Retroscena

Orlando guarda al mondo civico, «Immagino una lista di coordinamento aperta ai moderati»

«Sulla base di un accordo essenziale che parta dalla tutela del territorio e dalla contemporanea costruzione di un metodo di governo che rompa con alcune dinamiche Genova centriche»

Andrea Orlando festa unità camporosso

Camporosso. Nel 2020 Giovanni Toti vince le elezioni regionali liguri grazie all’affermazione straordinaria del suo movimento civico, Cambiamo, che ottiene il 22,61% dei consensi, surclassando i partiti di ogni schieramento. Un capitale elettorale che all’alba delle dimissioni del presidente, coinvolto nell’inchiesta della procura di Genova per presunti finanziamenti illeciti, falso e corruzione, rischia di disperdersi, pur rimanendo determinante.

E’ presto per parlarne, ma ieri a Camporosso, prima di ricevere sul palco della festa dell’Unità di Bigauda l’investitura da potenziale candidato presidente del campo largo progressista – al fianco di Ferruccio Sansa e Fabio Tosi (M5S), oltre a Carla Nattero (Sinistra italiana), Gianni Pastorino (Linea condivisa), Simona Simonetti dei Verdi, Patrizia Acquista (Italia Viva) e Cristina Lodi (Azione) -, l’onorevole del Partito Democratico, Andrea Orlando, un messaggio rivolto alla galassia di sindaci e amministratori civici della Liguria lo ha lanciato senza indugio. Non platealmente, è mancata la domanda del relatore chiamato a tenere le redini del confronto pubblico. Ma a richiesta specifica della nostra redazione.

La Liguria ha la popolazione di una grande città europea (Roma da sola fa un milione di abitanti in più, ndr), le elezioni agli estremi del capoluogo regionale si vincono andando comune per comune… Se fosse lei il candidato presidente, aprirebbe al mondo civico che ha creduto nella politica di Toti? Nel caso, su quali basi? «Io credo che un certo civismo moderato di questa regione possa trovare una sua sede in un centrosinistra rinnovato, sulla base di un accordo essenziale che parta dalla tutela del territorio e dalla contemporanea costruzione di un metodo di governo che rompa alcune dinamiche Genova centriche», – spiega il deputato Dem -.

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Deve essere il Pd a dettare la linea? «Il Pd ha un ruolo baricentrico sulla base del risultato elettorale delle europee. Ciò non preclude la possibilità che si possa lavorare a una ‘lista di coordinamento’ della coalizione, come io la immagino, che sia un punto di appoggio del presidente e allo stesso tempo un elemento di raccordo di esperienze di carattere civico di segni diversi».

A Ponente le decisioni importanti le prendono in due. Sono entrambi sindaci civici, che si sono proposti con in mano il vessillo degli anti-partiti nei Comuni. L’uno si chiama Claudio Scajola, sindaco di Imperia e presidente della Provincia. Ex ministro e coordinatore della prima Forza Italia. Indirizzato verso la fine del suo doppio secondo mandato. L’altro è una novità assoluta, frutto di un accordo esemplare tra civici moderati e centrosinistra, che ha relegato all’opposizione le destre a Sanremo: si tratta dell’avvocato Alessandro Mager. Andrà a parlare con entrambi? «Il perimetro della coalizione lo deve definire la coalizione stessa. Mi sentirei di sostenere l’apertura di un confronto solo se a chiedermelo dovesse essere la coalizione nel suo insieme», – ha concluso Orlando -.

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