Il sangue di Sargonia nell’auto usata da Aldobrandi, documenti inediti mostrati nel processo per il cold case svedese

24 settembre 2024 | 12:01
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Il sangue di Sargonia nell’auto usata da Aldobrandi, documenti inediti mostrati nel processo per il cold case svedese
Il sangue di Sargonia nell’auto usata da Aldobrandi, documenti inediti mostrati nel processo per il cold case svedese
Il sangue di Sargonia nell’auto usata da Aldobrandi, documenti inediti mostrati nel processo per il cold case svedese
Il sangue di Sargonia nell’auto usata da Aldobrandi, documenti inediti mostrati nel processo per il cold case svedese
Il sangue di Sargonia nell’auto usata da Aldobrandi, documenti inediti mostrati nel processo per il cold case svedese

Prodotti dall’avvocato della parte civile, sono stati acquisiti dalla Corte

Imperia. «C’era molto sangue che colava dalla guarnizione in plastica del portabagagli dell’auto. Sulla cappelliera abbiamo trovato anche un lungo capello nero. Altre tracce di sangue sono state trovate nell’appartamento di Aldobrandi, sotto il lavandino del bagno e in camera da letto». Sangue e capelli appartenevano a Sargonia Dankha.

Lo ha confermato stamani in aula il tecnico forense della polizia svedese Christer Branthammer, chiamato come testimone dell’accusa nell’ambito del processo per omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e soppressione di cadavere, che ha portato alla sbarra Salvatore Aldobrandi: il pizzaiolo di 73 anni, originario di San Sosti (Cosenza), da anni residente a Sanremo, arrestato il 17 giugno del 2023 su ordine del gip di Imperia, perché ritenuto responsabile di aver ucciso Sargonia Dankha, 21 anni, di origini irachene, naturalizzata svedese, sparita nel nulla nel primo pomeriggio del 13 novembre del 1995 a Linköping, in Svezia.

Documenti inediti, di accertamenti compiuti dalla polizia svedese, con tanto di foto, sono stati mostrati in aula dall’avvocato Francesco Rubino, che tutela la mamma e il fratello di Sargonia. Documenti ora acquisiti agli atti del processo, come deciso dalla Corte d’Assise di Imperia presieduta dal giudice Carlo Alberto Indellicati, che sembrano inchiodare l’imputato.

Per l’omicidio di Sargonia, Aldobrandi si è sempre dichiarato innocente, ma ora dovrà spiegare il motivo per cui nel bagagliaio dell’auto dell’ex moglie, di cui aveva chiesto il prestito il giorno dopo la misteriosa scomparsa della giovane, con la quale aveva avuto una relazione burrascosa, gli investigatori abbiano trovato sangue e capelli.

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Christer Branthammer

Ad essere ascoltato è stato poi Hans Nilsson, ispettore della polizia criminale di Linköping, che nel 1995 coordinava le indagini sulla scomparsa di Sargonia. «Abbiamo sospettato fin da subito che Sargonia fosse stata assassinata e abbiamo fatto accertamenti sia a casa della ragazza che a casa di Aldobrandi». Proprio in casa dell’italiano, l’ispettore ha confermato la presenza di sangue. Le tracce ematiche sono state confrontate con quelle dei genitori di Sargonia e con un assorbente trovato a casa della ragazza: in questo modo gli investigatori svedesi hanno stabilito che sia il sangue trovato nell’auto che quello all’interno dell’abitazione di Aldobrandi fosse della 21enne.

Per quanto riguarda l’auto utilizzata da Aldobrandi la notte successiva alla scomparsa di Sargonia, «della sua esistenza ci ha informato l’ex compagna di Aldobrandi, che ha chiamato la polizia dicendoci che gli aveva imprestato la propria vettura».

Oltre a cercare tracce di sangue, a setacciare la città e le aree limitrofe per cercare Sargonia, i poliziotti svedesi hanno anche controllato negli aeroporti, sui treni e nelle agenzie di viaggio per vedere se per caso la ragazza si fosse allontanata di sua volontà: «Ma non c’era alcun indizio che fosse stata trasportata da un’altra parte» ha dichiarato Nilsson.

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Hans Nilsson