Il punto del primo cittadino

Imperia, compagnia Maresca, la replica del sindaco Scajola:«Primo aspetto di sviluppo della città è quello turistico»

«L'area deve rendere economicamente molto di più di quello che rende oggi alla comunità che è padrona della città»

Imperia.  «La compagnia Maresca lavora- ha replicato il sindaco Claudio Scajola a margine della conferenza delle Vele D’Epoca- su quella banchina che adesso è in concessione alla Go Imperia per le opere di cui lei può avere la sua specializzazione. La compagnia Maresca oggi ha tre persone quindi noi cerchiamo di coinvolgere  ma cogliendo che il primo aspetto di sviluppo di questa città è quello turistico. I silos, quelli del cemento, saranno allontanati nei tempi previsti dalle norme perché l’area deve rendere economicamente molto di più di quello che rende oggi alla comunità che è padrona della città».

Proprio ieri la compagnia Maresca ha organizzato un incontro dove il console Giovanni Zecchino ha ribadito che «il  nostro progetto è quello di creare un momento di discussione per costruire un’idea diversa di portualità che vada in direzione ostinata e contraria a quella di adesso dove stiamo assistendo allo spegnimento del porto commerciale a cui secondo noi corrisponde lo spegnimento della città. Una città come Imperia con una compagnia portuale che ha più di 90 anni non può ripensarsi senza un discorso che abbracci la portualità. La serata di eri è stata un punto di partenza per fare dei ragionamenti. Verso la fine del mese convocheremo un’assemblea cittadina sotto le gru aperta a tutti. Il timone deve indirizzarsi verso una gestione del porto di Imperia che sia regionale che non sia più di questa amministrazione comunale che non è interessata al porto commerciale.  Chi prenderà in mano questa regione sappia che qui c’è una forza, anche se ridotta, che ha una dignità che spingerà con tutte le proprie forze affinché questo porto rientri sotto un’autorità portuale che comprenda Genova, Savona e anche Imperia».

«Nei fatti- prosegue Zecchini- siamo la compagnia portuale più piccola d’Italia con quattro soci e rivendichiamo il fatto che una città che ha basato la sua economia sul porto debba continuare ad utilizzare il porto: anche se i nostri spazi si stanno restringendo sempre di più. A seguito di alcuni incontri che abbiamo fatto a livello nazionale abbiamo scoperto che il gigantismo navale, ossia di costruire navi sempre più grandi con porti che abbiano delle strutture sempre più grosse non servono più, stiamo andando verso la piccola distribuzione, magari con navi grandi che arrivano in un punto e poi navi navi di piccolo tonnellaggio che distribuiscono le merci in giro per il mondo: quindi un porto piccolo può funzionare se c’è la volontà. Adesso al 90-99% sbarchiamo del cemento che arriva da un cementificio di Nizza. Anche se è stato declassato a fine degli anni’90 da porto regionale a porto comunale di fatto questo è un porto internazionale perché la merce arriva dalla Francia. Il nostro intento è fare in modo che Imperia ritorni ad essere un porto di interesse regionale».