Cold case svedese, sotto la lente di ingrandimento l’appartamento dove Aldobrandi viveva all’epoca dei fatti
Nello specifico il consulente ha spiegato tramite anche il fascicolo della polizia svedese del 1995, l’origine delle tracce di sangue e saliva trovate all’interno dell’abitazione di Aldobrandi
Imperia. È proseguito nel pomeriggio davanti alla Corte d’Assise di Imperia, presieduta dal giudice Carlo Alberto Indellicati con a latere la collega Eleonora Billeri il processo per omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e soppressione di cadavere ha portato alla sbarra Salvatore Aldobrandi. L’uomo, residente a Sanremo ma originario di San Sosti (Cosenza) è ritenuto responsabile di aver ucciso nel novembre del 1995, Sargonia Dankha, 21 anni.
La sessione pomeridiana si è aperta con l’ascolto di un consulente della polizia di stato che lavora in una unità dedicata ai casi insoluti italiani il quale ha spiegato ed analizzato sia l’appartamento dove Aldobrandi viveva all’epoca dei fatti e l’auto che usava la sua ex moglie. Nello specifico il consulente ha spiegato tramite anche il fascicolo della polizia svedese del 1995, l’origine delle tracce di sangue e saliva trovate all’interno dell’abitazione di Aldobrandi , nello specifico due tracce di sangue (sulla parete anteriore della camera, riconducibili a Sargonia) e una di saliva sulla tenda che apparteneva all’imputato anche se non si sa come siano state prodotte.
«Il contatto con la Procura di Imperia- ha spiegato il consulente- è avvenuta nel gennaio dello scorso anno con un cd rom contente delle informazioni di carattere investigativo dell’epoca, un fascicolo fotografico del sopralluogo dei tempi. Tracce ematiche trovate nella camera da letto e delle due piccole tracce di sangue trovate nella camera da letto. Da un punto di vista di categoria, si possono distinguere tra tracce passive, macchie di sangue che segue la gravità, tracce per trasferimento contatto in contatto con una o più superfici a contatto con il sangue, e la terza sono quelle per impatto e proiezione».
«Ho visionato le foto dell’epoca effettuate dalla polizia svedese- ha spiegato il consulente- con una ripresa della strada con il palazzo. Varcata la soglia, si trova un piccolo corridoio e la camera di interesse e poi un controcampo destra entrando un bagno e nella foto c’è una una freccia che indica una traccia di sangue. Nella ripresa generale della camera da letto, sono indicate con due frecce piccole macchie di sangue e un’altra che indica una traccia di saliva che analizzata viene attribuita ad Aldobrandi mentre le traccia di sangue analizzate con il DNA vengono attribuite a Sargonia. Atre tracce di sangue sono state rinvenute nella macchina, una Alfa Romeo in uso all’ex moglie di Aldobrandi e la mia conclusione è che il sangue di Sargonia dentro la casa di Aldobrandi , sull’autovettura in uso all’ex compagna di Aldobrandi (sul fanale, paraurti e bagagliaio) e anche sangue sulla giacca repertata al momento del fermo c’erano due traccia di sangue della ragazza».
Contestato dall’avvocato della difesa sottolineando che il consulente non avrebbe analizzato «i fascicoli del 2003 e 2005 ma solo quello del 1995».
Slitta alla settimana prossima l’audizione dell’altro consulente richiesto dalla parte civile.