Gli strascichi

Di Malta dà ragione a Salesi: «Ma non si è accorto che amministra con Sanremo al Centro»

Continua il botta e risposta tra l'ex iscritto confluito nella lista dell'ex sindaco e il segretario cittadino dei Dem: «Oggi il Pd ha meno amministratori in Comune»

Sanremo. «Salesi ha ragione, non sono nessuno e non rappresento nessuno. Infatti, mi stupisce chi si preoccupa della mia discreta presenza alla scorsa Festa dell’unità e, ancor di più, il fatto che il segretario cittadino del Pd si sia preso la briga di rispondermi con un parere così articolato. Questo mi obbliga a chiarire alcuni punti, per non essere frainteso». Continua il botta e risposta a distanza tra l’ex iscritto del Partito Democratico e suo storico militante, il sanremese Flavio Di Malta, e l’attuale segretario cittadino dei Dem, Gianni Salesi. Dopo la possibile apertura del primo a un ritorno nel partito, favorito dai prossimi momenti congressuali (le elezioni regionali faranno slittare il rinnovo della segreteria matuziana, mentre nel 2025 è previsto il nuovo congresso provinciale, ndr), e la risposta piccata di Salesi, che ha parlato di “voltagabbana”, per descrivere i militanti fuoriusciti dal Pd dopo la spaccatura sorta in seno all’amministrazione Biancheri bis, è Di Malta a riprendere la parola.

«Non ho rinnovato la tessera 2024, ma per vent’anni l’ho tenuta in tasca. L’altro giorno ho partecipato alla Festa dell’unità di Camporosso in compagnia di amici. E’ stata l’occasione per sentire che aria tira», – esordisce Di Malta, che alle ultime amministrative si era candidato contro il Pd nella lista di Sanremo al Centro, l’associazione dell’ex sindaco Biancheri -. «A malincuore avevo lasciato la direzione cittadina e altri si erano sospesi, dopo un lungo periodo di difficoltà politico-relazionale con la segreteria cittadina e la maggioranza che la sostenevano. Se cambierà o no qualcosa, si vedrà solo ai prossimi congressi. Nel 2025 c’è la scadenza naturale del ‘provinciale’ e ho sentito parlare del ‘cittadino’, in programma questo ottobre. Due momenti importanti, anche se mi interessano di più la politica e le battaglie che riuscirà a fare il partito in città».

La candidatura in Sanremo al Centro. Salesi ha parlato di lei come di altri “ex”, dandovi dei voltagabbana. «Non è stata una scelta facile. Inizialmente non mi sarei voluto candidare, ma dopo aver rifiutato alcune richieste a sinistra, che ho ritenuto provocatorie, ho accettato di fare squadra in Sanremo al Centro con l’ex vicesindaco, Costanza Pireri. Rimproveravo al partito una certa ambiguità nei rapporti con l’amministrazione Biancheri, mai chiarita fino in fondo: nei momenti immediatamente successivi alla spaccatura si poteva trovare un compromesso, chiedendo al sindaco (Biancheri) una rappresentanza in consiglio comunale o in giunta. Altrimenti, andavano staccate tutte le spine, per andare all’opposizione. Questa la posizione che si è cercato di portare avanti senza successo».

Alla luce del risultato e dell’elezione sfumata, rimpiange la scelta? «No, nessun rimpianto. Sono stato candidato diverse volte con il Pd, dando il mio contributo e ricevendo il sostegno e la considerazione che la comunità, e il partito, ha ritenuto ogni volta di darmi. Il brutto incidente subito da Costanza, viva per miracolo, mi ha fatto mettere in secondo piano qualsiasi aspettativa e mi sono concentrato sul far passare i temi e le idee che mi stanno a cuore».

Il peso del Pd nella maggioranza Mager. «Nell’amministrazione Biancheri bis c’erano due assessori e tre consiglieri. Oggi, il Pd a Palazzo Bellevue ne ha uno e uno. E’ un dato di fatto. Se poi ci si aggiungono gli altri incarichi amministrativi nelle società partecipate, che mancano all’appello, il quadro si completa. La seconda forza di maggioranza per percentuale di voti presi è Sanremo al Centro, altro fatto scritto sulla carta. Al segretario Salesi sfugge che la forza che rappresenta e Sanremo al Centro sono sedute vicine in consiglio comunale. A me questa cosa non dispiace, credo anche ad altri, ma è un mero parere personale del signor nessuno».

Ci sono segnali che… «Anche su questo punto ha ragione Salesi. Non bisogna essere allusivi, meglio parlar chiaro. Io ritengo che al Partito Democratico stia stretto il 6% raccolto alle ultime comunali, quando potrebbe tornare a crescere, riunendo tante forze e tante persone civiche, che possono guardare da quella parte. Non mi ritengo un “dissidente”, e ho accetto di buon grado la sconfitta avuta al congresso che aveva portato all’elezione dell’amico Maurizio Caridi, appoggiato dal segretario provinciale, Cristian Quesada, e da storici iscritti come Andrea Gorlero, Dario Biamonti e Massimo Donzella, e di tutto l’allora gruppo consigliare. Ero contento di aver perso, per aver fatto crescere il partito, portando molte persone valide. Forse il pluralismo bisogna saperlo gestire. In questo senso, Salesi sarà sicuramente maestro, come lo è stato nelle sue passate direzioni».

Conclude Di Malta: «Salesi ha nuovamente ragione quando dice che non sono nessuno e non rappresento nessuno, oggi come allora nella direzione del Pd. Quando aprivo un nuovo circolo, quando mi battevo per il mio quartiere con la bandiera in mano, quando restavo attivo sostenitore del partito in ogni circostanza, dal percorso nei giovani democratici in poi. Quando ci mettevo la faccia oltre che il cuore, non ero nessuno, non rappresentavo nessuno. Perché? Perché il mio è un profilo sicuramente non adatto a questo Pd sanremese».

(In copertina al centro, Di Malta alla riapertura della pinacoteca di Coldirodi)

leggi anche
Dem o non dem
Di Malta invoca i congressi, risponde Salesi: «Voltagabbana che non rappresenta nessuno»
Fuori dal coro
I “dissidenti” guardano ai congressi, Di Malta: «Il Pd può valere molto di più»