La riunione

Parco eolico, vertice in Provincia, si passa all’azione, creato un gruppo di lavoro per stilare le osservazioni al progetto

Scajola: «Da due anni c'erano sul territorio di questi Comuni queste rilevazioni poiché è necessario che l'Italia raggiunga una maggiore indipendenza energetica»

Imperia.  Da due anni sono stati posizionati dei rilevatori di vento su alcuni dei crinali interessati al progetto eolico denominato “Imperia Monti Moro e Guardiabella” in Valle Arroscia, Impero, Media Valle Argentina, Prino e San Lorenzo, composto da 32 aerogeneratori la cui altezza massima sarà di 209 metri. È quanto dichiarato dal Presidente della Provincia Claudio Scajola al termine del vertice che si è svolto nel tardo pomeriggio di oggi nell’Aula dei Comuni della Provincia con gli amministratori interessati. Al termine della riunione si è deciso di creare un gruppo di lavoro formato dai sindaci Adorno, Rebuttato, Pira e Mela e dal consigliere provinciale Brizio, per presentare le osservazioni al progetto entro il 29 agosto prossimo.

«Da due anni c’erano sul territorio di questi Comuni queste rilevazioni poiché è necessario che l’Italia raggiunga una maggiore indipendenza energetica, c’è una legge speciale che prevede in tutta Europa che entro il 2030 ci sia una forte riduzione dei consumi di energie che derivano dal fossile e ci sia invece la necessità di incrementare le energie alternative. Il problema è conciliare queste necessità con gli interessi della comunità ma con un senso di apertura con un senso di garanzia necessaria. Non so se tutti lo sapessero alcuni di loro non lo sapevano, altri non se n’erano accorti ma da due anni c’erano su questi territori in corso delle strumentazioni, perché per presentare il progetto ogni società in tutta Italia nella presentazione del progetto del Ministero competente deve inserire i valori delle economicità dell’operazione e la resa che l’impianto stesso può dare sul vento»

«Abbiamo sentito tutti i sindaci interessanti- spiega il Presidente della Provincia Claudio Scajola- per questa ipotesi progettuale che va affrontata, capendo meglio senza giudizi affrettati. Abbiamo nominato quattro di loro che stenderanno un’osservazione comune a tutti, in modo che ogni Comune risponda esattamente lo stesso modo al Ministero presentando le osservazioni per garantire che questo eventuale insediamento non dia danno alle falde acquifere, al paesaggio, alla criticità di alcuni di queste pareti rocciose in buona sostanza la necessità di chiarimenti immediati prima di poter esprimere un parere e anche quali sono i vantaggi sul piano economico, sulla riduzione del costo dell’energia sui Comuni interessati. Un buon incontro, scriveremo immediatamente a questa società proponente di venire già a spiegare in maniera più dettagliata e più chiara tutto il progetto e lavoreremo contestualmente sul Ministero per evidenziare le stesse preoccupazioni ed ottenere le garanzie necessarie senza le quali ci sarebbe un parere contrario».

«Da due anni- prosegue Scajola- sui luoghi interessati al progetto c’erano dei rilevatori di vento per valutare se la zona in cui il vento c’era e a sufficienza. Quindi da due anni c’erano sul territorio di questi Comuni queste rilevazioni poiché è necessario che l’Italia raggiunga una maggiore indipendenza energetica, c’è una legge speciale che prevede in tutta Europa che entro il 2030 ci sia una forte riduzione dei consumi di energie che derivano dal fossile e ci sia invece la necessità di incrementare le energie alternative. Il problema è conciliare queste necessità con gli interessi della comunità ma con un senso di apertura con un senso di garanzia necessaria. Non so se tutti lo sapessero alcuni di loro non lo sapevano, altri non se n’erano accorti ma da due anni c’erano su questi territori in corso delle strumentazioni, perché per presentare il progetto ogni società in tutta Italia nella presentazione del progetto del Ministero competente deve inserire i valori delle economicità dell’operazione e la resa che l’impianto stesso può dare sul vento. Poi è stato presentato secondo questa norma di legge la progettualità di massima come ce ne saranno tantissime in tutta Italia, quindi è semplicemente una proposta che bisogna capire meglio, io ho dato tutta la disponibilità a coordinarli per carpire meglio la proposta per evidenziare quale è l’interesse generale compatibile con l’interesse delle comunità interessate».

