“No alla diga”. 1 anno dopo la manifestazione a Badalucco cosa è cambiato?
«Restiamo uniti, vigili e determinati, pronti a lottare e a contrastare ad oltranza ogni forma di diga sul torrente Argentina»
Badalucco. Domenica 28 luglio 2024 ricorre il primo anniversario della grandiosa manifestazione popolare del 28 luglio 2023 contro dighe e invasi, che si è svolta nelle piazze e nelle vie di Badalucco. A fare il punto per il Gruppo di cittadini “Insieme per Amore contro ogni forma di diga” sono Antonio Panizzi, Franco Bianchi, Gianna Maria Boeri Costante Lanteri, Colombo Panizzi.
«La via civile di opposizione ad ogni forma di diga nella Valle Argentina insieme al ricorso al T.A.R. presentato dal Comune di Badalucco hanno avuto successo. Il finanziamento è saltato e quindi il progetto della diga di Glori è stato bloccato. Per il momento il pericolo è scampato.
Purtroppo rimane scritta nell’Aggiornamento del Piano d’Ambito Rev. 4.0, adottato con Decreto n.12 in data 27/10/2023, da parte del Commissario ad Acta dell’Ente di Governo dell’Ambito Territoriale Ottimale Ovest Imperiese, alle pagine 131 e 132, la previsione del Bacino sul torrente Argentina, ovvero Diga, per un importo richiesto di 55 milioni di euro.
Tale aspetto risulta ancora più preoccupante, considerato il probabile ingresso in Rivieracqua di un socio privato, che avrebbe la facoltà di realizzare quanto previsto dal suddetto Piano d’Ambito, magari utilizzando altre fonti di finanziamento. Abbiamo chiesto lo stralcio della suddetta previsione con istanza scritta e protocollata il 20 marzo 2024 ai Comuni della Valle Argentina e in particolare a quelli di Taggia e Molini di Triora, rappresentati nel Consiglio Provinciale, ma fino ad ora la richiesta non è stata accolta. Non siamo tranquilli e continuiamo ad insistere presso gli Enti competenti per ottenere lo stralcio definitivo della previsione del Bacino sul torrente Argentina dal Piano d’Ambito. Restiamo uniti, vigili e determinati, pronti a lottare e a contrastare ad oltranza ogni forma di diga sul torrente Argentina.
Ribadiamo in sintesi le seguenti motivazioni di opposizione espresse in assemblee, manifestazioni ed incontri pubblici nonché in documenti inviati ai Comuni della Valle Argentina:
Affermazione del rispetto del più importante principio umano: la libertà di vita. Gli abitanti vogliono vivere una vita serena, senza la minaccia di dighe/invasi/bacini sopra la testa;
Franosità e fragilità del territorio della Valle Argentina sotto i profili idrogeologico e tettonico/sismici;
Tutela dal rischio di cementificazione di una Valle meravigliosa e ancora incontaminata;
Salvaguardia dell’ecosistema che sarebbe gravemente compromesso a seguito di eventuali sbarramenti delle acque;
Consideriamo prioritari gli interventi costanti di manutenzione/riparazione/rinnovamento di una rete idrica datata, che fa acqua da tutte le parti e ne disperde più del 40%.
Sosteniamo, come affermano autorevoli esperti del C.I.R.F. (Centro Italiano di Riqualificazione Fluviale), Docenti universitari e Direttive europee, che i corsi d’acqua si comportano come dei nastri autotrasportatori e devono essere lasciati liberi di scorrere naturalmente dalla sorgente alla foce.
Chiediamo di intensificare la ricerca, la ricarica e lo sfruttamento delle falde acquifere sotterranee, che sono il miglior sito di stoccaggio delle acque. L’acqua potabile può essere può essere captata attraverso sorgenti e pozzi; l’acqua irrigua può essere derivata attraverso vasche e piccole traverse, e ciüxe de sti agni».