«Noi unici moderati contro il Toti ter», Orlando chiude a Ventimiglia la campagna per il Ponente
«Perchè la scelta è netta – ha dichiarato – Non è tra centrodestra e centrosinistra, ma tra oligarchia e democrazia. Tra governo di pochi e governo del popolo»
Ventimiglia. «Non c’è democrazia dove c’è corruzione e dove c’è mafia. In un mese e più di campagna elettorale non sono stati in grado di esprimere una parola contro le infiltrazioni mafiose che sono emerse nell’inchiesta che ha riguardato il presidente della Regione. E questo, dobbiamo dirlo con molta nettezza: noi siamo contro l’elezione di Bucci perché siamo contro il terzo mandato di Toti. Dietro Bucci c’è Toti, c’è il suo sistema di potere, c’è il suo disastro amministrativo, c’è la corruzione, il malaffare di questi anni».
Lo ha detto, in una via Hanbury gremita, il candidato presidente del centrosinistra Andrea Orlando, al culmine di un comizio in cui ha toccato i diversi cavalli di battaglia della sua campagna elettorale: sanità pubblica, legalità, politiche sociali e democrazia.
«Perchè la scelta è netta – ha dichiarato – Non è tra centrodestra e centrosinistra, ma tra oligarchia e democrazia. Tra governo di pochi e governo del popolo».
Una campagna «breve ma intensa», l’ha definita l’ex ministro, in cui «mentre cresceva il consenso nei nostri confronti, abbiamo visto salire il nervosismo dei nostri avversari – ha aggiunto – Un nervosismo, una cattiveria, un’arroganza, una aggressività che credo sia la spia di qualcosa di più della paura di perdere. Se perdono si scoperchieranno molti pentoloni che ancora non si sono scoperchiati e quindi, fino all’ultimo, faranno quel che possono fare per cercare di dare dei colpi bassi, per cercare di aggredire, per cercare di sovvertire un voto che ormai si annuncia andare in una direzione: quello della nostra vittoria».
Parlando della coalizione di Bucci, Orlando ha dichiarato: «Hanno mosso grandi forze, grandi risorse: hanno mosso un governo che si è messo in campo, ma il governo non lo potranno usare in questi ultimi due giorni per una ragione semplice: il governo ha raccontato che stava per preparare una manovra di bilancio nella quale avrebbe sterilizzato l’indicizzazione delle pensioni sopra i 1350 euro per aumentare le pensioni minime. Le pensioni minime saranno aumentate di 3 euro al mese. Questo è. Allora voglio dire una cosa: la regione che guideremo integrerà le pensioni minime. Perché dobbiamo aiutare e assumerci la responsabilità che Giorgia Meloni non si è assunta: quella di aiutare le persone che sono rimaste più indietro e che con l’inflazione di questi anni hanno visto sparire una mensilità. Quando si guadagnano 600, 700 euro di pensione vuol dire la miseria totale. E noi vogliamo lottare prima di tutto contro la miseria, perché non è accettabile, in una paese tra i più progrediti e ricchi del mondo».
Tra i «principi fondamentali» che Orlando vuole affermare, c’è il fatto che non esista «prosperità se non è condivisa. Questo significa che la povertà non è una colpa, ma il fallimento della società». E ancora: «Non ci può essere libertà se c’è discriminazione anche soltanto per una ligure o un ligure. Questo significa lottare contro qualunque forma di razzismo, di fascismo, di xenofobia, contro qualunque forma di aggressione nei confronti delle differenze».
Politica della sicurezza. «Vorrei avere l’ex capo della polizia, Franco Gabrielli, nella mia squadra larga del governo della Regione», ha affermato Orlando, ricordando un incontro a Sampierdarena, in cui si è parlato soprattutto dei giovani e si sono toccati temi legati a «fenomeni di carattere sociale, a una scuola che non è in grado di seguire il malessere che si è determinato tra i ragazzi dopo il Covid – ha ricordato Orlando – E ancora ha spiegato che se le città si spengono perché si continuano a creare grandi centri commerciali e i negozi non ci sono più, alla fine inevitabilmente la percezione di insicurezza cresce. Bucci, che evidentemente pensa di saperne più di Gabrielli, ha detto Gabrielli sbaglia tutto».
Il plauso alla magistratura. «Perchè noi non vogliamo cavalcare le inchieste, però dobbiamo anche ringraziare chi applica la legge, perchè siamo arrivati a un punto nel quale difendere la legalità è diventata una colpa – ha detto ancora Orlando – Difendere le regole che presidiano e tutelano interessi di carattere generale è diventata una colpa. Grazie alla magistratura noi oggi possiamo avere una fotografia più chiara di quello che accadeva e di quello che è accaduto e possiamo spiegare che il rischio che un’involuzione, anche nella nostra Regione si determini è molto alto: l’alternativa è chiara, è semplice, è banale, ma importante. Se vogliamo una regione che continui ad essere governata da pochi, ricchi, potenti, tutti uomini, allora bisogna votare per Bucci, che ne è il diretto rappresentante, perché a quei tavoli c’era sempre anche lui. Se vogliamo una Liguria che sia di tutti, che sia in particolare delle persone più deboli, di quelli che non hanno voce, di quelli che hanno più bisogno delle istituzioni democratiche, allora devono votare per noi».
«Noi, unici moderati». «Non ci raccontate la storia dei moderati, ma come si fa a dire che si è moderati poi vai in giro con Vannacci. I moderati siamo noi, perché siamo persone che ascoltano, che si confrontano, che non aggrediscono e, soprattutto, persone per bene».
Sul cavallo di battaglia del centrodestra, le infrastrutture, Orlando ha detto: «Perché se ci tenevano tanto alle infrastrutture in nove anni non ne hanno fatta una? Questa è la domanda».
Poi l’attacco sulla mancata pianificazione, che ha portato a «un utilizzo arbitrario delle risorse e del territorio – ha concluso Orlando, facendo un esempio – Abbiamo un piano regionale dell’energia che è del 2010». E il fil-rouge con il governo: «Se ti chiama la Meloni e ti dice che le serve che piazzi un rigassificatore, rispondi: “che problema c’è, lo mettiamo davanti a Vado Ligure”. E se ti avanza un Cpr lo fai a Diano, tanto lì non c’è nessuno che ti contrasti. Ma su questo si sono sbagliati di grosso».