Progetto parco eolico, il presidente dell’Unione dei Comuni dell’Alta Valle Arroscia Adorno: «Siamo chiamati a difendere il nostro territorio»
«Nessuno di noi è contrario a prescindere all’innovazione e alla tecnologia, quello che ci spaventa però sono i progetti faraonici su un territorio delicatissimo come il nostro e la caduta dall’alto»
Rezzo. Il progetto del parco eolico, denominato “Imperia Monti Moro e Guardiabella”, da 32 aerogeneratori la cui altezza massima sarà di 209 metri in Valle Arroscia, Impero, Media Valle Argentina, Prino e San Lorenzo, spaventa i sindaci dell’entroterra che tanto negli ultimi anni hanno lavorato per rendere il territorio più turistico ed attrattivo non solo per i villeggianti ma anche per chi abita quei luoghi. Riqualificazione dei borghi, eventi, creazioni di percorsi outdoor, tutti lavori ed impegno degli amministratori che potrebbe, però, essere vanificato dal parco eolico. Un progetto caduto «dall’alto- spiega il sindaco di Rezzo e presidente dell’Unione dei Comuni dell’Alta Valle Arroscia Renato Adorno– ma nessuno di noi è contrario a prescindere all’innovazione e alla tecnologia quello che ci spaventa però sono i progetti faraonici su un territorio delicatissimo come il nostro e la caduta dall’alto. Chi fa questi progetti non conosce assolutamente come sono le nostre montagne, cosa c’è sotto e come bisogna fare per sopravvivere. Noi dobbiamo assolutamente difendere il nostro territorio, la tecnologia delle pale eoliche è una tecnologia ormai obsoleta soprattutto su queste dimensioni».
«Non è che mi fa paura avere delle pale di oltre 200 metri sul territorio, mi terrorizza io penso cosa bisogna fare per costruirle- prosegue- che strade dovremmo fare, che spaccature servono per portare questi enormi piloni sulle nostre montagne. Se noi pensiamo che il grattacielo più alto della provincia di Imperia non arriva a 70 metri costruire qualcosa che supererà i 200 metri è disarmante. Noi siamo chiamati a difendere il nostro territorio, dobbiamo e vogliamo andare avanti non abbiamo paura della tecnologia, abbiamo paura di questi progetti faraonici. Abbiamo investito negli anni tempo per farli diventare territori turistici e adesso in due- quattro anni vedere buttato tutto al vento per non avere niente sul nostro territorio ci spaventa tantissimo».