschi sulle donne.
Afferma Francesca Antonelli, segretaria del Circolo di Sanremo del Partito Democratico: «Siamo ancora in piazza per contrastare la violenza di genere e sulle donne. Siamo qui, perché a un anno dall’orribile omicidio di Giulia Cecchettin, uccisa dal fidanzato, un “ragazzo bianco, italiano e per bene” come afferma sua sorella Elena replicando alle ignobili affermazioni del ministro Valditara, che fa becera propaganda politica di destra riconducendo il problema della violenza sulle donne all’aumento dell’immigrazione, crediamo che per ottenere davvero giustizia, per Giulia e per tutte le altre donne uccise in Italia, non bastano il dolore e l’indignazione, non basta una giornata, il 25 novembre, per ricordare».
La dichiarazione si conclude con le parole della segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein: «Non possiamo continuare ad assistere giorno dopo giorno a questa strage. Ora basta. La cultura tossica del patriarcato e della sopraffazione ha attecchito anche nei più giovani. Se non ci occuperemo di educazione al rispetto e all’affettività sin dalle scuole non fermeremo mai questa mattanza. E non basterà mai aumentare solo leggi e punizioni che intervengono dopo le violenze già compiute: serve l’educazione, serve la consapevolezza. Se non si agisce già a partire dalle scuole e nella cultura per sradicare l’idea violenta e criminale del controllo e del possesso sul corpo e sulla vita delle donne, sarà sempre troppo tardi».