Sgomberato accampamento migranti sul Roja, Medici del Mondo: «Costretti a dormire in mezzo a una strada»

«Chiediamo con forza che queste persone siano prese in carico adeguatamente in centri attrezzati», dichiara l’organizzazione internazionale
Ventimiglia. «E’ in corso da questa mattina lo sgombero da parte della prefettura nella zona del greto sul fiume Roja, unico fragile riparo per decine di persone migranti costrette già a vivere in condizioni disumane, non avendo nessun altro posto dove andare, a cui viene quotidianamente negato il diritto alla sicurezza, all’accesso all’acqua potabile, ai servizi igienici di base e alle cure sanitarie». Lo scrive l’organizzazione internazionale Medici del Mondo.
«Si tratta di persone che per lo più hanno abbandonato l’idea di spostarsi verso altri paesi in Europa e si sono fermati nel territorio di Ventimiglia, alcuni in arrivo dalla zona dell’ex circolo del tennis nella località di Peglia che è stato sgomberato qualche giorno fa, altri, una decina, giunti proprio ieri perché respinti alla frontiera con la Francia, tra questi tre minorenni.
A quanto è stato appurato sembrerebbe che le persone munite di permesso di soggiorno o richiesta di protezione internazionale dovranno lasciare la zona senza sapere dove altro andare. Chi invece è in assenza di documento potrebbe essere spostato in un centro di Taranto.
C’erano già state minacce di sgombero lo scorso giugno da parte del Sindaco con l’obiettivo di garantire la sicurezza degli abitanti di Ventimiglia. Era poi seguito un incontro di confronto con le organizzazioni della società civile presenti sul territorio, tra cui Medici del Mondo, per provare a trovare una sistemazione dignitosa a queste persone all’interno di un percorso di accoglienza. Poi non sono più seguiti altri incontri e a quanto ci risulta solo pochissimi sono stati assegnati ad un Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) mentre tutti gli altri erano ancora in attesa di una sistemazione a causa della saturazione del sistema di accoglienza territoriale.
Nonostante un iniziale tentativo di dare alle persone sotto il ponte un’alternativa abitativa dignitosa, la situazione non si è risolta e lo sgombero lascerà decine di persone senza un seppur fragile riparo, con l’unica possibilità di dormire per strada. Tutto questo senza tener conto delle situazioni individuali e delle fragilità fisiche e psichiche di cui soffrono. Noi di Medici del Mondo chiediamo con forza che queste persone siano prese in carico adeguatamente in centri attrezzati come dovrebbero essere i centri aderenti alla rete SAI per vulnerabili, come previsto dal Vademecum sulle vulnerabilità elaborato e diffuso dal Ministero dell’Interno in aprile 2024», ha dichiarato la dottoressa Maria Cristina Daniele di Medici del Mondo a Ventimiglia.
«Medici del Mondo è presente in Italia e in altri 70 paesi che si occupa di garantire l’accesso alla salute a tutte le persone, a partire dalle più vulnerabili. A Ventimiglia è da anni impegnata in un progetto socio-sanitario per la popolazione migrante e lavora per l’identificazione, segnalazione e presa in carico delle situazioni di vulnerabilità. E’ una delle poche voci che continua a denunciare le condizioni disumane in cui la maggior parte dei migranti è costretta a vivere in quell’area».