Caso Sargonia Dankha, riprendono le testimonianze in collegamento con la Svezia

10 settembre 2024 | 11:16
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Caso Sargonia Dankha, riprendono le testimonianze in collegamento con la Svezia
Caso Sargonia Dankha, riprendono le testimonianze in collegamento con la Svezia
Caso Sargonia Dankha, riprendono le testimonianze in collegamento con la Svezia

In video tra Imperia e Linköping

Imperia. Dopo l’udienza dello scorso 6 settembre, prosegue stamane davanti alla Corte d’Assise di Imperia, presieduta dal giudice Carlo Alberto Indellicati e in video-collegamento dalla Svezia, nel tribunale di Linköping, il processo per omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e soppressione di cadavere, che ha portato alla sbarra Salvatore Aldobrandi. L’uomo, residente a Sanremo ma originario di San Sosti (Cosenza) è ritenuto responsabile di aver ucciso nel novembre del 1995, Sargonia Dankha, 21 anni.

Il primo testimone ascoltato dalla Svezia è Ian Staff, impiegato nel dipartimento di Polizia da circa 40anni e responsabile delle indagini sul caso di Sargonia dal 2001, 5 anni dopo la sua scomparsa. «Quando il caso è stato riaperto nel 2001, come delegato dalla Procura, ho richiamato tutti i testimoni che avevano rilasciato le dichiarazioni nel 1995, oltre a nuovi testimoni. Ho effettuato una perquisizione nell’appartamento di Aldobrandi ma senza trovare alcun indizio anche perché nel frattempo nell’abitazione viveva un’altra famiglia» dichiara il teste che specifica di aver effettuato ricerche anche nei fiumi e nei laghi, non lontano dalla città di Linköping. «Degli atti del 1995 che abbiamo riesaminato ci sono le tracce di sangue ritrovate nell’auto che Aldobrandi aveva preso in prestito. E’ stato verificato che il sangue era quello di Sargonia. Dal 2001 in poi non ricordo se siano state effettuate ulteriori analisi sulle tracce di sangue».

L’avvocato della famiglia di Sargonia Danhka, Francesco Rubino, ha quindi chiesto al teste circa l’impiego di cani molecolari nella perlustrazione di alcuni luoghi: «Due testimoni hanno affermato di aver visto la macchina di Aldodbrandi vicino ad un lago. Per questo sono state effettuate immersioni e sono stati impiegati cani specializzati nel rinvenimento di cadaveri, ma l’esito è stato negativo».

L’avvocato della difesa, Fabrizio Cravero ha invece chiesto maggiori informazioni sulle intercettazioni che sono state fatte quando Ian Staff si è occupato del caso: «Non ho partecipato a queste indagini, è stato effettuato in un periodo precedente. Ho avuto un elenco numeri ma nessun accesso ai tabulati che, per sbaglio, sono stati buttati via» ha risposto il teste.