Ottant’anni fa la battaglia di Montegrande: «Importante ricordare per mantenere viva la memoria»
«Ogni battagli è un tassello servito a riconquistare passo dopo passo la libertà nella nostra provincia»
San Bernardo di Conio (Borgomaro). Quando si arriva sul piazzale di fronte al monumento dei caduti partigiani con i volti delle sei medaglie d’oro, il monte silenzioso vigila sulla valle. E pare quasi impossibile che negli stessi luoghi dove ora si alternano ciclisti, motociclisti e semplici vacanzieri in cerca di fresco dalla calura estiva, 80 anni si consumò la battaglia di Montegrande quando il 4-5 settembre del 1944 alcuni giovani partigiani si lanciarono incredibilmente all’assalto dei tedeschi attestati sulla vetta del Montegrande, aiutati anche dai “sanmarchini” precedentemente unitisi ai partigiani che manovrarono il mortaio appostato dietro la chiesa di San Bernardo di Conio, riuscendo ad occupare la sommità del monte, permettendo, al grosso delle forze partigiane, di rompere il terribile cerchio nemico; si concluse, così, senza subire alcuna perdita, una delle più splendide vittorie della Resistenza imperiese. Questa mattina la commemorazione (con anche due mostre fotografiche) alla presenza non solo le autorità militari e civili ma anche politiche della zona. Grandi assenti i giovani di oggi.
«Prima di tutto- spiega Amelia Narciso, presidente provinciale Anpi- bisognerebbero che i ragazzi fossero consapevoli di come sono arrivati a vivere in un mondo che dà tanta libertà, anche la libertà di scegliere di non venire a queste commemorazioni, di ritenerle inutili, noiose o superate. Purtroppo c’è questo atteggiamento della Resistenza, una mancanza di fondamento, di storia, di conoscenza perché non è stata sostenuta abbastanza anche all’interno del l’insegnamento della storia. Purtroppo la storia è stata una materia marginale all’interno dei programmi scolastici, ripetitiva, non sempre è stata valorizzata la parte attraverso la quale si poteva capire come l’Italia è diventata una Repubblica, è diventata democratica e ha avuto una Costituzione che ha costruito questo erano dei giovani come quelli che oggi non ci sono. Erano ragazzi che hanno avuto un coraggio al quale non riusciamo quasi a credere per esempio qui a Montegrande pensare che c’era un’organizzazione, rastrellamento, intenzionalmente volevano eliminare le resistenze dell’imperiese di questa zona e quindi il nemico era armato e numeroso, questo gruppo minuscolo si è prestato a fare di tutto per fermarli dando loro la possibilità ai loro compagni di rifugiarsi nelle giare di Rezzo e poi di raggiungere il Piemonte».
«I giovani d’oggi- conclude la Narciso-godono inconsapevolmente di questa libertà regalata dal sacrificio di tanti che sono rimasti sulle montagne e in tutta Italia come disse Calamandrei non sanno valorizzare, il giusto peso a ciò che hanno»
«Una giornata importantissima- ha spiegato il vicepresidente della Provincia Armando Biasi– noi non possiamo lasciarci alle spalle quello che sono stati gli eventi, complessi, la guerra stessa che proprio in questo luogo il 4 e 5 settembre del 1944 ha visto ragazzi e ragazze che per poter mantenere quell’idea di libertà, di liberazione hanno difeso quello che oggi noi possiamo vivere a pieno, i nostri figli, che è la libertà. Oggi secondo me l’essere presenti qui in rappresentanza dell’Ente, è testimoniare quanto le ricorrenze, le tradizioni ma soprattutto oggi i nostri giovani non hanno a mio parere la sensazione che la libertà che ci viene data di poter svolgere quotidianamente le nostre attività professionali, i nostri hobby, il percorso di studi dei nostri adolescenti, sia nato da queste battaglie. Diventa necessario utilizzare i nuovi strumenti della tecnologia perché questi contenuti, storia e memoria, non vada persa. Anche oggi vedo poca presenza di ragazzi e di giovani che non vuol dire che siano disinteressati perché nel momento in cui interagiamo con loro hanno molta cultura, hanno molti contenuti e conoscono tante situazioni. Il problema è che vedono tutto questo molto distante mentre proprio oggi serve stare più uniti perché vediamo su livelli diversi quanto non parlare più di pace ma parlare di guerra ci avvicina notevolmente alla guerra. Sono fiero di essere qui».
«Credo che sia importante ricordare- ha spiegato il professor Giovanni Perotto oratore della manifestazione- queste iniziative per mantenere viva la memoria di questi episodi, questo di Montegrande è un episodio eroico dove i giovani partigiani per riconquistare Montegrande evitano l’accerchiamento da parte dei tedeschi con grande coraggio e a rischio della loro vita. Ed è uno dei tanti episodi delle nostre valli che dimostrano l’importanza della memoria per ricordare chi ha combattuto per la nostra libertà e democrazia. Il numero delle battaglie nel nostro entroterra è incredibile perché ogni cima, collina, ogni valle ha visto le sue battaglie, piccole o grandi e anche se in questo non ci sono state vittime ognuna è un tassello per la costruzione della libertà, dal piccolo episodio di paese, alla conquista strategica del Montegrande che è davanti a noi sono tutti piccoli tasselli che sono serviti a riconquistare passo dopo passo la libertà nella nostra provincia»