Detenuto tenta il suicidio in cella nel carcere di Imperia

14 novembre 2024 | 10:21
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Detenuto tenta il suicidio in cella nel carcere di Imperia

L’episodio si è verificato nella giornata di martedì 12 novembre. Il peggio evitato solo grazie all’intervento della polizia penitenziaria

Imperia. «Ennesima giornata di follia nel carcere di Imperia. Un detenuto italiano psichiatrico di circa 40 anni ha tentato di suicidarsi, verso le 21 di martedì, all’interno della propria cella: solo grazie al tempestivo intervento delle tre unità di polizia presenti in servizio si è evitato il peggio. Trasportato poco dopo in ospedale, è stato trattenuto e tutt’ora si trova assegnato al Reparto Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) dell’ospedale di Imperia». Lo riferisce Vincenzo Tristaino, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che chiede «all’amministrazione penitenziaria un riconoscimento premiale per la professionalità e altruismo dimostrata dai poliziotti intervenuti».

«Il Sappe ricorda che lo scorso settembre, proprio nella struttura di via Agnesi, un detenuto si era tolto la vita. L’uomo, italiano, era nato nel 1977, con una pena brevissima di soli 6 mesi, fine pena a gennaio ’25. Una precedente carcerazione durata un anno tra il 2016 e il 2017 per piccoli reati (furto, resistenza ed altro)».

Per Donato Capece, segretario generale del Sappe: «Ci sono troppi detenuti che presentano problemi psichiatrici. Questa una delle gravi problematiche che al momento interessa le carceri italiane, e purtroppo non risparmia neanche Imperia.Con la scellerata ed improvvida chiusura nel 2015 degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e il passaggio alle Rems, le residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, i posti a disposizione per ospitare i detenuti con questi disagi non sono sufficienti a colmare le reali necessità e per questo molti di loro sono stati rinchiusi nelle carceri.

È così che anche ad Imperia gli agenti della Polizia Penitenziaria, pur non avendo le competenze necessarie, sono chiamati a gestire queste persone con le più svariate problematiche mentali».

«Il leader del Sappe ricorda, inoltre, che “il problema dei detenuti con disagio psichiatrico è la prima e più importante emergenza nazionale nelle carceri italiane. La riforma che ha previsto la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari non ha indicato delle valide alternative, tant’è che è stata bocciata anche dalla Corte costituzionale».

Capece si rivolge in particolare al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo: «Al Capo DAP Russo rinnoviamo l’invito ad incontrare il Sappe per affrontare i temi della gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione istituti, della riforma della media sicurezza. Ma chiediamo anche l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la Polizia Penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato».