Teatro del Casinò di Sanremo, tutti i protagonisti della stagione 2024-2025
Silvio Orlando, Massimo Venturiello, Vanessa Gravina e Giulio Corso, Nancy Brilli, Massimo Ghini, Luca Barbareschi, Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio, Lino Guanciale
Sanremo. Otto spettacoli con una rosa di protagonisti del grande teatro italiano costituiscono la proposta che il Casinò di Sanremo ha preparato per tutti gli appassionati dell’arte teatrale. Dopo l’ottima risposta del pubblico alle pièce della stagione 2023-2024, che riscontrato momenti di overbooking, il Casinò ha preparato un cartellone d’eccezione con testi diversificati e di grande qualità artistica.
La stagione teatrale 2024-2025 inizia domenica 20 ottobre. Il sipario si alza su Massimo Venturiello con l’omaggio a Petrolini, quindi domenica 3 novembre si presenterà al pubblico Silvio Orlando nel testo “La vita davanti a sé”. Domenica 17 novembre chiude il ciclo del 2024 un classico di Agatha Christie “Testimone d’accusa” con Vanessa Gravina e Giulio Corso. A marzo 2025 tre date: martedì 4 marzo Nancy Brilli presenta “L’ebreo”, giovedì 13 marzo Massimo Ghini sarà “Il vedovo” domenica 30 marzo Luca Barbareschi presenta “November. Venerdì 18 aprile Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio interpreteranno “Plaza Suite”. Mercoledì 14 maggio Lino Guanciale chiuderà in bellezza con “Napoleone. La morte di Dio”. Le pieces iniziano alle ore 21.00.
“Con questo nuovo programma di appuntamenti, il Casinò conferma la sua storica tradizione legata al teatro, che affonda le radici nel primo scorcio del secolo scorso: basti ricordare che negli Anni ’30 la direzione artistica fu affidata a Luigi Pirandello. Fin dalla sua nascita, la Casa da Gioco ha sempre assolto anche alla sua funzione di luogo in grado di accogliere e sviluppare eventi, con un’attenzione particolare per la cultura. È importante proseguire questa “mission” ormai ultracentenaria, proponendo pièce e interpreti di assoluto valore per richiamare gli appassionati e al tempo stesso avvicinare chi del teatro conosce ancora poco, in particolare le nuove generazioni. Un impegno che l’amministrazione comunale condivide pienamente“. Evidenzia il consigliere Silvana Ormea.
“Una stagione dedicata all’originalità, creatività e genialità del teatro internazionale, quello che esalta il rapporto con il pubblico, che evidenzia la professionalità degli attori in scena, che emoziona e sa emozionarsi. Lo dimostrano i protagonisti, apprezzati ed amati da pubblico. Uno fra tutti Silvio Orlando che si esibirà per la prima volta nel teatro dell’Opera, dove sono passati nomi come Eduardo, Vittorio Gassman, Carlo Dapporto, come i fratelli Giuffrè. Negli ultimi due anni abbiamo rinsaldato il legame con l’autorevole tradizione teatrale unendo, con un cartellone d’autore, il nostro ai migliori teatri nazionali. Fermamente convinti che l’accesso alla cultura vada incentivato favorendo anche economicamente la più ampia partecipazione degli appassionati e dei più giovani, abbiamo mantenuto i già ridotti costi dei biglietti del 2023 confermando la scontistica applicata e le promozioni indirizzate verso gli studenti e gli insegnanti. Per gruppi di dieci ragazzi accompagnati dal docente il prezzo del biglietto in galleria scende a cinque euro e ancora a quattro euro per gruppi di venti. Sono scelte dettate dalla grande attenzione verso la finalità culturale che esprime la nostra azienda, permettendo di accedere a spettacoli di grande qualità per i protagonisti e i temi affrontati a prezzi accessibili perché estremamente contenuti. “Afferma il Presidente e Amministratore Delegato dott. Gian Carlo Ghinamo con il consigliere del Consiglio di Amministrazione dott. Eugenio Nocita.
Conclude:” Do il benvenuto alle compagnie che si esibiranno nel nostro teatro con pièce che sapranno divertire, commuovere e stimolare la riflessione, come deve fare un’interessante ed importante stagione teatrale. “
Biglietti
- Platea Primo settore € 25,00
- Abbonamento € 180 otto spettacoli €150 sette spettacoli
- Platea secondo settore € 20.00
- Abbonamento € 140 otto spettacoli €120 sette spettacoli
- Galleria € 15.00
- Abbonamento € 100 otto spettacoli € 90 sette spettacoli
- Gruppo di 10 studenti con insegnante costo del biglietto in galleria € 5. ( superiori a 10 € 4).
- Persone fragile con accompagnatore sconto del 50% ad entrambi.
- Associazioni con elenco dei soci presentato dal Presidente € 5 di sconto su abbonamenti. Compagnie teatrali con elenco portato dal rappresentante € 5 di sconto su abbonamenti.
Biglietteria
Servizio di Biglietteria presso botteghino del Teatro nei giorni: – martedì, giovedì, venerdì sabato, dalle ore 16.00 alle ore 20.00.
tutti i giorni, sino al 20 ottobre 2024 dalle h 16.00 alle 20.00 –
nei giorni degli spettacoli previsti in stagione, dall’h 16.00 alle 21.00.
Servizio di prevendita: Compagnia Teatro Dell’albero Biglietteria presso Porta Teatro Casinò di Sanremo tel 0184 595273 (negli orari indicati) Prenotazione libera cell. 347 7302028 e cell 333 7679409 whatsapp.
www.casinosanremo.it
Gli appuntamenti 2024
Domenica 20 ottobre ore 21.00
150esimo dalla nascita di Ettore Petrolini.
Massimo Venturiello in
Chicchignola di Ettore Petrolini
Regia di Massimo Venturiello
con Maria Letizia Gorga,
e (in o.a)
Franco Mannella, Claudia Portale, Carlotta Proietti.
Si può definire “Chicchignola” una commedia contemporanea e tradizionale al tempo stesso. Non a caso il suo autore è stato spesso associato a Plauto, il più moderno drammaturgo di tutti i tempi. La grande forza di Petrolini, quella che appartiene a una ristrettissima schiera di artisti geniali, sta nel ritrovare terreno fertile in qualsiasi epoca. Avremmo potuto incontrarlo nel teatro dell’antica Roma e al contempo non è inimmaginabile pensarlo, forse addirittura con accresciuta forza innovativa, tra duemila anni accanto a chissà quali nuove forme teatrali. La trama di questa commedia è semplice. Chicchignola, un uomo qualunque che tira avanti vendendo giocattoli da lui stesso costruiti, su un carretto, lungo le strade di Roma, è oggetto di comune derisione. Questa sua passione per palloncini e giocattoli sembra essere espressione di grande ingenuità, se non addirittura di stupidità. Con estrema facilità dunque sua moglie lo tradisce col suo migliore amico, nella convinzione che il marito non riuscirà mai a scoprirlo. Un finale a sorpresa però ribalterà completamente la situazione e i cosiddetti furbi che ronzano attorno al poetico protagonista dovranno ricredersi e confrontarsi con la loro squallida superficialità. Lo spettacolo è stato allestito in occasione del 150° anniversario della nascita del grande Ettore Petrolini.
