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«Nelle carceri liguri detenuti violenti», la denuncia dei sindacati

19 agosto 2024 | 09:33
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«Nelle carceri liguri detenuti violenti», la denuncia dei sindacati

Pagani: «La violenza e le aggressioni alla polizia penitenziaria, oltre quattro al giorno quelle più gravi, si combattono con la sicurezza, la prevenzione, l’organizzazione, gli equipaggiamenti e, quando occorre, con la repressione concreta»

Imperia. Sono stati immediatamente trasferiti a Genova Marassi, i due detenuti, padre e figlio, che ieri hanno creato disordini nel carcere di Imperia, incendiando la propria cella. Lo rende noto Fabio Pagani, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria, che sottolinea «possiamo confermare che quella circolare diramata dal capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, tanto decantata sulla stampa dal sottosegretario al ministero della Giustizia, Andrea Ostellari, e finalizzata a contenere la spirale di violenza che si registra nelle carceri, con continue aggressioni al personale, risse fra detenuti e, talvolta, persino omicidi, non sembra affatto risolutiva e, anzi, pare
ripercorrere le direttive già vigenti e, per lo più, inattuate».

«La violenza e le aggressioni alla polizia penitenziaria, oltre quattro al giorno quelle più gravi, si combattono con la sicurezza, la prevenzione, l’organizzazione, gli equipaggiamenti e, quando occorre, con la repressione concreta – aggiunge Pagani -. Il mero trasferimento dei detenuti facinorosi, per quanto a volte necessario, proprio per la mancanza di tutto quanto anzidetto, non solo non è risolutivo, spostando il problema da una parte all’altra, ma aggrava il già insostenibile carico di lavoro del corpo di polizia penitenziaria che deve operare le traduzioni, finendo per ripercuotersi proprio sui livelli di sicurezza e così alimentando un circolo vizioso».

Il sindacalista denuncia il fatto che i detenuti più violenti provenienti dal Piemonte «sono stati dirottati rispettivamente nelle carceri di Marassi, Sanremo, La Spezia e Genova Pontedecimo e sono tra i protagonisti degli ultimi eventi critici accaduti in Liguria».

«Se davvero si vogliono risollevare le sorti dell’esecuzione penale e, particolarmente, di quella inframuraria, il Governo prenda compiutamente atto della perdurante emergenza e vari un decreto carceri che consenta assunzioni straordinarie e con procedure accelerate nel corpo di polizia penitenziaria, mancante di 18mila unità, il deflazionamento della densità detentiva, il potenziamento degli equipaggiamenti, delle
strutture e delle infrastrutture e, parallelamente, lavori a riforme complessive che reingegnerizzino il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e riorganizzino il corpo di polizia penitenziaria», conclude Pagani.
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