Il penitenziario

Detenuti in rivolta, devastata sezione del carcere di Sanremo

Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, descrive una situazione al limite del collasso

Sanremo. «Gravi disordini sono divampati nella notte presso la Casa di Reclusione di Sanremo, dove una ventina di detenuti della terza sezione, su circa 50 totali, si sono rifiutati di rientrare nelle rispettive celle e hanno vandalizzato i locali. Tutti gli appartenenti alla Polizia penitenziaria disponibili sono stati richiamati in servizio e, grazie alla professionalità e all’opera di convincimento delle donne e degli uomini del Reparto, la situazione è rientrata dopo qualche ora. Non vi sarebbero feriti o contusi, mentre ingenti sarebbero i danni nella sezione detentiva». Lo afferma Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

«Anche a Sanremo, con 266 detenuti presenti a fronte di 221 posti disponibili, vi è un forte sovraffollamento a cui fa da contraltare una penuria di agenti di almeno 80 unità (186 amministrati a fronte di un fabbisogno di 286), con difficoltà operative che vengono amplificate anche dalla disorganizzazione imperante che investe le carceri del Paese», prosegue il Segretario della UILPA PP.

«Sono ormai 15mila i detenuti oltre i posti disponibili, mentre gli organici della Polizia penitenziaria continuano a essere mancanti di oltre 18mila unità. A ciò si aggiungano deficienze strutturali e infrastrutturali, mancanza di equipaggiamenti, insufficienza di strumentazioni, carenze nell’assistenza sanitaria e psichiatrica. Basta pensare a questi aspetti per comprendere lo stato di fatto in cui riversano i reclusi e nel quale, loro malgrado, le donne e gli uomini del Corpo di polizia penitenziaria vengono costretti a operare. Le tensioni e i disordini sono peraltro continui, dal nord al sud del Paese, isole comprese. C’è da chiedersi, e dovrebbero domandarselo dalle parti di Via Arenula e di Palazzo Chigi, per quanto tempo si potrà andare avanti così prima che tutto imploda tragicamente», spiega il sindacalista.

«In Portogallo, a fronte di cinque evasi, sono stati rimossi capo e vice-capo dell’amministrazione penitenziaria. Da noi succede molto di più e di peggio senza che si assumano provvedimenti consequenziali. Sia ben chiaro, non chiediamo teste, anche perché non ci sentiamo d’addossare l’intera responsabilità d’almeno 25 anni di abbandono e persino di malgoverno delle prigioni a quanti si trovano pro-tempore alla loro guida; al contrario, vorremmo qualcuno con cui confrontarci compiutamente su questioni concrete a partire da un Ministro della Giustizia che non si limitasse agli annunci. Cosa ne è stato delle misure annunciate ai primi d’agosto dopo aver, evidentemente, preso atto del fallimento del decreto carceri? Servono interventi immediati, la catastrofe è a un passo», conclude De Fazio.

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