3 novembre, domenica ore 21.00
SILVIO ORLANDO
La Vita davanti a sé
dal testo “La vie devant a soi” di Romain Gary (Emile Ajar)
riduzione e regia Silvio Orlando
e con Daniele Mutino fisarmonica Roberto Napoletano percussioni Pino De Vivo clarinetto/sax Kaw Sissoko kora/djembe
scene Roberto Crea disegno luci Valerio Peroni costumi Piera Mura
organizzazione Maria Laura Rondanini direzione tecnica Luigi Flammia
datore luci Christian Pizzingrilli fonico Gianrocco Bruno management Vittorio Stasi
NOTE DI REGIA Pubblicato nel 1975 e adattato per il cinema nel 1977, al centro di un discusso Premio Goncourt, La vita davanti a sé di Romain Gary è la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani. Un romanzo commovente e ancora attualissimo, che racconta di vite sgangherate che vanno alla rovescia, ma anche di un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia. Silvio Orlando ci conduce dentro le pagine del libro con la leggerezza e l’ironia di Momò diventando, con naturalezza, quel bambino nel suo dramma. Un autentico capolavoro “per tutti” dove la commozione e il divertimento si inseguono senza respiro. Inutile dire che il genio di Gary ha anticipato senza facili ideologie e sbrigative soluzioni il tema dei temi contemporaneo la convivenza tra culture religioni e stili di vita diversi. Il mondo ci appare improvvisamente piccolo claustrofobico in deficit di ossigeno. I flussi migratori si innestano su una crisi economica che soprattutto in Europa sembra diventata strutturale creando nuove e antiche paure soprattutto nei ceti popolari, i meno garantiti. Se questo è il quadro quale funzione può e deve avere il teatro. Non certo indicare vie e soluzioni che ad oggi nessuno è in grado di fornire, ma una volta di più raccontare storie emozionanti commoventi divertenti, chiamare per nome individui che ci appaiono massa indistinta e angosciante. Raccontare la storia di Momo’ e Madame Rosa nel loro disperato abbraccio contro tutto e tutti è necessario e utile. Le ultime parole del romanzo di Garay dovrebbero essere uno slogan e una bussola in questi anni dove la compassione rischia di diventare un lusso per pochi: BISOGNA VOLER BENE
Domenica 17 Novembre, ore 21.00
Testimone d’accusa
con VANESSA GRAVINA GIULIO CORSO
e con la partecipazione straordinaria di PAOLO TRIESTINO
di Agatha Christie
traduzione di Edoardo Erba
regia GEPPY GLEIJESES
con
MICHELE DEMARIA ANTONIO TALLURA
SERGIO MANCINELLI BRUNO CRUCITTI GLORIA SAPIO
FRANCESCO LARUFFA ERIKA PUDDU LORENZO VANITÀ
scene ROBERTO CREA costumi CHIARA DONATO
artigiano della luce LUIGI ASCIONE musiche MATTEO D’AMICO
direttore di scena COSIMO MIRANDA
distribuzione MARIANGELA DE RICCARDIS consulenza generale MARIANO ANAGNI
Lo spettacolo è dedicato alla memoria del maestro GIORGIO FERRARA
Esiste la “commedia perfetta”? Forse sì. Secondo alcuni critici è “Il matrimonio di Figaro” di Beaumarchais, secondo altri è “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde. Sul più bel dramma giudiziario però non ci sono dubbi: “Testimone d’accusa” di Agatha Christie. Il gioco non verte tanto sulla psicologia dei personaggi (ci aggiriamo tra simulatori occulti, assassini, grandi avvocati) quanto sulla PERFEZIONE del meccanismo. È infernale questo meccanismo, con un colpo di scena dopo l’altro, in un crescendo raveliano, una battuta dopo l’altra. E la costruzione “giudiziaria”? Impressionante per precisione