Processo Aldobrandi, l’ex amante: «Ho avuto timori quando ho saputo che Sargonia era sparita »
Un viaggio a ritroso del tempo dove la testimone racconta la sua relazione con Aldobrandi che all’epoca quando avevano iniziato a vedersi lui si frequentava già con Sargonia
Imperia. Prosegue l’ascolto dei testi davanti alla Corte d’Assise di Imperia, presieduta dal giudice Carlo Alberto Indellicati con a latere la collega Eleonora Billeri, e in video-collegamento dalla Svezia, nel tribunale di Linköping, il processo per omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e soppressione di cadavere, che ha portato alla sbarra Salvatore Aldobrandi. L’uomo, residente a Sanremo ma originario di San Sosti (Cosenza) è ritenuto responsabile di aver ucciso nel novembre del 1995, Sargonia Dankha, 21 anni. Stamattina in collegamento dalla Svezia l’ex amante di Salvatore Aldobrandi dall’estate del 94 al novembre del 95.
Un viaggio a ritroso del tempo dove la testimone racconta la sua relazione con Aldobrandi che all’epoca, pur avendo iniziato a vedersi con la teste, frequentava già Sargonia. Un incontro avvenuto «durante i festeggiamenti del mio compleanno al Maxime (il disco pub di cui era socio Aldobrandi, ndr). Lui è venuto a parlarmi è stato molto gentile e qui è avvenuto il primo contatto».
«Ero amica di Aldobrandi dal 94 al 95- ha raccontato. Eravamo amici ed amanti, ma non fidanzati. Da parte mia era una relazione un po più profonda ma dalla sua non lo so. Era l’estate del 94 e tutto è terminato nel 1995. Dopo un mese dalla nostra rottura ho richiamato Aldobrandi non ci eravamo sentiti da un mese» ma alla fine la testimone e Aldobrandi si rivedono nel novembre del 1995, il giorno prima dell’irruzione della polizia in casa dell’uomo per un fermo relativo proprio alla scomparsa di Sargonia.
In quell’occasione la testimone racconta di aver notato l’assenza di due oggetti: un coltello e un tappeto. «C’era un tappeto sotto il tavolo nel soggiorno a casa di Salvatore – racconta la testimone –ma poi lo ha cambiato e ha preso un tappeto cinese nuovo e prima che sparisse Sargonia era arrotolato vicino alla parete, ma poi è scomparso e il 19 novembre non c’era più». Ma non solo, la testimone ricorda anche che sulla mano di Aldobrandi c’erano dei segni forse riconducibili ad un morso.
«Quella relazione- prosegue la testimone- aveva alti e bassi a volte finiva e poi tornavano di nuovo insieme. Salvatore mi ha detto di essere molto affezionato a Sargonia e avevo capito che era lei la sua preferita. Un giorno sono andata a casa di Salvatore, era all’inizio del nostra relazione e li ho incontrati nella scala, lui e Sargonia ma non abbiamo chiarito in quel momento»ma nel verbale della polizia svedese del 2001 la testimone aveva dichiarato che «più tardi lo stesso giorno incontrò Aldobrandi si era recata al suo posto di lavoro al Maxim per capire chi era quella donna. Aldobrandi mi raccontò che era una donna con cui nel passato aveva avuto una relazione ma che era terminata».
Luci ed ombre, lati e bassi su una relazione avvenuta trent’anni fa dove la testimone ricorda l’imputato come una persona « tranquilla, seria, non molto allegro che non parlava molto, un po riservato» ma nel verbale del maggio nel 2001 aveva dichiarato che «lui era una così una persona detta doppia. Un secondo poteva essere molto cordiale e premuroso e facile con cui averci a che fare e poi dopo poteva cambiare umore era scontroso, irascibile che voleva solo essere lasciato in pace».
Pochi contatti tra la testimone e Sargonia.
«Mi ricordo- ripercorre quei momenti la testimone- che una volta che al Maxim, Sargonia era con Salvatore che le metteva un braccio intorno alle spalle per farmi capire che aveva una relazione con lei» ma nel novembre del 95 come viene riportato nel verbale della polizia «al Maxim, Sargonia e Aldobrandi litigarono e avevo parlato solo una volta con Sarogonia. Piangeva e andai a vedere come stava. Sarongia rispose che piangeva per il fratello morto e quando Aldobrandi vide che stavamo parlavano prese la giacca e se ne andò».
Dopo la fine della loro relazione nei verbali della polizia del novembre del 1995, la testimone aveva raccontato che «dopo aver cambiato casa non si erano sentiti per molto tempo e si era sentita in colpa per essere andata via senza avvisarlo, così lei lo aveva chiamato per dargli il nuovo numero di telefono ma che Aldobrandi non è mai andato a trovarlo nella nuova casa. Ho avuto timori quando ho saputo che era sparita Sargonia».
«Lui-prosegue la testimone- mi ha raccontato che Sargonia era sparita. Le piaceva molto Sargonia, per lui era molto importante ma non so dire il perché, so che Salvatore voleva Sargonia tutto per se, le piaceva perché era molto sensuale, sfacciata e scontrosa», l’ex amante invece, era «troppo gentile ed indulgente».
Punto cruciale della testimonianza quello di capire se la donna avesse mai chiesto ad Aldobrandi della sparizione di Sargonia.
«Lui – prosegue la testimone- era preoccupato per la sparizione di Sargonia e mi ha chiesto se lo ritenevo responsabile della sua sparizione. Era preoccupato perché in giro si diceva che lui l’aveva uccisa e bruciata nelle cantine del Maxime».