Taggia, l’ingegnere Vanessa Miglianti elabora un nuovo codice per lo studio dell’ulivo
«La sfida che si è palesata è la mancanza di misure reali delle caratteristiche dielettriche e fisiche di queste piante»
Taggia. Gli alberi sono detentori della nostra storia. Tramite il loro studio si può comprendere la loro età, la natura e la società che li circonda e molte informazioni. Da oggi, alle conoscenze tradizionali, se ne aggiunge una in più ed è “made in Taggia”. La dottoressa Vanessa Miglianti, di Taggia, neo laureata in ingegneria elettronica all’Università di Genova, ha infatti elaborato un codice di programmazione per lo sviluppo di tecniche di diagnostica applicate al monitoraggio dello stato di salute delle piante di ulivo taggiasco.
Un progetto realizzato in collaborazione con i professori Alessandro Fedeli e Andrea Randazzo, e alla dottoressa Valentina Schenone del Laboratorio di Elettromagnetismo Applicato dell’Università di Genova.Di che cosa si tratta? «L’imaging a microonde è una tecnica di analisi che può fornire informazioni sullo stato interno di un oggetto. Da un insieme di rilevazioni non invasive fornite da alcune antenne, si è in grado di visualizzare eventuali difetti interni».
«Nell’ambito della tesi, forse viste le mie origini taggiasche, mi è stato affidato lo studio del tronco di albero di ulivo» spiega Vanessa che ha presentato da poco il suo lavoro. «La sfida che si è palesata è la mancanza di misure reali delle caratteristiche dielettriche e fisiche delle piante di ulivo nelle varie fasi di vita, fondamentali per realizzare sistemi di diagnostica elettromagnetica. Tramite il codice elaborato vengono generati modelli numerici realistici di una sezione del tronco essenziali per sviluppare e validare le tecniche di imaging a microonde tramite le quali sarà possibile comprendere se un ulivo presenta cavità interne. Queste possono essere causate da alcuni complessi di funghi che sono tra le principali cause dell’invecchiamento precoce della pianta. Da tali tecniche possiamo quindi rilevare quali solo gli alberi infetti e isolarli per mettere in sicurezza gli altri ma anche le persone che tra gli ulivi lavorano o camminano».
La ricerca è avvenuta in territorio taggiasco, con la collaborazione di Luciano Beranger de “L’oro di Taggia”, che ha potuto fornire a Vanessa le informazioni che esulano dalla scienza e che riguardano invece la cultura e la coltura degli olivi. «Abbiamo visionato insieme gli uliveti di villa Ruffini, ho raccolto molte informazioni che sono servite per porre le basi di uno studio. Si tratta di un inizio di raccolta di studi che non è ancora presente sugli ulivi, considerando anche la loro grande varietà e le peculiarità a seconda della zona. L’ulivo è un albero molto complesso e le informazioni scientifiche su questo tronco sono davvero poche. Il gruppo di ricerca andrà avanti con lo studio per iniziare poi una campagna da estendere e che diventerà effettiva» commenta Vanessa.
La storia di ulivi con oltre 200 anni incontra la scienza e un’ulteriore possibilità di conservazione grazie all’applicazione di Vanessa, diplomata all’ITIS di Imperia nell’indirizzo elettronico che ha poi proseguito i suoi studi alla facoltà di ingegneria elettronica a Genova.