Il caso

Waterfront a Ventimiglia, la mozione della minoranza non passa. Ascheri: «Favorevoli, ma servono chiarimenti su volumi da costruire»

Parodi attacca FdI: «E' arrivato un diktat da loro»

Ventimiglia. E’ stata bocciata dal consiglio comunale la mozione, presentata dalla minoranza, che chiedeva a sindaco e giunta di impegnarsi «a predisporre ogni atto utile al fine di salvaguardare il progetto con le relative opere di interesse pubblico, indicate nell’incontro del 21 febbraio scorso, che prevedano tra l’altro il rifacimento della scuola di Nervia e un nuovo Palazzetto dello sport». Il cosiddetto “waterfront” e la riqualificazione dell’area del Campasso, promossa da Marina Development Corporation, che fa capo all’olandese Robert Thielen. Un’operazione enorme, che vedrebbe un investimento da 250milioni di euro da parte del privato, ma che da ormai anni è ferma al palo.

Preoccupati della possibile fuga degli investitori, i consiglieri di minoranza hanno chiesto l’impegno di sindaco e giunta. Ma la questione è tutt’altro che semplice e ieri sera, in consiglio comunale, si è dibattuto a lungo in merito al progetto.

«Si tratta dell’investimento privato più grande depositato negli uffici comunali da illo tempore – ha detto il primo cittadino Flavio Di Muro – Probabilmente il più grande, in termini economici, in tutta la Liguria. E’ chiaro che tutte le amministrazioni che si sono succedute lo hanno affrontato con dovizia di particolari e con la serietà con cui si deve contraddistinguere l’approccio a investimenti milionari, che comportano procedure complesse, soprattutto per un comune come Ventimiglia, che non è quello di Genova. Non è vero che non c’è attenzione, non è vero che non ci occupiamo di questa pratica. Ce ne siamo occupati fin dal primo giorno del nostro insediamento. Con delle riflessioni, dal punto di vista urbanistico, che non abbiamo portato avanti per ragioni tecniche e non politiche, perché nella sostanza, noi, parlo a nome della maggioranza, siamo favorevoli al progetto presentato, siamo favorevoli affinché ci siano delle costruzioni sopra il porto dove attualmente c’è un terreno che non è edificato e che ha anche dei problemi, secondo quanto certificato da relazioni di regione Liguria, di rischio frana. Siamo favorevoli a riqualificare l’area del Campasso che oggi è abbastanza abbandonata. E’ chiaro che non possiamo intervenire sulle scelte progettuali relative alla volontà del privato, visto che si parla di soldi suoi, di costruire tot appartamenti, un albergo e quant’altro quindi giustamente la mozione si presenta sull’interesse pubblico, ovvero su quello che il consiglio comunale deve chiedere di contropartita al privato quando sarà il momento di chiederlo».

Insomma, se nella sostanza l’interesse per il progetto è assodato, dall’altra parte, però, il Comune i conti vuole farli e anche bene. E ora, con la richiesta della Vas (valutazione ambientale strategica) la palla passa in mano alla Regione. «Ora non discutiamo l’interesse pubblico relativo al waterfront, perché nei mesi scorsi è cambiata la governance delle società che gestiscono questa operazione – ha aggiunto Di Muro . – Abbiamo avuto più di un incontro sia a livello politico che tecnico e in base a questo abbiamo organizzato una delegazione e siamo andati in Regione a parlare con il settore Urbanistica. L’altra volta ci eravamo soffermati, si può dire arenati dal punto di vista negativo, sulla procedura e non sul contenuto del progetto e nemmeno sull’interesse pubblico da chiedere, dove c’erano varie opinioni. L’ente regione, per quanto concerne l’urbanistica, ma anche la valutazione ambientale rispetto all’ente Comune, ha una competenza di gran lunga superiore alla nostra e ci siamo quindi rivolti subito in Regione per un confronto diretto e fattivo: siamo arrivati due settimane fa ad avere una sintesi sulla procedura corretta».

