Vescovo Suetta, «Oggi azione repressiva che criminalizza chi si opponga ai nuovi “dogmi” come l’immigrazione indiscriminata»

30 agosto 2024 | 11:48
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Vescovo Suetta, «Oggi azione repressiva che criminalizza chi si opponga ai nuovi “dogmi” come l’immigrazione indiscriminata»

Nell’omelia per la festività di San Secondo, a Ventimiglia, il vescovo diocesano non risparmia (poco) velate accuse al politically correct

Ventimiglia. «Un criterio storico-sapienziale, con cui leggere il tempo presente e specialmente la crisi della cristianità nel mondo occidentale; occorre da una parte considerare come il tramonto di un contesto non significhi la fine dell’esperienza cristiana e della Chiesa. Siamo nelle mani di un Padre buono, che con la sua provvidenza conduce la storia secondo il suo disegno di amore e di salvezza e verso la méta del compimento eterno. Non possiamo però, d’altra parte, omettere salutari riflessioni sulle cause che hanno provocato il declino di questo o quel contesto… per l’Africa del tempo ha influito la decadenza della civiltà romana prima e l’avanzata islamica poi».

Nella lunga omelia per le celebrazioni di San Secondo, patrono di Ventimiglia, il vescovo diocesano Antonio Suetta ha tracciato un parallelismo tra i tempi in cui viveva il santo martire e quelli attuali, dando vita ad alcune riflessioni importanti sul presente e toccando tematiche discusse: dal politcally corect all’islamizzazione dell’Europa.

«Come non riconoscere anche oggi – ha detto – Una profonda e grave decadenza di civiltà insieme all’avanzare di varie perniciose dottrine; penso all’espansione del mondo islamico con tutte le conseguenze religiose, politiche e socio-economiche, che sono sotto i nostri occhi», senza risparmiare un accenno alla tanto contestata cerimonia di apertura dei giochi olimpici di Parigi: «Penso pure all’avanzata di forme di neo paganesimo, spacciate come progresso e propagandate come emancipazione e libertà; basta guardare alla sceneggiata predisposta per l’apertura dei giochi olimpici».

E ancora: «Non mi dilungo in considerazioni articolate, ma credo che non sia così sbagliato affermare che abbiamo qualcosa da recuperare dall’attitudine degli avi, i quali, con autentico sguardo di fede, hanno scelto un protettore così limpido e coraggioso».

«Sono molteplici anche oggi le pestilenze da affrontare – ha detto poi – Possiamo certamente contare sul progresso medico e scientifico benché il miraggio dell’immortalità e dell’eterna giovinezza, tanto caro al transumanesimo contemporaneo, faccia parte del libro dei sogni irrealizzabile o, meglio, sia espressione diabolica di un clamoroso e terribile inganno. Se registriamo con grata soddisfazione le conquiste della medicina per le malattie del corpo, non possiamo tuttavia distogliere lo sguardo dalle sempre più profonde e diffuse malattie della psiche e dello spirito: una vera e propria pandemia, che curiosamente sembra accompagnarsi agli standards più elevati del benessere. Invochiamo anche per questo San Secondo affinché faccia comprendere alla Chiesa e al mondo intero che non ci si può accontentare di aggiungere giorni alla vita, ma che, piuttosto, come insegna la fede, occorra aggiungere vita, vita vera, ai giorni».

Quindi San Secondo, scelto dai ventimigliesi come santo patrono nel 1602, dopo una pestilenza per porre fine alla quale si erano rivolti proprio al martire, può, ancora oggi, essere un valido modello? «Tenterei di rispondere dando per scontato che lo sia come testimone della fede, uomo coraggioso e deciso a non tradire il Signore della verità né per le lusinghe del mondo né per le sue minacce – risponde Suetta -. Siccome il nostro Patrono è stato pure un valoroso e leale soldato vorrei far notare come la intrepida fierezza dei martiri costituisca anche un prezioso esempio di intelligente cittadinanza».

E ancora: «Vediamo bene, ad essere schietti ed onesti, come oggi sia pervasiva una criminalizzazione del dissenso. Si registra a tutti i livelli della compagine sociale un’azione repressiva tendente a criminalizzare chiunque si opponga a determinati nuovi “dogmi” come immigrazione indiscriminata, aborto come “diritto fondamentale”, utero in affitto, “transizione di genere”, catastrofismo climatico e altre situazioni similari. Un siffatto tipo di censura qualifica la prospettiva socioculturale, che va sotto il nome di progressismo, parola “magica”, dinanzi alla quale non si ammettono reticenze e ritardi».

«Anche ai tempi di san Secondo per l’autorità imperiale romana esisteva un “politicamente corretto”, che sinteticamente coincideva con la “religione di stato”: il problema dell’imperatore non era certo la fede o la salvezza eterna dei sudditi, ma piuttosto quello di garantire un ordine e relative conseguenze di bene e di sicurezza – conclude il vescovo -. […] Anche oggi i tromboni del pensiero dominante riconoscono a qualsivoglia prospettiva, anche religiosa, diritto di parola e cittadinanza, ma fanno difficoltà con i veri cristiani perché portatori della “verità che rende liberi” (cfr. Gv 8, 32). Penso che San Secondo anche oggi risplenda per l’invitto coraggio e la splendida intelligenza della fede».