Rivieracqua, stop alle maxi bollette di hotel e grandi imprese: rimodulate le tariffe industriali
Decreto firmato dal commissario ad acta Claudio Scajola
Imperia. Rimodulare le tariffe per riequilibrare i costi che, nel recente passato, complice anche il conguaglio necessario per l’adeguamento legislativo alla normativa vigente, avevano fatto schizzare alle stelle le bollette dell’acqua delle imprese. E’ quanto contenuto nel decreto firmato il 24 settembre scorso, e presentato oggi alla stampa, dal presidente dell’Ato Idrico, Claudio Scajola, a seguito di una serie di interlocuzioni con le associazioni di categoria e Rivieracqua, la società che gestisce il servizio idrico imperiese.
Nel decreto, appunto, le tariffe sono state rielaborate, analizzando le oltre 12mila utenze industriali, artigianali e commerciali della provincia di Imperia, in base agli scaglioni di consumo dell’acqua e all’impatto che l’applicazione della tariffa unica ha avuto sulle imprese.
Suddividendole in tre macrocategorie (consumi fino a 700 metri cubi; dai 700 ai 5000 mc e oltre i 5mila mc), attraverso il decreto si è riusciti a stabilire tariffe che non solo Rivieracqua, ma anche il commissario dell’Ato idrico e le associazioni di categoria ritengono essere più eque e giuste per tutti.
In pratica, chi commercialmente consuma meno acqua subirà un leggero aumento in bolletta, ma si eviteranno le stangate a chi ne consuma di più. Secondo una media approssimativa, infatti, chi consuma più di 5mila metri cubi di acqua passerà da una tariffa al mc che da 3,64 euro passa ai 2,58. Leggera diminuzione per la fascia mediana (dai 700 ai 5000 mc): da 2,69 euro a 2,47; e aumento medio di 0,84 euro al mc per chi consuma meno di 700 metri cubi di acqua.
«Dopo molti confronti tra tutte le categorie economiche e la società di gestione, con la supervisione del commissariato dell’Ato idrico per trovare e riformulare le tariffe in maniera tale che non ci fosse un’eccessiva penalizzazione di quelli che consumano di più – sottolinea il presidente dell’Ato Claudio Scajola -. Anche perché non essendoci acquedotti irrigui, consumano acqua potabile a costi elevati: abbiamo bisogno di proteggere il nostro tessuto economico e di non danneggiarlo. Oggi abbiamo presentato la tabella di questa nuova soluzione, con l’accordo complessivo di tutti, che permetterà di avere maggiore serenità».
Ma il problema dell’acqua non è solo quello di quanto cubino le bollette sulle aziende, in special modo sulle grandi strutture ricettive. Lo sa bene Scajola, che aggiunge: «Non possiamo fermarci a questo accordo: dobbiamo ancora proseguire con un compito lungo, difficile, complicato, per garantire l’acqua sempre a tutti a costi contenuti, con un servizio idrico che sia all’avanguardia».
Altra novità che farà tirare un sospiro di sollievo alle aziende, è quella riguardante il tema “scarichi”. Spiega sempre Claudio Scajola: «Anche l’acqua utilizzata per il raffreddamento dei macchinari, prima doveva essere smaltita come rifiuto speciale e quindi con un notevole costo di smaltimento. Abbiamo invece interpretato la norma e fatto un decreto che precisa in maniera chiarissima che se l’acqua utilizzata per scopi di raffreddamento o similari non ha avuto processi di inquinamento può essere smaltita nelle acque bianche come l’acqua piovana che finisce nei tombini».
Altro nodo fondamentale da risolvere, è quello di creare un acquedotto irriguo in modo da non sprecare acqua potabile. «Stiamo facendo partire un progetto di massima per piccoli invasi a scopo irriguo – annuncia Scajola -. Uno siamo riusciti a finanziarlo recentemente, grazie a fondi europei, nella parte alta della valle Arroscia, dove la diga del Ferraia permetterà di servire decine e decine di piccole imprese del territorio. Dobbiamo potenziare in tutto il nostro territorio l’acqua irrigua e non sprecare l’acqua potabile per innaffiare giardini, ortaggi e fiori. Una trascuratezza annosa sul tema dell’acqua che va recuperata».
Soddisfatto il presidente della Camera di Commercio Enrico Lupi: «Nel marzo scorso, Confcommercio, Confindustria, Confartigianato e Cna si sono rivolte a me in qualità di presidente per avviare un’interlocuzione con tutto il sistema che sovrintende la distribuzione dell’acqua. Abbiamo iniziato questa attività con un tavolo di concertazione in cui le associazioni di categoria hanno trovato un’intesa ragionata sulle problematiche con Rivieracqua fino ad arrivare al decreto che riconosce la necessità di rivedere le tariffe con diversi criteri di distribuzione, ma in buona sostanza di vantaggio per le imprese secondo criteri di giustizia».