Bocciato il ricorso di Confesercenti, i salassi di Rivieracqua non si toccano
Sentenza del Tar Liguria dichiara inammissibile il ricorso presentato dall’associazione di categoria. Avvocato Anna Russo: «I cittadini sono senza tutele»
Imperia. I salassi provocati dalle nuove tariffe di Rivieracqua, introdotte a inizio anno, non si toccano. A stabilirlo, oggi, con sentenza, è il Tar della Liguria, che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Confesercenti di Imperia e Confinvest srl – tutelati dagli avvocati Luigi Cocchi e Anna Russo -, contro il commissario ad acta della Provincia per l’esercizio delle funzioni di governo dell’ambito idrico imperiese, Claudio Scajola.
La causa nasce a ottobre del 2023, quando il commissario Scajola emana i decreti di approvazione della revisione tariffaria per il biennio 2022/2023, con attuazione dell’aggiornamento tariffario. Per Confesercenti, e altre realtà associative, le nuove tariffe hanno determinato “un esponenziale aumento tariffario nei confronti dell’utenza, ed in particolare delle utenze per uso commerciale e produttivo, i cui titolari hanno visto applicare, retroattivamente, incrementi estremamente rilevanti, determinati al solo fine di far fronte ai disavanzi accumulati dal gestore Rivieracqua nelle gestioni pregresse, che hanno portato la società in situazione di strutturale dissesto”.
Il tribunale amministrativo regionale ha rigettato il ricorso della Confersercenti, dichiarandolo inammissibile sotto il profilo formale. Per il Tar, le tariffe in vigore non sono definitive, perché manca l’approvazione di Arera. Un motivo sufficiente per far cadere qualsiasi impugnativa, che secondo i giudici provocherebbe un’indebita intromissione del tribunale nelle valutazioni che deve ancora compiere l’autorità nazionale per l’energia.
A spiegarlo è l’avvocato Anna Russo di Sanremo: «Anche se le tariffe non sono definitive, queste vengono già applicate e colpiscono i cittadini. Di fatto, scopriamo che gli utenti danneggiati non hanno, al momento, strumenti giuridici di tutela. Un grave vulnus, che penalizza l’azione di contrasto messa in campo da più soggetti. Il Tar, inoltre, non dice nulla sulla procedura adottata dal commissario Scajola, a nostro avviso illegittima, perché in contrasto con la normativa di riferimento. Ragioneremo su un eventuale ricorso al Consiglio di Stato», – conclude il legale, che ha seguito il caso per conto di Confesercenti Imperia -.
(In copertina, una protesta dei comitati per l’acqua durante il consiglio comunale di Taggia)