Bordighera, in comune la commissione sul Saint Charles. Trucchi: «Soddisfatto, ma restano dubbi»

8 ottobre 2024 | 14:21
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«Gvm ha investito più di quanto previsto nel contratto»

Bordighera. «E’ stata una commissione molto interessante e ringrazio sinceramente sia il direttore generale di Asl1 che il dottor Bergantino di Iclas. Alcuni dei dubbi che avevo da tempo sono stati risolti, altri secondo me non sono risolti, a partire da questa precisazione a mio parere urgente, di chiarire se il Saint Charles sia un ospedale privato o di un ospedale pubblico a gestione privata, che è una differenza giuridica importante. Siamo rimasti d’accordo con Asl e Gvm che collaboreremo per cercare di migliorare sempre di più questo servizio ai cittadini».

Lo ha detto il consigliere di minoranza Giuseppe Trucchi al termine di una lunga riunione della commissione comunale sull’ospedale Saint Charles di Bordighera che si è svolta presso la sala giunta di Palazzo Garnier.

A intervenire, oltre al consigliere, anche il direttore generale di Asl1 Maria Elena Galbusera e il direttore operativo dell’ospedale Saint Charles Nicola Bergantino, del gruppo Gvm che dal 18 febbraio scorso gestisce l’ospedale di Bordighera. Un ospedale pubblico completamente accreditato da Asl1 ma gestito, come più volte ribadito, dal privato.

A ricostruire l’iter che ha portato all’accreditamento dell’ospedale è stata la stessa dg di Asl1, che ha tracciato una breve cronistoria, spiegando il passaggio dalla gestione dell’azienda sanitaria locale all’attuale gestore privato. «Il passaggio contrattuale ha subito uno slittamento temporale di qualche giorno rispetto alle previsioni iniziali (1 gennaio 2024) – ha detto Galbusera -. L’avvio delle attività è infatti avvenuto il 18 gennaio. I lavori fatti insieme sono stati moltissimi durante la fase propedeutica e preparatoria e stanno ancora continuando». Tra Asl e privato c’è un confronto continuo, ha precisato il dg, per la «programmazione delle attività e di confronto su dinamiche che o ci vengono segnalate o riteniamo di dover discutere con il gestore privato».

E ancora: «L’operazione di accreditamento è stata complessa e ha avuto due momenti fondamentali.Il primo, il 18 gennaio, quando è stato trasferito l’accreditamento da Asl1 a Gvm. Nel mese di settembre c’è stato un nuovo accreditamento per le aree che erano rimaste scoperte. Quindi, ad oggi, l’ospedale di Bordighera è interamente accreditato con i reparti previsti in sede contrattuale e l’aggiunta della terapia intensiva che non era inizialmente inserita nel contratto».

A tracciare una geografia dell’attuale ospedale è stato invece Bergantino, che ha illustrato la struttura ospedaliera, suddividendo il Saint Charles per piani. Al terzo c’è il dipartimento delle chirurgie (ortopedia e chirurgia). «Sempre al terzo piano sussistono le sale operatorie che sono state ammodernate con finanziamento di Gvm e Asl. Soprattutto il terzo piano ha visto importantissimi lavori di ristrutturazione per i quali la direzione generale di Asl ha messo mano ben volentieri. Il tetto dell’ospedale era a travette e tegole, quindi abbiamo bonificato questa parte, l’abbiamo ricostruita e soprattutto abbiamo ricostruito e rimesso in piedi le mura portanti dell’ultimo piano, visto che c’è la terapia intensiva funzionante. Siamo un ospedale a vocazione prevalentemente chirurgica, con un pronto soccorso che nel 2012 era stato degradato a Ppi. Per questo abbiamo dovuto lavorare per ripristinare tutto il necessario e poter, in caso di necessità, attivare tutte quelle procedure per mantenere in vita un paziente. Per creare quella terapia intensiva tra le più moderne per attrezzatura abbiamo prima puntellato il tetto con putrelle d’acciaio».

Al secondo piano c’è il reparto di Medicina. Anche qui sono stati effettuati interventi impiantistici. «Questo reparto collabora con i suoi analoghi negli altri due presidi ospedalieri di Asl1 – ha sottolineato Brigantino – Perchè non siamo un presidio distaccato, siamo un presidio di Asl. La Medicina sta facendo un lavoro molto importante che si intreccia anche con l’Adi (assistenza domiciliare integrata), che è un’eccellenza in questo Ponente». Sempre al secondo piano è presente il reparto di cure intermedie: «Anche questo attivo e a disposizione e come filtro per tutti i pazienti che non possono accedere nell’immediato a cure nelle proprie abitazioni o Rsa. Poi abbiamo fisioterapia», ha aggiunto Brigantino.

Al pianterreno è presente radiologia, «che è stata arricchita da qualche mese di una nuova risonanza che permette una assoluta raffinatezza di esami e di immagini e che oggi ha una lista d’attesa contenuta». E ancora: «Abbiamo in progetto anche di sostituire la Tac che è “anziana”, ma fa ottimo lavoro».

Sempre al piano terra c’è poi il pronto soccorso comprensivo di sei posti per Obi (Osservazione Breve Intensiva).

Retrostante alla struttura principale, è presente la casa di comunità, di competenza Asl, e la dialisi «che non ha mai smesso di funzionare. Ogni giorno vengono effettuate 26 procedure di dialisi, 13 la mattina e 13 il pomeriggio – ha aggiunto sempre il direttore operativo dell’ospedale – La parte ambulatoriale è stata arricchita da endoscopia e dal reperimento di alcune professionalità».

A conti fatti, hanno dichiarato sia Galbusera che Bergantino, il privato ha investito ben più dei 4,6 milioni di euro previsti dal contratto stipulato. «Solo la terapia intensiva di Bordighera a noi è costata esattamente tutto l’investimento previsto – ha specificato Bergantino -. Un altro milione e mezzo di euro è servito per la piattaforma ambulatoriale; mentre la nuova risonanza è costata un altro milione di euro».

Una spiegazione esauriente, che però ha lasciato poco tempo alle domande del consigliere Trucchi, che con non poca difficoltà ha cercato di avere risposte alle segnalazioni avute da medici e professionisti nel settore sanitario.