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Mercato coperto, in Comune l’incontro con i commercianti. Il sindaco: «È la nostra Ilva» fotogallery

L'amministrazione attende le prescrizioni dei vigili del fuoco, ma anche se i tempi della riapertura al momento non si conoscono, una cosa è certa: «Lo riapriremo costi quel costi»

Ventimiglia. Bisognerà attendere le prescrizioni dei vigili del fuoco per capire quando poter riaprire, in sicurezza, il mercato coperto di Ventimiglia, danneggiato da un incendio divampato domenica sera nel box numero 38. Le fiamme, oltre a distruggere il banco di ortofrutta, hanno seriamente danneggiato un pilone, determinando un rischio crollo nell’intera struttura. Se le prescrizioni si fermeranno a quanto richiesto nell’immediatezza dei fatti al Comune, il mercato riaprirà a stretto giro. Se invece al Comune venissero richiesti ulteriori lavori da seguire, la chiusura potrebbe protrarsi per mesi, e questo comporterebbe l’adozione di un piano “b” e il conseguente spostamento dei banchi.

E’ quanto emerso, stamane, nell’incontro che si è svolto nella sala consiliare del Comune di Ventimiglia, tra sindaco, giunta e un centinaio di commercianti.

«Ho voluto organizzare questo incontro – ha esordito il sindaco di Ventimiglia Flavio Di Muro – Perché è mia intenzione chiarire quello che è successo, a che punto siamo e quello che faremo. Intanto, simbolicamente vedete intorno a me tutta la giunta comunale: questo sta a significare come la macchina comunale e tutti gli uffici è totalmente dedicata alla questione del mercato coperto. E’ un momento difficile non solo per voi, a cui va la mia vicinanza umana, ma è un momento difficile per tutta la città. Il mercato è come l’Ilva di Taranto. E’ come se fosse chiusa la fabbrica più importante della città. E non siete solo in crisi voi operatori in termini economici, è in crisi economica tutta la città di Ventimiglia. Basta vedere il parcheggio in piazza del comune in questo momento di fine estate per capire quanto sia una ferita al cuore pulsante dell’economia cittadina. Il mercato coperto è il centro pulsante dell’economia, del commercio e del turismo. Riaprirlo è la nostra priorità assoluta, costi quel che costi».

Nel corso del suo intervento iniziale, il primo cittadino ha auspicato che «non ci sia contrapposizione politica». E poi ha aggiunto: «Sono sfortunato, perché sono sindaco da un anno e mi trovo a gestire una problematica ancestrale. Il mercato aveva bisogno di manutenzione da 40 anni. Spero sia stata apprezzata la presenza nostra e dei funzionari all’interno e nei pressi del mercato».

«L’incendio è scaturito nel box 38 – ha spiegato Di Muro alla platea – C’è in corso un’indagine della magistratura quindi non è questa la sede per determinare le cause incendio. Il Comune è parte lesa quanto voi, ma io agisco non tanto quanto proprietario della struttura, che poi è di Civitas, ma in qualità di sindaco che ha competenze in ordine di sicurezza e igiene pubblica». Questo il motivo delle ordinanze. «Quella di chiusura – ha aggiunto – E’ stata presa in conseguenza della relazione dei vigili del fuoco che hanno chiesto ad ASL di verificare salubrità dell’aria e condizioni dei prodotti alimentari. Al Comune sono state chieste due cose: verificare la staticità di un pilone, se è ammalorato e cosa bisogna fare per renderlo sicuro, e verificare l’ impianto elettrico. Su questi aspetti siamo corsi e abbiamo già dei riscontri. Sul pilone avremo le idee chiare tra due e tre giorni».

«Oggi non siamo in grado di dare una data di riapertura del mercato perché dobbiamo capire se i vigili del fuoco si fermano a queste richieste di interventi strutturali oppure se ci sono ulteriori iniziative da parte loro. Abbiamo un foglio di domande dei vigili del fuoco al quale stiamo cercando di rispondere in modo tale da avere un’interlocuzione propositiva e da non farci richiedere un intervento complessivo sulla struttura che durerebbe mesi. Sono andato ieri dal prefetto e ho spiegato che l’indirizzo che si pone questa amministrazione è di riaprire il prima possibile con tutti gli accorgimenti. Ho chiesto al prefetto di intervenire presso il comando provinciale dei vigili del fuoco, in modo che questa emergenza non diventi anche sociale».

«Abbiamo fatto praticamente il possibile per creare una sorta di livello organizzativo – ha aggiunto il vice sindaco e assessore al Commercio Marco Agosta -. Step su step stiamo cercando di capire come aprire il mercato in sicurezza. Il secondo livello è quello di cercare subito un piano B. Ci stiamo già portando avanti, se il primo livello non funzionasse, per avere pronta la soluzione. Come assessore al Commercio sto cercando di valutare un’altra ipotesi. Il primo livello è di mettere in sicurezza la struttura con tutte le certificazioni; il secondo livello, dal basso, è di avere la soluzione pronta giù domattina, ma non abbiamo tempistiche certe. Io sto cercando di capire: quando, perché e come mettere tutto in sicurezza dal punto di vista dell’igiene pubblica, della sicurezza e dei vigili del fuoco».

«Tutti quanti noi abbiamo capito che è una situazione drammatica, nella quale l’impegno del sindaco e dell’amministrazione ci sono stati – ha dichiarato il presidente di Confesercenti Sergio Scibilia -. Credo sia doveroso, nel senso che è il loro dovere, ma lo stanno facendo nella giusta tempistica. Quello che abbiamo chiesto noi è di poter lavorare direttamente. E’ chiaro che ci sono delle difficoltà: non stiamo parlando di spostare il mercato, ma si sta pensando di poter andare a lavorare, fosse anche un’ora al giorno. Perché il problema grosso è che la città rischia di perdere una fetta di clientela appassionata, che se va avanti così per una settimana o venti giorni, si sposta e va da un’altra parte. Oggi dobbiamo pensare a delle soluzioni da buon padre di famiglia: non c’è altro da fare. Ci sono due soluzioni: una sono i tecnici, due è la legge. Per cui il sindaco può far quello che vuole, ma se il vigile del fuoco gli dice di staccare una spina, lui lo deve fare. Dunque, dobbiamo trovare tutte le possibili soluzioni tecniche. Si potrebbe pensare che il formaggiaio faccia una cosa; il fiorista un’altra e chi vende le bottiglie d’olio un’altra ancora. Io direi aspettiamo un attimo per capire, ma bisognerà fare sacrifici diversi».

Tante le domande e le richieste dei commercianti: c’è chi ha chiesto di sospendere il pagamento della Tari e delle altre imposte dovute al Comune e chi invece si è preoccupato di emergenze più contingenti, come quella sul dover staccare la corrente del proprio box o dover trasferire la merce altrove. Per quanto riguarda la domanda sul risarcimento dei danni subiti, l’amministrazione ha risposto che la legge prevede che sia chi ha causato il danno a farlo. Risposta, questa, che ha surriscaldato gli animi, comprensibilmente tesi, dei presenti.

L’incontro è stato presidiato da un cordone di forze dell’ordine.

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