Il caso

Dipendente dell’Anagrafe di Sanremo sotto pressione finisce al pronto soccorso

A causare il malore la richiesta di una carta d'identità urgente

anagrafe sanremo
- Foto d'Archivio

Sanremo. Una dipendente dell’ufficio Anagrafe-demografici del Comune di Sanremo è finita al pronto soccorso, lo scorso martedì mattina, in seguito a presunte pressioni ricevute per il rilascio di una carta d’identità, richiesta da un famigliare di un noto professionista sanremese. Il caso emerge a distanza di pochi giorni e a confermarlo sono fonti sanitarie.

Secondo quanto ricostruito, negli uffici comunali del Palafiori, una dipendente ha avuto un attacco di panico dopo aver ricevuto dai piani alti di Palazzo Bellevue l’intimazione a procedere seduta stante al rilascio del documento d’identità, che era stato smarrito dal legittimo titolare. In preda al malessere e con di fronte a sé decine di utenti in coda, la donna si è recata subito agli sportelli dell’Asl1 (si trovano a pochi passi dall’Anagrafe, al primo piano della struttura di corso Garibaldi), dove le sono state somministrate delle gocce calmanti. Successivamente, è stata trasportata in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale Borea. La funzionaria è ora in malattia per infortunio.

Quello accaduto martedì sembra essere solo l’ultimo di una serie di episodi verificatisi all’Anagrafe e Stato civile della Città dei fiori, attualmente “diretti” da due funzionari, nominati dall’Amministrazione uscente. Due responsabili del servizio per un settore che di norma ha sempre viaggiato come un blocco unico, ma che da alcuni mesi è stato spacchettato a metà (competenze e personale) per ragioni non note.

Un altro caso particolare si è registrato circa un mese fa, quando un ex dirigente dell’ente locale si è recato in corso Garibaldi per ottenere la trascrizione di un divorzio internazionale per conto terzi. Di pratiche simili inevase, sulle scrivanie del Palafiori, ce ne sono a bizzeffe, a causa della scarsità di personale a disposizione capace di perfezionare questo tipo di atti non comuni. Sta di fatto che l’istanza curata dall’ex dirigente risulta evasa nell’arco di un mese, nonostante una serie di altri protocolli precedenti continuino ad accumulare polvere in attesa che qualcuno se ne occupi.

commenta