IMPERIA Monti Moro e Guardiabella |
Altre News
/
Ambiente
/
Imperia
/
Societa
/

Progetto parco eolico, anche per l’Ordine degli Architetti il parere è negativo

30 agosto 2024 | 07:58
Share0
Progetto parco eolico, anche per l’Ordine degli Architetti il parere è negativo

«Il progetto non è consono con il territorio individuato caratterizzato, tra l’altro, da valori paesaggisti di particolare bellezza e tutelati da specifici decreti ministeriali e particolarmente fragile»

Imperia. Ieri è scaduto il tempo previsto per mandare le osservazioni , da parte dei Comuni ed Enti, per il progetto del Parco Eolico che dovrebbe sorgere nell’entroterra ma l’IMPERIA Monti Moro e Guardiabella” della potenza complessiva di 198,4 MW da realizzare nei Comuni di Aurigo, Borgomaro, Castellaro, Cipressa, Dolcedo, Pietrabruna, Pieve di Teco, Prelà, Rezzo con strada di accesso in San Lorenzo al Mare e Costarainera continua a far palare ed ad incassare pareri negativi. A dire un secco no anche se precisano che sono «favorevoli alla realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ma che ovviamente tengano conto del territorio nel quale si va operare, soprattutto se fragile e problematico quale quello della nostra Provincia»

«Come Ordine degli Architetti di Imperia desideriamo innanzitutto precisare che siamo favorevoli alla realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ma che ovviamente tengano conto del territorio nel quale si va operare, soprattutto se fragile e problematico quale quello della nostra Provincia. Desideriamo per questo dare il nostro contributo alla Valutazione di Impatto Ambientale del progetto in questione con riferimento alle questioni ambientali.

Considerazioni ambientali:  Si fa rimando alla Relazione Paesaggistica ed in particolare alla Valutazione generale del progetto, in particolare alla tabella nella quale sono indicati i Criteri di Valutazione ed all’indicazione di incidenza.

Uno stralcio della relazione “Uno degli ostacoli più grandi alla diffusione dell’eolico in Italia è dovuto dall’impatto che queste infrastrutture hanno sull’ambiente circostante. Gli elementi dei parchi eolici che contribuiscono all’impatto visivo sono infatti di due tipi: dimensionali (per numero di aerogeneratori, le loro caratteristiche geometriche, l’estensione del parco) e formali (il colore delle torri, la velocità di rotazione, la configurazione planimetrica del parco..)».

«Considerando l’effetto che il progetto avrà sull’ambiente sarà più opportuno pensare al parco eolico come elemento attrattivo della zona, la cui progettazione possa favorire il miglioramento delle attività pre-esistenti e la creazione di nuove opportunità, piuttosto che alla creazione di micro interventi mirati nel tentativo di mascherarne la presenza».

«L’affermazione che l’entroterra della Provincia di Imperia (nella fattispecie) abbia necessità di un parco eolico per diventare attrattivo, riteniamo si commenti da sola. Intendiamo sottolineare che la valutazione dell’incidenza del progetto sull’ambiente risulta assolutamente soggettiva e soprattutto difficilmente condivisibile».

«Sottolineiamo infine- prosegue la nota-  l’assenza di qualsiasi forma di seria valutazione delle misure di mitigazione, che sarebbero particolarmente rilevanti vista la delicatezza del contesto nel quale si prevede di operare, e si limitano ad uno scarno elenco: tinteggiare con vernici ultraviolette di colore nero una delle tre pale eoliche; installare dei sistemi acustici per allontanare gli uccelli dalle turbine; rinverdimento mediante posa di terreno vegetale accantonato in loco e applicazione di idrosemine/ semine delle piazzole necessarie allo stoccaggio e monitoraggio degli aerogeneratori; realizzare la struttura della cabina di consegna su due livelli per meglio adattarsi alla pendenza del versante in cui è previsto il suo inserimento; le pareti del fabbricato verranno rivestite in finta pietra, a richiamo delle tipiche baite di montagna, gli infissi delle stesse saranno tinteggiate di colore marrone a ricordare il legno e la copertura del fabbricato verrà realizzata in tegole; utilizzare per le nuove viabilità e varianti materiali quanto più possibile naturali e compatibili con il contesto, terre armate e geostuoie.

Considerazioni sulla viabilità

«Anche con riferimento all’aspetto della mobilità pare che il progetto non tenga conto di dove ci si muove. Sempre dal progetto “In generale gli adeguamenti stradali prevedono un ampliamento del sedime stradale che può arrivare anche al raddoppio dello stesso; l’entità dell’intervento deriva dal risultato dell’analisi svolta per singoli tratti stradali mediante studio della traiettoria del mezzo impiegato con l’ingombro di un concio tipo. Tali strade inoltre favorirebbero la limitazione di eventuali richieste di ordinanza per la chiusura di specifici tratti stradali nelle fasi di trasporto garantendo ai residenti delle aree limitrofi meno disagi».

«Nel complesso la realizzazione di nuovi tratti stradali comporterà una piccola variazione del profilo trasversale del versante interessato dai lavori per permettere opere di sbancamento e realizzazione del sedime stradale.” In una realtà nella quale gli abitanti, per la presenza di un’unica strada di scorrimento orizzontale alla costa, sono costretti a subire rallentamenti nella percorrenza e code a volte interminabili magari a seguito di un tamponamento, come si può pensare ad ordinanze per la chiusura di tratti stradali? Certamente prevedere il passaggio di 49.000 camion a 3-4 assi o container da 40 piedi, dei quali quasi 400 eccezionali, in 48 mesi è certamente inaccettabile ed allontanerebbe certamente i flussi turistici già compromessi da un’autostrada in manutenzione da anni. Non commentiamo il fatto che, in un paesaggio collinare/montano, raddoppiare la sede stradale del doppio comporti solo “una piccola variazione del profilo trasversale del versante».

E proprio per queste motivazioni, l’Ordine degli Architetti «esprime il proprio parere negativo e sottolinea che il progetto non è consono con il territorio individuato caratterizzato, tra l’altro, da valori paesaggisti di particolare bellezza e tutelati da specifici decreti ministeriali e particolarmente fragile»