Assemblea sull’ospedale Saint Charles, il direttore: «Siamo in perdita, ma consapevoli di investire per territorio»
Comitato Saint Charles: «Ospedale salvato da politica e privati dopo che i sinistri ci hanno sinistrato»
Bordighera. «In questo momento il gruppo Villa Maria non sta guadagnando assolutamente nulla. In perdita significa che sono stati fatti degli investimenti, per rappresentare a quella gran parte di cittadini, che non conosce le realtà private e accreditate o che pensa che queste realtà siano semplicemente tipo degli aguzzini o gente che va a cercare soldi o che mette le mani in tasca ai cittadini, che non è affatto così. Noi abbiamo investito e stiamo investendo molti denari, ma con la coscienza che il territorio migliorerà e i cittadini ne avranno benefici e poi l’imprenditoria farà il suo normale corso». Lo ha detto il direttore operativo dell’Ospedale Saint Charles Nicola Bergantino, intervenendo nel corso dell’assemblea pubblica, convocata dal presidente del comitato Saint Charles Donato Basile, per fare il punto sull’ospedale di Bordighera: un ospedale pubblico, come è stato più volte ribadito nel corso degli interventi, ma gestito da un gruppo privato (GVM).
Basile ha introdotto l’assemblea presso la sede della Cri di Bordighera, raccontando gli esordi del comitato, negli anni Novanta del secolo scorso, quando «I sinistri ci hanno sinistrato – ha esordito – Dal punto di vista sanitario ci hanno lasciato in mutande. Erano i tempi di Burlando presidente e Montaldo assessore alla Sanità».
Proprio le battaglie del comitato, insieme a una parte politica e ai sindaci del territorio, hanno salvato l’ospedale. Lo ha sottolineato più volte Basile, così come gli altri intervenuti: dall’attuale consigliere regionale Sonia Viale che, soprattutto nel suo ruolo di assessore alla Sanità della prima giunta Toti, ha avuto una grande parte nel processo di salvaguardia del nosocomio bordigotto. «La salvezza dell’ospedale Saint Charles di Bordighera è l’esempio di un’azione politica concreta che senza ottusità ricorre alla partnership pubblica-privata per dare alle persone risposte nell’ambito del servizio sanitario pubblico – ha detto Viale – Perché, non mi stancherò di dire, che le persone che vanno nell’ospedale di Bordighera non pagano, se non il ticket, come in qualsiasi ospedale pubblico a gestione pubblica. La disinformazione totale operata dalla sinistra che crea allarme e disinformazione è da respingere come falsa. Proprio dove governa la sinistra, infatti, la presenza del privato convenzionato è molto elevata e in percentuali maggiori che in Liguria. È ancora molto vivo il ricordo di quando in Liguria governava la sinistra che aveva chiuso 7 ospedali e declassato pronto soccorso. Le liste d’attesa e la mobilità passiva si affrontano anche con risposte concrete ampliando l’offerta sanitaria pubblica con la partnership pubblico – privato. A Bordighera si sta verificando e i numeri ci stanno dando ragione».
E ancora: i sindaci di Bordighera Vittorio Ingenito e di Vallecrosia Armando Biasi, ora candidato in Regione per la Lega. Sono intervenuti anche l’assessore regionale Marco Scajola e la consigliera regionale Veronica Russo, entrambi candidati per Bucci presidente.
«Il vostro comitato ha sensibilizzato nel tempo un territorio che si stava un po’ addormentato e grazie al lavoro dei sindaci e di consiglieri e assessori regionali è stata fatta una battaglia che ha segnato la storia – ha detto Ingenito – Perché a posteriori, oggi, noi vediamo nella voce di alcuni politici che parlano di difesa del Saint Charles, che all’epoca non erano presenti a fianco del comitato, non c’erano». Non è mancato l’attacco diretto al consigliere di minoranza Giuseppe Trucchi: «Noi abbiamo in opposizione un consigliere che porta una bandiera e a volte trovo l’imbarazzo per quella persona a dover tirare fuori argomenti sull’ospedale, perchè quella persona faceva parte di un comitato all’interno dell’ospedale dove se non si prendevano delle decisioni forse si metteva un timbro sopra».
Tra le iniziative nate durante l’assemblea, c’è l’idea di una commissione che unisca cittadini e direzione dell’ospedale. A lanciarla l’idea di aprire alla cittadinanza, è stato lo stesso Bergantino: «Penso che tutto ciò che è aperto, sia qualcosa di visibile, quindi di positivo. Gli ospedali e le direzioni non sono ambienti chiusi. Nello spirito che caratterizza Gvm, abbiamo sempre avuto una collaborazione attiva col territorio, quindi perché no un comitato che ascolti i cittadini, in un luogo così particolare, come è il Ponente ligure, aiuterebbe molto alla comprensione reciproca e soprattutto al miglioramento continuo dell’ospedale».
Ora che il Saint Charles ha ripreso a funzionare a pieno regime, si inizia a registrare una “mobilità attiva“, con l’arrivo di pazienti da fuori regione, in controtendenza rispetto al passato, quando gli stessi liguri scappavano in cerca di cure: «Quando mi è stato dato che avevamo la possibilità di richiamare pazienti oltre regione avevo qualche dubbio, perché le comunicazioni non sono tra le più semplici – ha detto il direttore operativo -. Eppure noi abbiamo avuto un margine, non importantissimo ma comunque di rilievo, un segnale per noi, di pazienti, che arrivano dalle altre regioni: Piemonte, Lombardia e Toscana. In questo momento, invece, dalla vicina Francia abbiamo un accesso più che altro di pronto soccorso, tantissimi francese. Come ricoveri o trattamenti specifici ancora no».
La consigliera regionale Veronica Russo ha puntato il dito contro chi, anche dopo il passaggio della gestione del Saint Charles al gruppo privato, ha continuato disinformare i cittadini: «E’ vero che abbiamo dovuto molto spesso controbattere a interrogazioni piuttosto che a disquisizioni sul fatto che l’ospedale sarebbe stato privato e non avrebbe garantito un servizio pubblico a tutti – ha detto -. Qui non è una scelta tra pubblico e privato, ma di dare possibilità di curarsi alle persone di questo territorio».
«Oggi il Saint Charles è un ospedale d’eccellenza – ha dichiarato l’assessore regionale Marco Scajola -. Ora sta a noi migliorare dove si può migliorare, in una situazione che è ottimale. La Regione ha preso un impegno economico importante e l’ha finalizzato su questo ospedale. E’ stata una scelta politica, quella di dedicare risorse importanti su questo territorio, in un momento in cui sapete bene che le risorse economiche non sono affatto illimitate, anzi. A Bordighera c’è questo sodalizio forte tra privato e pubblico e quindi possiamo pensare a un servizio pubblico a costo zero per i cittadini».
«Sono qui in veste di sindaco e non di candidato» ha detto il primo cittadino di Vallecrosia, Armando Biasi, che ha voluto con sé anche l’ex collega Gaetano Scullino: Con lui, che era il sindaco dei sindaci, abbiamo fatto i cortei, e non le passerelle elettorali. Noi in realtà ci eravamo assunti il senso di responsabilità dei sindaci e avevamo capito che c’era la volontà di depauperare l’ospedale di Bordighera per chiuderlo. Sonia (Viale) merita un altro applauso perché, salvando l’ospedale, ha lavorato per il Ponente ligure».