Pestaggio di Alberto Scagni in carcere a Sanremo, due detenuti indagati
Chiesto il rinvio a giudizio
Imperia. Tentato omicidio, sequestro di persona, danneggiamenti, incendio e resistenza a pubblico ufficiale: sono i reati contestati, in concorso, dalla Procura di Imperia a due detenuti (un tunisino e un marocchino) che la sera del 22 novembre dello scorso anno, in una cella del penitenziario di Sanremo, massacrarono di botte Alberto Scagni, in carcere per aver ucciso la sorella Alice nel maggio del 2022 a Genova. Per l’omicidio, Scagni è stato condannato a 24 anni e 6 mesi.
Contestualmente alla chiusura delle indagini, il sostituto procuratore Veronica Meglio ha chiesto l’archiviazione in merito ai presunti inadempimenti della polizia penitenziaria, contestati dalla famiglia di Scagni, che in un esposto presentato alla Procura incolpava gli agenti per il tardivo intervento che non avrebbe evitato le gravissime lesioni provocate al giovane.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, però, l’ingresso alla cella era impedito da uno sbarramento ottenuto con materiale di fortuna, come letti e assi di legno, posizionati sull’ingresso. Ma non è tutto. Un detenuto avrebbe gridato agli agenti che se fossero entrati lo avrebbero ucciso. A quel punto, non sapendo quanto tempo avrebbero impiegato nell’irruzione e preoccupati per le condizioni dello stesso Scagni, gli agenti avrebbero preferito agire con cautela.
Nei confronti dei due indagati l’accusa ha già presentato richiesta di rinvio a giudizio.