e verità, come se l’avesse scritta il più grande giudice inglese del secolo scorso. Lo spunto, come spesso accade nelle opere della Christie, parte dalla storia di una donna tradita dal marito più giovane; ed è uno spunto autobiografico. L’autrice fu tradita dal primo marito (di cui però portò sempre il cognome) e sposò poi un uomo molto più giovane di lei. Ma bastasse questo… Il film capolavoro che ne trasse Billy Wilder era assai liberamente tratto -la Christie lo considerava il miglior adattamento cinematografico della sua opera-. Il testo teatrale è assai più asciutto, non concede tregua alla tensione, affonda come una lama di coltello affilatissima (letteralmente) nella schiena di chi osserva. Considerare la “maestra del brivido” un’autrice di consumo è come valutare Hitchcock un cineasta di serie B. Agatha è un genio e tale per sempre resterà. E qui, più che in Trappola per topi, più che in Dieci piccoli indiani questo diamante luccica in tutto il suo splendore. Naturalmente metterlo in scena richiede un cast di livello superiore e un realismo (non certo naturalismo) rigidissimi. E una dovizia di mezzi scenografici e recitativi. Io l’ho messo in scena con Paolo Triestino, serio attore di lungo corso, con Vanessa Gravina, bella, bravissima e impossibile, Giulio Corso, uno dei migliori dell’ultima generazione, e altri 9 attori, tutti perfettamente aderenti ai ruoli. Per chiudere (ed essere più chiaro) vi anticiperò due particolari: in scena avremo lo stenografo che scriverà -con il particolare ticchettio- tutti i verbali del processo su una macchina stenografica autentica del 1948 (la commedia è del ‘53), i sei giurati saranno scelti tra il pubblico sera per sera, e chiamati a giurare e ad emettere il verdetto. Buoni brividi a tutti! Geppy Gleijeses
2025
Martedì 4 marzo ore 21.00
NANCY BRILLI
L’Ebreo
Di Gianni Clementi
Con NANCY BRILLI
Fabio Bussolotti, Claudio Mazzenga
Scene Alessandro Chiti
Costumi Josè Lombardi
Regia Pierluigi Iorio
L’EBREO di Gianni Clementi Sinossi Con l’entrata in vigore delle leggi razziali italiane, nel 1938, si diffuse, tra gli ebrei, la pratica di intestare a prestanome fidati i propri beni per metterli al riparo da probabili espropri, per poi rientrarne in possesso in tempi migliori. Per questo motivo, Marcello e Immacolata Consalvi si ritrovano ricchi dall’oggi al domani, intestatari di quattro appartamenti e due negozi del loro padrone, catturato e deportato lontano dall’Italia. La fine della guerra coincide con l’inizio dell’attesa per i coniugi Consalvi. L’azione si svolge nel 1956: nevica a Roma e le esitazioni di Marcello, ligio dipendente che mai aveva dubitato del ritorno del padrone, cominciano pian piano a sciogliersi sotto le certezze di Immacolata, sicura invece della sua morte. Proprio mentre si consolida la loro nuova condizione sociale ed economica, dopo tredici anni, il Padrone bussa alla porta per reclamare le sue proprietà. Immacolata, però, non intende rinunciare a quella vita cui, ben presto, si è abituata; convince, dunque, il marito a barricarsi in casa negandosi anche a conoscenti e amici. Sull’orlo di una crisi di nervi, dopo giornate trascorse come reclusi, la donna decide che l’unico modo per porre fine all’incubo sia eliminare l’Ebreo. Da quel momento si succedono i colpi di scena, fino ad arrivare al finale della commedia con un evento tanto imprevedibile quanto inaspettato.
