Le reazioni

Il progetto del parco eolico spacca l’entroterra: previsto un vertice in Provincia

Dalla Valle Impero alla Valle Arroscia crescono le preoccupazioni non solo tra gli amministratori ma anche tra i cittadini ed associazioni

Imperia. Il progetto del parco eolico con da 32  aerogeneratori la cui altezza massima sarà di 209 metri che le renderà visibili, in condizioni meteo ottimali, già dal colle di Nava, spacca l’entroterra e scalda gli animi dei sindaci della zona: prevista domani sera una riunione in Comune a Pieve di Teco con gli amministratori della Valle Arroscia ed Impero mentre per la settimana prossima sarà convocato un vertice in Provincia. Molti gli argomenti di discussione tra cui gli espropri ma anche le sorgenti d’acqua presenti nelle zone dove sorgeranno le pale e l’impatto ambientale che il progetto porterà nell’entroterra. Le aree storiche di pastorizia transumante, le rotte migratorie di grandi uccelli. Non solo gli amministratori sono preoccupati ma anche tra i cittadini dei paesi coinvolti si stanno creando preoccupazioni e sono già pronti a far sentire la propria voce.

I sindaci dell’entroterra fanno tanto per far rinascere i loro territori ma poi « è come fare un castello di carte- spiega il consigliere provinciale con delega all’entroterra Elio Brizio – e te lo buttano giù. Trai tanti problemi da affrontare e discutere sono anche le sorgenti d’acqua, le hanno tenuto in considerazione nel progetto? Magari fanno le infrastrutture e perdiamo le sorgenti, ci sono da valutare tante cose. Non è solo di venire e mettere le pale e fanno credere che danno le royalty ai Comuni, va affrontato Comuni, Provincia e parti interessate. C’è anche la parte degli espropri dei terreni, sulla carta si fa presto ma sui territori non è così facile».

«Le amministrazioni locali non sono state neanche portate a conoscenza di ciò che era intenzione fare- prosegue Brizio– avessero comunicato prima in modo tale che le amministrazioni fossero state preparate al problema. Ci siamo già ritrovati il pacchetto già fatto praticamente quasi esecutivo, dove abbiamo venti giorni di tempo per fare delle osservazioni».

«Ci siamo ritrovati questo progetto- spiega il sindaco di Borgomaro, Massimo Mela–  e faremo opposizione ma non so fino a quanto riusciremo a farla perché non sono passati  a chiederci dove mettere gli areogeneratori ma solo per informarci che avrebbero presentato questo progetto direttamente al Ministero. A quanto ho capito si dovrà procedere anche a degli espropri che li può fare, o il Comune oppure lo Stato. Io, di certo, non li farò di certo, se loro lo possono fare vuol dire che sono un piano sopra. Nei prossimi giorni faremo delle riunioni di sicuro per confrontarci».

Dalla Valle Impero alla Valle Arroscia crescono le preoccupazioni non solo tra gli amministratori ma anche tra i cittadini, soprattutto per chi abita vicino a dove sorgeranno le pale. 

«Faremo l’incontro salvo imprevisti domani- spiega Angelo Arrigo, sindaco di Aurigo- per discutere un attimo le eventuali iniziative da mettere in atto vero è che le competenze comunali sono veramente limitate cioè praticamente non abbiamo poteri diretti di intervento, possiamo formulare delle osservazioni però non abbiamo crediti di intervento per eventuali blocco dei lavori. Noi abbiamo avuto notizia fine mese scorso, abbiamo preso atto che nel nostro territorio ci saranno cinque installazioni previste poi tutta l’appunto ce l’avete come dato sono 32, previste le opere di collegamenti. Stiamo studiando un po’ l’evoluzione, vedremo quali elementi si potranno portare avanti e in quali termini quindi adesso diciamo è un po’ prematuro sapere dove andiamo a parare e quali elementi concreti giuridicamente possiamo avere a disposizione personalmente ritengo molto pochi».

Preoccupazione anche da parte del Coordinamento dell’Associazione Rinascimento dall’Entroterra.

