Edizione 2024

Riuscita l’ottava edizione della rassegna sanremese “Soleá”

Tre giorni di “viaggio” sulle tracce di Marco Polo, alla scoperta dell’altrove

Sanremo. Marco Polo, il più celebre viaggiatore del mondo, di cui nel 2024 si celebrano i 700 anni dalla morte, non soltanto ha determinato l’immaginario europeo dell’Oriente ma, soprattutto, ha raccontato attraverso il suo Milione, capolavoro assoluto della letteratura di viaggio, reportage di oltre vent’anni di esplorazioni, la necessità dell’uomo di partire alla scoperta dell’ignoto, di incontrare genti dalle diverse consuetudini, di ampliare il proprio orizzonte culturale, di provare stupore ed emozione.

È questo il significato profondo che ha attraversato tutti gli appuntamenti dell’ottava edizione di Soleá, dal suggestivo titolo Un milione di mondi, la rassegna realizzata da CMC/Nidodiragno Produzioni con il prezioso sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Sanremo e la collaborazione del Club Tenco e del Museo Civico.

Tra giorni, dal 13 al 15 settembre, di talk, performance e altre esperienze che hanno accolto un pubblico davvero numeroso, diversificato e soprattutto curioso.

Curioso, il giorno di apertura della rassegna, venerdì 13 settembre, di visitare il Cimitero Monumentale della Foce, luogo di straordinario interesse artistico, poco conosciuto anche dagli stessi sanremesi, che il pubblico di Soleá ha potuto esplorare con la guida di Leo Lecci, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Genova.

Tipico cimitero ligure che guarda al mare, il cui perimetro è delimitato da una serie di arcate, il Cimitero della Foce si sviluppa secondo il modello del cimitero anglosassone, con numerosi elementi naturalistici che rimandano alla tradizione del romanticismo inglese.

Di grande valore artistico la maggior parte delle sepolture, con opere scultoree che rimandano al Liberty sanremese – del quale condividono spesso architetti e maestranze – ma anche al neoclassicismo, all’art nouveau e al simbolismo.

Circa un terzo delle tombe ospitano i tanti stranieri che tra fine Ottocento e inizio Novecento elessero Sanremo e la Riviera quale meta privilegiata. Un carattere cosmopolita e pluriconfessionale che contribuisce a fare di quello della Foce un Cimitero Monumentale davvero unico nel suo genere.

Fra i personaggi sepolti alla Foce anche l’eccentrico pittore e scrittore inglese Edward Lear, disegnatore della Royal Zoological Society e autore del magnifico Book of Nonsense (1846), raccolta di brevi e surreali poesie, da lui stesso illustrate. Versatile e curioso viaggiatore, Lear fu autore di originalissimi carnet de voyage quali Escursioni italiane, Un viaggio in Sicilia e Diario di un viaggio a piedi (che descrive il suo tour della Calabria).

Un pubblico curioso di immergersi, la sera di sabato 14 settembre al Club Tenco, nella musica e nel mondo di Franco Battiato, personalità fra le più libere e originali della cultura italiana, la cui musica ha sempre viaggiato “da Oriente a Occidente”.

“Al suono di cavigliere del Katakali”, questo il titolo della splendida serata in programma al Club Tenco, ha visto protagonisti Stefano Senardi, produttore discografico e amico di lunga data del Maestro e il musicologo Jacopo Tomatis. Grazie ai loro interventi è stato ripercorso non soltanto l’incredibile percorso di Battiato dalla Sicilia alle lontane terre d’Oriente, dal rock progressivo al pop, ma anche la sua straordinaria tensione all’altrove e all’oltre. Il tutto, sempre, nel segno della ricerca e della sperimentazione.

Ad evocare i luoghi e i personaggi iconici delle sue canzoni (la Prospettiva Nevskij, i profughi afghani, il Café de la Paix, i derviches tourneurs) sono state due musiciste di assoluta originalità: la cantautrice e chitarrista Giua e la violinista Anaïs Drago, che hanno rivisitato con arrangiamenti di grande raffinatezza alcune delle indimenticabili canzoni che restituiscono la visione di Battiato dell’Oriente: Voglio vederti danzare e La stagione dell’amore ma anche Sentimiento nuevo e Prospettiva Nevski. E così, incantato dalla loro voce che “come il coro delle Sirene di Ulisse incatena”, il pubblico di Soleá ha intonato insieme a loro il celebre refrain di Centro di gravità permanente: un coro sottovoce, quasi sussurrato, a sottolineare l’atmosfera evocativa e spirituale dell’opera del grande Maestro.

Un pubblico che domenica 15 settembre, giornata di chiusura del Festival, si è lasciato incuriosire dal doppio appuntamento con Syusy Blady – che proprio con Franco Battiato condivise un viaggio in Nepal – artista fra le più poliedriche del mondo dello spettacolo, impegnata per oltre dieci anni nella trasmissione Turisti per caso (nonché anima dell’omonimo sito web, una vera e propria community).

Nel pomeriggio, intervistata dalla giornalista Angela Calvini nel talk “In viaggio con il telecomando”, la Blady ha analizzato forme e contenuti di Turisti per caso, vero e proprio spartiacque nella storia di questo format televisivo.

La sera, l’attrice e conduttrice televisiva ha dato vita alla sua conferenza-spettacolo Il mio “Milione”. Syusy Blady come Marco Polo: una gustosa ricognizione dei suoi viaggi che ripercorre alcune delle innumerevoli tappe del lungo viaggio di Polo, con un interessante focus dedicato alle mappe di navigazione. Mappe che, ben prima della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, rivelavano l’inconfutabile conoscenza del continente americano, rivoluzionando, quindi, le nostre conoscenze “da sussidiario”.

In un mondo sempre più omologato, dove stupore e meraviglia sembrano destinati a scomparire, l’immaginario di Marco Polo, nella traduzione della rassegna sanremese e dei suoi magnifici ospiti, hanno offerto al pubblico l’occasione di meravigliarsi ancora. In attesa della prossima edizione di Soleá.

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