Dunque, qual è la procedura corretta? «È farsi pervenire una istanza dalla parte privata, pervenuta il 26 luglio scorso, che permette agli uffici e poi alla giunta di acquisire una scheda di progetto per avviare una procedura di Vas ovvero di valutazione ambientale strategica – spiega sempre Di Muro – Questo perché dobbiamo aggiornare la precedente Vas in seguito al parere arrivato dalla difesa del suolo sempre di Regione Liguria. Quindi, se ci vogliamo occupare in maneira pragmatica e non propagandistica di questo tema, non possiamo affrontarlo con una mozione e non possiamo comunque entrare nel merito di una discussione sull’interesse pubblico, perché tutti d’accordo: Comune, Regione e privati. Il privato ha sempre detto che il proprio progetto si fonda su un minimo di appartamenti e un albergo di una certa levatura. Noi: Consiglio comunale, uffici, tanti meno la Giunta e il sindaco, possiamo definire l’impatto volumetrico di questa operazione. Quindi, attivando la procedura di Vas, che dovrebbe concludersi in quarantacinque giorni, avremo una fotografia chiara di come potranno andare a costruire nella parte del watefront. Questo è un ragionamento serio: innanzitutto, perché chiarisce la sostenibilità economica allo stesso privato, se proseguire con questa esperienza o rivedere il progetto; poi coinvolge tutti gli enti preposti in una procedura di Vas, compresa la soprintendenza. Quindi, avremo pareri di certi uffici che non avevamo prima. Soprattutto chiarisce a noi, quanto e come deve investire il privato in termini di insediamento abitativo per parametrare in fase successiva l’interesse pubblico, oggi non saprei cosa chiedere: scuola, palazzetto o altro, non sapendo se riesce a edificare tutto questo e quindi a rientrare del proprio investimento. Credo che un ragionamento più compiuto e serio non lo si debba fare oggi con questa mozione, ma a fine anno, quando torneranno tutti i pareri e concluderemo, spero con esito positivo e soddisfacente per tutti, la procedura di Vas. Non ritengo quindi che oggi ci siano le condizioni per decidere qui e imputare a un privato quanto deve versare in termini di contributi economici e straordinari, di opere pubbliche e servizi convenzionati rispetto a un progetto che presumibilmente al termine della procedura di Vas andrà rivisto. Quindi, esprimo parere contrario a questa mozione».

Alla lunga spiegazione del sindaco è seguito l’intervento del consigliere Roberto Parodi, che dalla sua posizione di “maggioranza indipendente”, come si è autodefinito, ha parlato di un parere contrario espresso da Fratelli d’Italia che avrebbe bloccato la pratica. «Quando è stato presentato il progetto – ha detto – C’è stato il “no” di un consigliere di Fratelli d’Italia che ha espresso i primi dubbi. Si doveva votare già all’epoca se c’era interesse pubblico o meno, ma quel “no” ha trasformato un po’ tutta la maggioranza in un ”attendiamo, vediamo cosa succede”. E’ un investimento importantissimo e sarebbe un fatto gravissimo perderlo. Invito la maggioranza e soprattutto i consiglieri che erano contrari a tornare sui loro passi, valutare, e portare al voto in questo consiglio se c’è l’interesse pubblico. Il problema è che si aveva paura di portare la pratica in consiglio proprio perché ci sarebbe stato il voto sull’interesse pubblico. Questa è la realtà dei fatti. Per me c’è stato un diktat che ha imposto a questa maggioranza e al sindaco un comportamento diverso».

Una ricostruzione che non è piaciuta al capogruppo dei fratellini, consigliere Enzo Di Marco: «Ci tengo a precisare che nessun consigliere di fratelli d’Italia in nessuna riunione di maggioranza è mai stato contrario a questa pratica, mai stato un diktat da parte nostra. Siamo favorevoli a questa pratica ma essere favorevoli non vuol dire fare le cose di fretta o di corsa. Ti ricordo che in maggioranza, quando è stata presentata una bozza di questa pratica, tu hai detto “a me a prescindere va bene”. Un’astensione in commissione non significa essere contrari, ma capire cosa si fa. L’intervento di Parodi è stato unicamente per attaccare FdI, ma ha detto un’eresia. In maggioranza c’eravamo tutti e nessuno può dire che FdI era contro la pratica o non favorevole», ha detto.

Ma a spiegare nel merito quanto accaduto nei mesi scorsi è stato il consigliere Gianni Ascheri (FdI): «La nostra posizione è sicuramente quella di arrivare nel miglior tempo possibile ad approvare questo progetto – ha detto -. La nostra posizione è nata dalla mia esperienza: sono stato assessore all’urbanistica, ho approvato quattro piani particolareggiati, ho fatto il piano urbanistico, sono stato uno dei fautori della realizzazione del porto, quindi ho una certa esperienza. Ora, questi signori (Mdc, ndr) avevano portato un progetto che, come era stato presentato, non andava bene e oggi il sindaco vi ha illustrato la procedura che era quella che volevamo noi dall’inizio. Perché chiaramente, come ha spiegato il sindaco, l’impatto ambientale da parte dei volumi che verranno realizzati, dovrà essere la Regione che lo dovrà dire: non è certo un privato che nel libro dei sogni fa un rendering e pensa che questo venga approvato. Quindi, bisogna ritornare alla procedura di Vas. Questa volta il Comune, visto che parteciperà alla riunione, deve chiedere sia alla Sovrintendenza che al settore urbanistico regionale, un’indicazione precisa su quello che deve essere il progetto da presentare. Anche perché in quella zona si potevano fare poco più 4mila metri dalla parte del porto (ex Parodi) e poco più 2mila metri dall’altra parte (ex Bestagno). Quindi un totale di circa 7mila metri quadrati. Se da 7mila si arriva a 18mila, cari signori, qui c’è qualcosa che va approfondita».

Alla fine la mozione è stata votata favorevolmente dai cinque consiglieri di minoranza presenti. Astenuto Parodi, tutti gli altri contrari.

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