L’autismo affrontato con serietà mista a leggerezza. Il libro di Silvia Cragnolini
Il cammello vive nello spazio
Sanremo.Il cammello vive nello spazio. Questo il titolo del primo libro di Silvia Cragnolini, insegnante di sostegno di Sanremo, laureata in scienze della formazione primaria. Da almeno 10 anni Silvia si sente dire quanto sia importante lavorare con bambini della scuola primaria con bisogni educativi speciali ed in particolare dello spettro autistico ed ha quindi voluto raccontare la sua esperienza tra le pagine di un libro.
Perchè un libro sull’autismo? «Ho deciso di scrivere un saggio sull’autismo innanzitutto perché mi ha sempre incuriosito e affascinato il delicato argomento, ma anche perché dopo aver letto e studiato molti libri al riguardo e dopo aver scritto perfino una tesi su questo tema mi sono resa conto di aver un grande bagaglio di conoscenze teoriche, ma pochi strumenti pratici. Quando ho iniziato dieci anni fa a lavorare con con bambini autistici, che di autistico hanno soltanto l’attributo per quanto sono diversi gli uni dagli altri, ho dovuto inventarmi delle modalità differenti per interagire e lavorare con ognuno di loro. Così ho deciso di riportare le mie esperienze dirette vissute a scuola in questo testo per rendere accessibile l’argomento dell’autismo a chiunque volesse approfondirlo e fornire esperienze dirette da cui prendere spunto per affrontarne di analoghe con gli stessi mezzi; lo scopo principale del libro è, però, quello di trasmettere agli altri le stesse emozioni bellissime che ho provato io lavorando con questi bambini».
Il cammello vive nello spazio. Da dove nasce questo titolo? «Il titolo “Il cammello vive nello spazio” è una dimostrazione di quanto sia emozionante lavorare con i bambini, perché è proprio una frase stereotipata che ripeteva spesso un mio alunno e che lo faceva ridere molto, rendendo la sua risata contagiosa anche ai compagni e agli insegnanti che gli stavano vicino. Tante volte mi sono chiesta cosa volesse dire con quella frase, ma non sono mai riuscita a capirlo; ho solo cercato di trovare una mia interpretazione personale immaginandomi come si potesse sentire lui in questo mondo, proprio come un cammello proiettato nello spazio».
E’ possibile affrontare l’autismo con una serietà mista a leggerezza? «È possibile affrontare l’autismo con serietà e allo stesso tempo leggerezza laddove si tengono bene a mente le teorie al riguardo ma si mettono da parte per fare spazio alle esperienze concrete che si vivono, in tal caso nel contesto scolastico, con alunni neurodivergenti; questo non vuol dire che si tratti di esperienze sempre “leggere”, ma che toccano da vicino il cuore di chiunque abbia a che fare con questi alunni».
Silvia ha deciso di scrivere questo libro anni fa, diventando nel frattempo maestra, moglie e madre di una meravigliosa bambina di tre anni che l’ha accompagnata dolcemente, mentre era nel pancione, durante la stesura di questo testo. Dopo qualche anno dalla maternità l’autrice ha deciso di pubblicare il suo scritto condividendolo con colleghi, personale socio-sanitario, genitori e anche alunni, rendendolo pubblico a chiunque voglia avvicinarsi all’universo dell’autismo.