Balneari a bocca asciutta, nella Riviera dei Fiori si riesuma una norma della Seconda Guerra
Dal governo l’ennesima promessa di un intervento sulle concessioni demaniali marittime. Imperia e Ospedaletti rispolverano il codice della navigazione del 1942 per giustificare il differimento delle scadenze
Ospedaletti. Governo “desaparecido” e comuni in ordine sparso. L’estate calda dei balneari della Riviera dei Fiori volge verso la tagliola delle concessioni demaniali marittime, in scadenza a fine anno. Il termine improrogabile, stabilito dalla giustizia comunitaria e del Consiglio di Stato, fissa al 31 dicembre 2024 la fine di tutte le concessioni demaniali in essere. Un argomento spinoso, sul quale il centrodestra al governo aveva fatto, in campagna elettorale, ampie promesse alle associazioni di categoria. Ieri, nella seduta dell’ultimo consiglio dei ministri prima della pausa estiva, l’ennesimo nulla sul tema. Pochi minuti fa, l’annuncio di una provvedimento di riordino inserito all’ordine del giorno della prossima riunione dell’Esecutivo.
Nella provincia di Imperia, dove il turismo marittimo è uno degli asset portanti dell’economia locale, i Comuni costieri si trovano con il cerino in mano, nella totale assenza di linee guida ministeriali e regionali. La fiamma è quasi arrivata alle dita e il rischio di scottarsi è alto. In gioco c’è un settore vitale, creatore di posti di lavoro. Per non rischiare la bruciatura, il primo ente locale a muoversi è stato il Comune di Imperia, guidato dal sindaco ed ex ministro Claudio Scajola. Nei giorni scorsi, la giunta municipale ha approvato una delibera di indirizzo con la quale assegna agli attuali titolari di concessioni demaniali marittime 60 giorni, dalla pubblicazione dell’atto, per la presentazione di progetti di riqualificazione, messa in sicurezza e implementazione delle strutture balneari. Allo scadere del periodo, nei successivi 30 giorni eventuali soggetti interessati a subentrare nella gestione degli stabilimenti in concessione potranno presentare un progetto concorrente.
Una procedura molto simile è stata adottata dalla giunta di Ospedaletti del sindaco Daniele Cimiotti. Qui, il caso è emblematico. Quella approvata di recente è la terza delibera nell’arco di 8 mesi sul tema del rinnovo delle concessioni demaniali marittime. La prima risale al dicembre del 2023, con cui l’ente differisce al 31 dicembre 2024 le scadenze. Un provvedimento assunto da tutti i comuni costieri del Ponente, a partire da quello di Sanremo. Poi, a febbraio 2024, la giunta Cimiotti emana il primo indirizzo in materia di concessioni, scandendo il termine del 30 settembre per la presentazione dei progetti di riqualificazione degli stabilimenti. Circa 20 giorni fa, la stessa giunta comunale vara un nuovo indirizzo, annullando il precedente e slittando il termine per la presentazione delle proposte al 15 ottobre.
Sia Imperia che Ospedaletti, per velocizzare le assegnazioni hanno trovato l’appiglio legale in una norma risalente alla seconda guerra mondiale: il codice della navigazione del 1942. L’articolo di riferimento è il 36, rubricato “concessioni di beni demaniali”. Prescrive la possibilità per le amministrazioni locali, “compatibilmente con le esigenze del pubblico uso”, di “concedere l’ occupazione e l’ uso, anche esclusivo, di beni demaniali e di zone di mare territoriale per un determinato periodo di tempo”. Segue l’articolo 37: “Nel caso di più domande di concessione, è preferito il richiedente che offra maggiori garanzie di proficua utilizzazione della concessione e si proponga di avvalersi di questa per un uso che, a giudizio dell’amministrazione, risponda ad un più rilevante interesse pubblico”.
La riesumazione del codice della navigazione del ’42 appare agli occhi degli addetti ai lavori come una maniera per i Comuni di tutelarsi in caso di ricorsi per i mancati rinnovi. Una difesa basata sull’aver avviato un iter, pur non riuscendo a concluderlo entro il 31 dicembre. Buona anche per giustificare un altro differimento contrario al diritto vigente. In questo senso il Comune di Ospedaletti, che nella propria delibera ha messo le mani avanti: “…stante la necessità di dare la possibilità ad eventuali terzi interessati di disporre un congruo e corrispondente tempo per predisporre la documentazione progettuale concorrente, molto probabilmente non si potrà rispettare il termine del 31 dicembre 2024“. E’ la stessa Amministrazione civica a riconoscere ufficialmente che sarà molto difficile rispettare i tempi imposti. La procedura adottata dai due municipi imperiesi non è priva di aspetti poco chiari. Sul portale del Comune di Imperia, la delibera di indirizzo in materia di concessioni è praticamente introvabile. Un elemento di scarsa trasparenza, per una procedura concorrenziale, che di fatto verte sull’assegnazione di concessioni pubbliche, oggetto di una potenziale procedura di infrazione comunitaria.
«Senza linee omogenee date a livello nazionale, ogni Comune si comporta in modo differente. C’è una differenza di trattamento degli operatori inaccettabile – commenta Luciano Vazzano, segretario cittadino di Cna -. La nostra associazione ha scritto nei giorni scorsi alla premier Meloni e al presidente della conferenza Stato-Regioni, Fedriga, per richiedere con urgenza criteri nazionali per la predisposizione dei bandi. Le azioni intraprese dai Comuni di Imperia e Ospedaletti sono il frutto della totale mancanza di linee guida. Spero vivamente che si possa arrivare a una soluzione, a tutela di un comparto importantissimo per il nostro territorio».