Note di regia L’ebreo è uno dei testi più avvincenti di Gianni Clementi, nel quale albergano diversi temi storicamente legati a un tempo apparentemente lontano che risultano ancora oggi tristemente attuali. Ambientato a metà degli anni Cinquanta, con il dichiarato intento di indagare l’animo umano e il grado di aberrazione al quale si può arrivare pur di non perdere i privilegi acquisiti, parliamo, in fondo, di Denaro (all’alba di quel “Boom” economico che, per certi aspetti, ne rinvigorisce la sacralità), e del Potere che ne consegue e che diventa il “leit motiv” della società degli anni a seguire fino ai giorni nostri. In uno spettro ampio che va dalla commedia alla tragedia, la storia ruota intorno a due figure preminenti: il padrone ebreo, personaggio continuamente citato, mai fisicamente presente in scena ma avvinghiato alla coscienza di Marcello Consalvi, suo fedele ragioniere, e Immacolata, donna bellissima e volitiva, allo stesso tempo cinica e, a tratti, violenta, a sua volta vittima di un’infelicità latente che prova a mascherare con un’ostentata consapevolezza di sé. Il primo concede alla famiglia Consalvi una sorta di “sogno a tempo”, con la speranza di rientrare in possesso dei suoi averi una volta tornato; la seconda afferra quel sogno per cristallizzarne il tempo e farlo diventare solida realtà. Perenne carnefice del marito Marcello, la signora Consalvi (all’apice della scalata sociale ed economica cui da sempre ambisce), non perde occasione per denigrarlo, anche davanti agli amici, buttandogli in faccia continuamente la sua inadeguatezza per la nuova condizione. Con una grande attenzione ai ritmi (serrati e coinvolgenti) e alla musica (che porge il braccio alla prosa e, alle volte, detta i tempi dell’azione scenica), mettiamo in risalto il lato oscuro dei personaggi di una commedia noir che riesce a divertire (per alcune situazioni al limite del grottesco) e creare suspence, regalare sentimenti di tenerezza e finanche indignare (per la meschinità svelata dai personaggi), in una vera e propria ridda di emozioni verso un finale decisamente inatteso.
Giovedì 13 marzo, ore 21.00
MASSIMO GHINI
Il Vedovo
Diretto da
Ennio Coltorti
tratto dal film di Dino Risi
con Massimo Ghini e Riccardo Rossi nel ruolo di Stucchi
Produzione Il Parioli teatro
Spettacolo tratto dal celebre film di Dino Risi. Il commendatore Alberto Nardi è un giovane
industriale romano, megalomane ma con scarso senso degli affari. È sposato con la ricca Elvira
Almiraghi, donna d’affari milanese di successo, abile e spregiudicata, alla quale il marito,
perennemente assediato dai creditori, si rivolge quando ha bisogno di firme per cambiali o nuovo
denaro per le sue fallimentari iniziative. La coppia abita a Milano. Elvira, saggiamente, ha smesso
ormai di sussidiare il marito e, con fare canzonatorio, lo punzecchia chiamandolo “cretinetti”. La
donna, tuttavia, dietro anonimato, presta continuamente denaro al marito, a condizioni usurarie,
tramite il commendator Lambertoni, suo intermediario. Un capolavoro de cinema italiano che
vedeva protagonisti due mostri sacri, Alberto Sordi e Franca Valeri.
Domenica 30 marzo ore 21.00
Luca Barbareschi
in NOVEMBER
di David Mamet
con
Luca Barbareschi
Chiara Noschese
Simone Colombari
Nico Di Crescenzo
Brian Boccuni
regia Chiara Noschese
scene Lele Moreschi
costumi Federica De Bona
luci Francesco Vignati
November è una macchina da guerra di comicità, fatta di continui cambi di ritmi, ripartenze spiazzanti, una pièce per attori equilibristi e funambolici. È una partitura incalzante, giocata con umorismo cinico, di cui solo David Mamet è capace.
È il novembre dell’anno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e le possibilità di rielezione del Presidente in carica Charles Smith sembrano scarse: gli indici di gradimento sono in calo, i suoi soldi stanno finendo e la guerra nucleare potrebbe essere imminente. Il Presidente, però, non sembra avere nessuna intenzione di arrendersi.
Scritto nel 2007, all’inizio della grande recessione, una delle più grandi crisi economiche di sempre, November è uno spaccato ferocemente esilarante di un Paese dove, se è vero che il fine giustifica i mezzi, certamente tutto è possibile quando la sopravvivenza del sogno americano coincide con la propria.