«Appresa la notizia di un progetto di imprese private per la installazione di trenta pale eoliche nella Area del Parco Alpi Liguri lungo il crinale che parte dal Monte Guardiabella passando per Monte Moro per giungere al Monte Follia e oltre, ricadente nel territorio di ben nove Comuni dell’imperiese, considerate le notevoli dimensioni delle pale e il conseguente impatto ambientale e paesaggistico, Rinascimento sottolinea quanto segue: se è vero che i Comuni interessati sono chiamati a fornire argomentati pareri entro il 29 agosto prossimo, pare senza esser stati coinvolti in precedenza sul progetto stesso se non marginalmente, occorre valutare le modalità con cui tale termine possa esser prorogato in modo da consentire ai piccoli Comuni coinvolti un doveroso approfondimento e che la Regione, sino ad ora apparentemente silente sul progetto, fornisca ai Comuni stessi il supporto di adeguata documentazione e dirigenti competenti in materia» ma anche necessario «un doveroso approfondimento circa la necessità – a parità di efficienza rispetto ad altre soluzioni meno impattanti – del notevole dimensionamento delle pale (alcune di addirittura di 209 metri) e delle infrastrutture di servizio che impattano su contesti storico-ambientali di pregio (importanti rotte migratorie di grandi uccelli, sito archeologico del “Castellaro del Monte Follia”, area ambientale di pregio del Guardiabella e del Passo del Lupo/San Bernardo/Lavinella, aree storiche di pastorizia transumante come ben documentato dalle antiche “caselle” ancora diffuse lungo tutto il percorso e in particolare presso Monte Moro e su una linea di crinale dall’alto valore paesaggistico ben visibile dalle Alpi Marittime e dalla costa».

«Le prime reazioni di diverse Amministrazioni comunali- conclude il coordonamento- mostrano quanto lo sconcerto non siano solo della nostra Associazione e quanto sia necessario fare chiarezza sull’iter seguito da questo progetto (chi ne era a conoscenza? Provincia di Imperia ed ANCI sono state coinvolte e in quale maniera?). Il tema riguarda più in generale non solo il rapporto tra gli Enti sovra-ordinati, le istituzioni locali e le comunità che rappresentano, ma anche quello tra questi e i privati che vogliono fare impresa sui territori. Questo progetto deve essere discusso nei Comuni con altre tempistiche. Per questo, auspichiamo al più presto un incontro conoscitivo con la popolazione. Siamo sin d’ora disponibili a farci parte attiva per coinvolgere non solo le istituzioni, ma anche e soprattutto i responsabili di I8 + Energia che ha depositato il progetto».

Da dieci anni, però, ad Armo c’è l’unico, al momento, parco eolico della provincia di Imperia.

«Noi abbiamo le uniche due pale autorizzate- spiega Massimo Cacciò sindaco di Armo- che sono in provincia di Imperia. Da noi non ci sono problemi per quanto riguarda , ad esempio, il pascolo perché le aree adiacenti sono limitate con la recinzione, proprio a ridosso delle pale ed intorno c’è il pascolo. Le nostre pale sono alte, a rotore, al centro delle tre pale ,109 metri. Quando le abbiamo installate dieci anni fa erano le più alte installate, sicuro in Liguria ma forse anche nel nord Italia ed infatti ci vengono a fare le esercitazioni congiunte dei vigili del fuoco delle Regioni Piemonte, Liguria, Valle D’Aosta e Lombardia».

«Con queste due pale- prosegue Cacciò- non sono preoccupato perché impattano poco ma logicamente averne 32 anche se dislocate sul territorio, è impattante. Tanti sono contrari all’eolico a prescindere noi abbiamo i nostri benefici, dal paese non si vedono neanche, rumore non ne fanno e problemi non ne fanno. Se uno ci va vicino, senti girare leggermente la pale, lo spostamento del vento ma non è insopportabile. Quelli che abitano a Caprauna, che magari possono subire di più l’inquinamento acustico ad oggi non hanno mai sollevato nessun problema. Noi con le nostre due pale abbiamo il nostro ritorno economico, però sono state installate da una ditta privata e non dal Comune e abbiamo solo benefici ma ripeto due sono due, un conto ne avessimo una decina sarebbero impattanti».

 

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