Cold Case svedese, un testimone: «Aldobrandi mi disse: Sargonia? Non la troveranno mai»

15 ottobre 2024 | 13:51
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Cold Case svedese, un testimone: «Aldobrandi mi disse: Sargonia? Non la troveranno mai»

Il processo per omicidio continua in video collegamento con la Svezia

Imperia. «Nel 2000 sono stato in Italia e ho incontrato Aldobrandi in un ristorante. Ero con altri due amici italiani che vivono in Svezia. Siamo andati a fare un giro a Sanremo e lo abbiamo cercato nei ristoranti. Ad un certo punto, dopo diversi giri a vuoto, siamo andati in un ristorante e abbiamo chiesto di lui. Un signore ci ha risposto che lavorava lì e che sarebbe tornato nel pomeriggio. Siamo tornati all’ora che ci avevano indicato e lo abbiamo trovato che stava lì a fare le pizze. Quando ci siamo seduti, abbiamo iniziato a parlare di tante cose, e a bruciapelo gli ho chiesto: “Ma tu che cavolo ne hai fatto di lei?” E lui, se ricordo bene, rispose: “non la troveranno mai“. E dopo qualche secondo, aggiunse: “scherzo”».

A parlare è Michele Palumbo, nato in provincia di Potenza, ma residente a Linköping, in Svezia, teste della procura al processo che vede sul banco degli imputati, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e soppressione di cadavere, Salvatore Aldobrandi: il pizzaiolo di 73 anni, originario di San Sosti (Cosenza), da anni residente a Sanremo, arrestato il 17 giugno del 2023 su ordine del gip di Imperia, perché ritenuto responsabile di aver ucciso Sargonia Dankha, 21 anni, di origini irachene, naturalizzata svedese, sparita nel nulla nel primo pomeriggio del 13 novembre del 1995 a Linköping.

Palumbo, in qualità di conoscente di Aldobrandi, era già stato sentito due volte dalla polizia svedese come testimone in merito alla scomparsa di Sargonia: nel 1995, immediatamente dopo i fatti, e nel 2001.

«Ho scoperto da poco che Aldobrandi si chiama Salvatore – ha esordito – Noi lo conoscevamo come Samuel o Samuele, ci incontravamo spessissimo alla discoteca dove lavorava, il “Maxim”. Sapevo che stava insieme a Sargonia: una ragazza mora, più o meno alta un metro e settanta, una bella ragazza, piena di vita, giovane». «Era una coppia che non andava bene – ha aggiunto, rispondendo alle domande del pm Paola Marrali – Perché lui era molto più grande. Ho visto delle scene abbastanza drammatiche: litigavano spesso, si prendevano a schiaffi, a spintoni e sputi pubblicamente, si insultavano a vicenda, una volta addirittura in piazza».