Venerdì 18 aprile ore 21.00
Debora Caprioglio e Corrado Tedeschi
Plaza Suite
di NEIL SIMON traduzione di Roberta Conti
con Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio
e con Gianluca Delle Fontane, Andrea Bezzi e Giulia Galizia
regia di Ennio Coltorti
scena di Andrea Bianchi
“Ah, se queste pareti potessero parlare…!” quante volte l’abbiamo sentito dire o l’abbiamo pensato noi stessi. Beh, Neil Simon l’ha fatto: ha fatto parlare una stanza; una suite dell’Hotel Plaza. Ma qui nel titolo ad essere “protagonista” è una suite (simbolo di successo e appagamento sociale). E le suite, si sa, ne hanno viste di tutti i colori, ma non ne possono parlare; a meno che… non si stia in teatro; dove per loro possano parlare le persone che le hanno abitate. Ma soprattutto che queste persone siano interpretate da attori dal nome sinonimo di bravura e garanzia; come, del resto, quello dell’autore (Simon è l’autore moderno più rappresentato nel mondo.). Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio interpretano tre coppie (diverse), in tre situazioni (diverse), in una suite (la stessa) di un hotel considerato come l’Olimpo: la dimora degli Dei. Lusso, agi, benessere che tuttavia non impediscono imbarazzi, problemi, inciampi. Qui tre coppie diverse, tre problemi di coppia diversi con un unico filo conduttore: una stanza dell’Hotel Plaza di New York. Il primo episodio rappresenta la crisi della coppia che sfocia nel tradimento e nella separazione. I due coniugi si ritrovano nella stessa Suite della loro luna di miele e tentano di rianimare il matrimonio ormai definitivamente spento. Nel secondo episodio la coppia protagonista è clandestina, due vecchi compagni di classe: lui famoso produttore, lei felice “mogliettina-modello” e la stanza è sempre il luogo del loro ritrovo dopo anni. Il terzo episodio è il più esilarante. Una coppia, logorata dal tempo, che tenta di convincere la figlia a sposarsi. Ma il giorno fissato per celebrare le nozze, la promessa sposa si chiude in bagno e non vuole uscire. In una commedia rappresentare l’inciampare di una qualunque persona può già far sorridere ma se questi inconvenienti li vive chi non avremmo mai pensato ne fosse vittima la situazione diventa esilarante. Dietro il puro e alto divertimento assicurato dalle commedie di Simon c’è sempre la dura verità della vita. Una durezza che la saggezza popolare combatteva con il saggio detto: “Canta che ti passa”. Simon sembra dirci invece: “Ridi, ridi, ridi… che ti passa!”. Enni
Mercoledì 14 maggio ore 21.00
LINO GUANCIALE
titolo: NAPOLEONE : La morte di Dio
testo e regia Davide Sacco
da Victor Hugo
con Lino Guanciale
e Simona Boo e Amedeo Carlo Capitanelli
scene Luigi Sacco costumi Daniele Gelsi
aiuto regia Flavia Gramaccioni
organizzazione Luigi Cosimelli
produzione Ilaria Ceci
una produzione LVF – Teatro Manini di Narni
Parigi, 15 dicembre 1840. Sono passati vent’anni dalla morte di Napoleone, ma solo in questa freddissima giornata d’inverno viene concesso alle sue spoglie di tornare in patria e di essere tumulate nella chiesa de Les Invalides. La Francia, per la prima volta, si confronta con la memoria di un imperatore e di un uomo che aveva segnato la storia di una nazione e di un’epoca.
Tra la folla accorsa ad assistere al funerale, anche un giovane Victor Hugo. Ne scriverà in un saggio denso e appassionato.
“Sì, è veramente una festa: la festa di un feretro esiliato che torna in trionfo. La neve s’infittisce. Il cielo si fa nero. I fiocchi di neve lo seminano di lacrime bianche. Sembra che anche Dio voglia partecipare ai funerali”. Partendo dalle parole di Hugo, Davide Sacco costruisce un percorso polifonico sulla morte degli eroi, delle divinità, dei padri.
Lino Guanciale interpreta un figlio che ha perso il padre, forse Napoleone, forse un Dio, forse solo un uomo. Tra la neve che scende e il freddo che avvolge il respiro, si affronta la perdita e la necessaria ricostruzione.