«In questo documento che andiamo ad elaborare- spiega Eliano Brizio, consigliere provinciale con delega all’entroterra e vicesindaco di Prelà- nel giro di una settimana con gli altri quattro amministratori dei Comuni interessati, metteremo le criticità che derivano da questo progetto. Le più importanti sono la salvaguardi delle sorgenti d’acqua che sono tutte sul crinale e a seconda di come viene fatta l’infrastruttura si rischia di perdere l’approvvigionamento idrico di diverse frazioni e di diversi Comuni ma anche la viabilità che deve essere fatta con criterio se mai viene fatta anche perché c’è un impatto ambientale che è mica da poco. Ci sono da vedere anche una serie di problematiche dei Comuni interessati che hanno le loro criticità sulla realtà del territorio. Io conosco quelle della Val Prino che ha delle criticità ma magari il Comune di Borgomaro o quello di Aurigo o di Rezzo hanno altre criticità e diceva il sindaco Adorno che per esempio è un terreno franoso che ha avuto già smottamenti a Lavina ed andare a mettere quelle pale di un certo peso e portata possono incidere. Un amministratore vuole prima delle sicurezze prima di andare a vedere posate sul proprio territorio le pale eoliche»

Nel Comune di Prelà sono previste cinque pale secondo il progetto.

«Nel nostro Comune per quanto riguarda Prelà- prosegue Brizio- noi non hanno mai messo rilevatori di vento, avevo sentito che ne avevano messo uno, parlando in questi giorni con il sindaco di Vasia, uno da loro sulla collina e l’ho saputo quando è uscito il problema delle pale eoliche e forse ne hanno. messo nel Comune di Borogmaro ma sono tutte cose che sono uscite da quando si è saputo del progetto del parco prima non ne sapeva niente. Non si è trattato oggi di essere né favorevoli né contrari, si è cercato di capire cosa fare, cosa vuole il territorio e trovare un punto di incontro ma non c’erano né favorevoli né contrari. Ora in base a questo gruppo di lavoro ogni realtà territoriale farà le proprie osservazioni poi faremo un incontro con la ditta che dovrà installare le pale eoliche e vedremo il da farsi».

Alcuni amministratori però raccontano di essere stati contattati dai responsabili del progetto un paio di mesi fa per parlare del parco eolico.

«Due mesi fa sono stato contattato da uno dei responsabili, il signor Bresciano- ha dichiarato il sindaco di Pietrabruna Massimo Rosso– che mi ha detto che voleva parlare con me per questo parco eolico. Io sono caduto dal pero perché sinceramente non sapevo neanche di cosa parlasse e lui mi ha detto che c’è un progetto di un parco eolico, vengo e le spiego. È venuto, mi ha spiegato. Praticamente mi ha detto che sono appunto nella fase di progettazione, che poi sarebbero arrivate tutti gli incartamenti dal Ministero e noi potevamo fare delle osservazioni. Mi ha detto che faceva il giro di vari sindaci, tra cui io e quindi mi ha spiegato che venivano posizionate queste pale eoliche di altezza di 206 metri e che venivano fatte delle piste per portarle di 5 metri di larghezza, perché si possono portare solo con mezzi pesanti e non con elicotteri perché il peso è improponibile per un elicottero e che comunque avrebbero salvaguardato il territorio e che i comuni, dove ricadevano queste pale avrebbero avuto un ritorno, che poteva essere in opere pubbliche o nella creazione di comunità energetiche per abbattere il costo dell’energia agli abitanti».

«Io in generale, personalmente, non come sindaco, posso essere favorevole alle energie pulite, perché ovviamente non sono sicuramente per le energie a carbone o a petrolio e ovviamente nel nostro territorio deve essere valutata benissimo la situazione, anche perché, comunque, i nostri monti non sono giganteschi. Le nostre colline sono quello che sono, ci sono sorgenti e sono soggette a frane e quindi, secondo me, la cosa va studiata bene. Se, poi, è una cosa fattibile, o comunque una cosa che ci viene imposta, perché sappiamo che c’è una legge che ci impone entro il 2030 di raggiungere un certo numero di energia pulita se no andiamo in infrazione con l’Europa, quindi lo Stato sicuramente cercherà di raggiungere questi obiettivi, ben vengano, però se dobbiamo essere penalizzati dovremo avere anche un ritorno che sia cospicuo per gli abitanti, come l’energia gratis o per le opere pubbliche che migliorano il territorio».