Lo sciopero

Protesta dei balneari, a Bordighera ombrelloni chiusi: «E’ il nostro segnale al governo Meloni» fotogallery

Poche adesioni a Sanremo, a Imperia il sindaco ha già regolamentato le concessioni

Bordighera. E’ la città delle palme, che conta 24 concessioni balneare, quella che in provincia di Imperia ha aderito maggiormente alla protesta indetta dal Sib, il sindacato balneari italiani: ombrelloni chiusi fino alle 9,30 su tutte le spiagge gestite dai privati. «Un piccolo disagio – spiega il responsabile Sib di Bordighera, Gianni Calleri (titolare del San Marco Beach) – Per far sentire la nostra voce. Vogliamo dare un segnale forte al governo che non ha trovato ancora il tempo e la forza di fare una legge per toglierci da questo problema importantissimo per noi perché dopo la scadenza imposta del 31 dicembre 2023 e la proroga di un anno concessa ai Comuni che non avevano ancora predisposto i bandi in quanto mancavano i decreti attuativi, siamo ancora qua a non sapere cosa dobbiamo fare».

Almeno 500 le persone che, solo a Bordighera, lavorano nel comparto e che, ad oggi, non sanno cosa accadrà dopo il 31 dicembre 2024: termine improrogabile, stabilito dalla giustizia comunitaria e del Consiglio di Stato per la fine di tutte le concessioni demaniali in essere. Dalle 8 alle 9,30, per far sentire la propria voce, i balneari hanno chiuso gli ombrelloni dei propri stabilimenti, chiedendo scusa ai bagnanti per il disagio. La protesta, estesa a tutta la provincia di Imperia, ha visto la maggioranza di adesioni proprio a Bordighera, dove sono 24 le concessioni balneari. Tanti gli ombrelloni chiusi anche a Sanremo, mentre a Imperia, il sindaco Claudio Scajola ha già preso una decisione, così come il primo cittadino di Ospedaletti, Daniele Cimiotti, stabilendo un indennizzo, come previsto dalla norma Draghi, che gli eventuali soggetti subentranti devono versare a chi lascia la concessione dopo la nuova gara. Ma se a Genova l’indennizzo è 2.5 volte il fatturato dell’anno precedente, a Imperia è 1. Questo perché non ci sono linee guida che definiscano come calcolarlo.

(La protesta al Lido Foce di Sanremo)

Famiglia di balneari da tre generazioni, Calleri ha investito nel suo locale, sul lungomare bordigotto, e ogni anno dà lavoro a una cinquantina di persone. «Vogliamo fa capire soprattutto all’opinione pubblica che non siamo dei malfattori – aggiunge il titolare del San Marco Beach – Non siamo persone che vogliono rubare qualcosa a qualcun altro, ma siamo qua in forza di una legge che tanti anni fa ci ha dato una concessione che, di punto in bianco, ci è stata tolta senza riscrivere le regole del gioco. Non vogliamo chiedere sconti a nessuno, ma semplicemente lavorare».

«Non avere una norma è ancora peggio di avere una norma penalizzante», dichiara Nicola Mastorakis, che gestisce lo stabilimento Amarea con annesso il rinomato ristorante.  «Non è una protesta contro il comune ma contro il governo – specifica – Ci troviamo in un limbo assurdo perché la normativa dei rinnovi automatici è stata abrogata dalla Bolkestein, il governo Draghi aveva fatto una norma che doveva essere completata con decreti attuativi e negli ultimi due anni questo adempimento non è stato portato avanti dal governo Meloni con l’effetto paradossale per cui sappiamo che le nostre aziende sono a rischio ma non possiamo fare niente per gestire questa situazione».

«Il mio augurio personale – conclude Mastorakis – E’ che continuino gli attuali concessionari e non ci siano stravolgimenti portati dall’ingresso di soggetti di grandi dimensioni da fuori Bordighera che porterebbero aumenti tariffe e un servizio più industrializzato. La balneazione che ha successo in Italia è la piccola balneazione a gestione familiare e Bordighera ha delle eccellenze molto variegate tra di loro, ma che soddisfano la maggior parte della clientela».

Nei prossimi giorni, i balneari di Bordighera incontreranno il sindaco Vittorio Ingenito insieme al responsabile locale di Confcommercio Jean Pierre Novembre.

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