«Se non ci fosse questa giunta avrei lasciato la Sanremese»
Il presidente biancazzurro ha presentato la nuova stagione. Masu: «Senza strutture nuove anche la Serie D è un lusso»
Sanremo. «Se la vecchia Amministrazione fosse durata ancora un anno, avrei già riconsegnato in Comune le chiavi dello stadio. Questa nuova giunta ha dimostrato con le parole all’inizio, e poi con i fatti, che c’è ed è attenta. Nel momento in cui è sorto il problema della pericolosità delle torri faro, questo è stato risolto nell’immediato. Per ciò voglio ringraziare il sindaco Alessandro Mager e il neo assessore allo Sport, Alessandro Sindoni». A dichiararlo è il presidente della Sanremese Calcio, Alessandro Masu, nel corso della conferenza stampa di presentazione della stagione sportiva 2024/2025, dominata più che dal calcio, dai rapporti tra il sodalizio biancazzurro e Palazzo Bellevue. Sullo sfondo la realizzazione dell’Arena Sanremo, progetto faraonico per la creazione di una struttura capace di accogliere fino a 13 mila persone per eventi e concerti. Un progetto partito in salita, con una battaglia tra ente locale e società che si sta giocando sul campo del Tar Liguria.
A rispondere alle domande è stato il presidente della società dilettantistica, da 3 anni al vertice della squadra matuziana. Ambizioni importanti, finora sopite. I professionisti rimangono un miraggio. «Sono contento di avere per la prima volta qui l’assessore allo Sport, presente alla conferenza stampa di inizio stagione. Un segnale positivo che è mancato negli ultimi anni», – ha proseguito Masu, subito prima di intervenire, su assist ad hoc del proprio staff, per chiarire le voci che lo davano molto vicino nella recente campagna elettorale al senatore Gianni Berrino e alla coalizione di centrodestra. «La Sanremese ha aspettato che il primo cittadino (riferito all’uscente, Alberto Biancheri) sposasse o meno l’interesse della nostra società. L’associazione della mia persona al gruppo dell’ex candidato sindaco, Gianni Rolando, è dovuta alla presenza fissa allo stadio di esponenti di quell’area politica. Il senatore Berrino e Antonino Consiglio (di Fratelli d’Italia, ndr) sono i benvenuti alle partite, come lo sono i nuovi amministratori della giunta Mager. Le voci? Solo malelingue».
Il nuovo stadio. «Mi auguro che la nuova Amministrazione, competente com’è, analizzi in tempi rapidi il progetto dell’Arena perché abbiamo già perso un anno. Ora ci sarebbero già gli scavi a Pian di Poma o qui, in corso Mazzini, se da parte del Comune ci fosse stata la volontà di andare avanti. Ripeto, non chiedo soldi pubblici, finanzieremo tutto l’investimento con l’apporto di soci privati che entreranno nella Sanremese con la prospettiva di farla crescere. Sicuramente ripresenteremo il progetto di Arena Sanremo collocata in una località diversa da quella originaria, corso Mazzini. Penso a Pian di Poma. Credo molto in questa Amministrazione. L’Arena è di assoluto interesse pubblico».
L’obiettivo. «Gli incassi della domenica non bastano neanche per coprire i costi degli steward, – ha aggiunto Masu, tornando a parlare di nuovo stadio -. Investire sui calciatori per portare la squadra in Serie C, senza avere la possibilità concreta di realizzare introiti adeguati, oltre a quelli derivanti dagli sponsor, equivale a fallire e ripartire dalla terza categoria. Credo non lo voglia nessuno. Per centrare l’obiettivo che mi ero dato nei primi 5 anni dall’inizio della mia avventura a Sanremo, sono necessarie le strutture. La società da sola non ce la può fare. In mancanza di una stretta collaborazione con l’amministrazione comunale, la Serie D è già un lusso».
L’assessore Sindoni. «Auguro il meglio alla Sanremese. Le strutture sono queste e la mia competenza è limitata alla loro gestione, non mi occupo dei lavori pubblici o di grandi opere. Dobbiamo fare i conti con le difficoltà di un territorio aspro e di uno stadio vincolato pesantemente sotto il profilo architettonico. Terremo aperto un confronto costante con la società, per parlare di sport e non di politica. Le elezioni sono andate. Le abbiamo vinte. Il resto è acqua passata».