Il caso

«Pavel Durov è un detenuto politico come Julian Assange, liberatelo», cartello a Ventimiglia

Davanti al Consolato francese nella città di confine

Davide Tutino cartello

Ventimiglia. «Pavel Durov è un detenuto politico come Julian Assange, liberatelo. Noi tutti siamo detenuti politici, liberiamoci». E’ quanto si legge in un cartello esposto nel pomeriggio dal presidente di Resistenza Radicale, Davide Tutino, davanti alla sede del consolato francese in piazza XX Settembre a Ventimiglia.

Il messaggio è stato scritto in risposta all’arresto del fondatore di Telegram Pavel Durov, fermato ieri sera dalle autorità francesi non appena sceso dal suo aereo privato sulla pista dell’aeroporto parigino di Le Bourget. All’uomo vengono contestate diverse accuse, legate principalmente alla gestione della piattaforma e alla sua presunta complicità in attività illecite che si svolgono al suo interno. Una sorte quasi analoga a quella per cui, a lungo, era stato incarcerato Julian Assange, programmatore e attivista australiano, cofondatore e caporedattore dell’organizzazione divulgativa WikiLeaks, accusato di spionaggio.

«Questo arresto suggella il passaggio dello spazio europeo attraverso il ‘digital service act’ a un sistema totalitario di controllo digitale, in quanto costituisce una esplicita minaccia – spiega Tutino -: chi non fornisce allo Stato e dunque ai servizi di intelligence i nomi dei propri utenti, sarà perseguitato con gravi accuse». «Come Resistenza Radicale – conclude – Abbiamo già anche agito in violazione delle sanzioni europee alla Russia, esportandovi pubblicamente dei beni e non avevo lo stesso timore che ho, adesso, a recarmi in Francia».

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