Il caso

La privatizzazione del Saint Charles e il doppio punto nascite affondano i conti dell’Asl1 Imperiese

Nel primo semestre del 2024 il disavanzo è di 40 milioni di euro, la metà derivante delle scelte della giunta Toti

Sanremo. Circa 15 milioni di euro stanziati dalla sanità regionale per assicurare la riapertura dell’ospedale Saint Charles di Bordighera, affidato a un gestore privato. Altri 5 per restituire il punto nascite alla città di Sanremo, riattivato grazie alle cooperative, il 15 febbraio, nelle nuove sale parto del Borea ristrutturate di recente. Le due operazioni fortemente volute dalla giunta Toti hanno pesato non poco sul bilancio dell’Asl1 Imperiese.

A svelare le cifre è stata ieri la Cisl che in una nota stampa ha alzato il velo sul disavanzo accumulato dall’azienda sanitaria imperiese nel primo semestre del 2024: 40 milioni di euro. Il più grande “buco” delle 5 Asl liguri, tutte in rosso. Dei 40 milioni di deficit, per il sindacato una buona metà sono dovuti alle scelte della giunta regionale su Bordighera e Sanremo. La privatizzazione del Saint Charles, avviata ufficialmente il 6 marzo dopo anni di trattative (passate per l’abbandono dell’azienda di un direttore generale, Silvio Falco), costa alla sanità locale circa 15 milioni di euro l’anno. All’incirca quanto spendeva la Regione prima della fine dell’esperienza della gestione diretta. Un importo destinato ad aumentare, qualora dovessero essere mantenute le promesse di riapertura del pronto soccorso (doveva avvenire ad aprile).

La vicenda del punto nascite di Sanremo è ancora più emblematica. La Città dei fiori aveva perso il reparto di Ginecologia-Ostetricia a causa dei lavori di ristrutturazione avviati nel periodo Covid. Trasferito temporaneamente a Imperia, il punto nascite non è più tornato indietro per ragioni strettamente politiche, fino a quando le polemiche bipartisan sollevate dall’Amministrazione sanremese, sotto la guida dell’ex sindaco Alberto Biancheri, hanno fatto sì che l’ospedale Borea recuperasse il servizio grazie ai contratti siglati dall’Asl1 con le cooperative. Valore dell’investimento oltre 5 milioni di euro, equivalenti al costo stimato per la gestione esternalizzata di un solo anno di attività. Infatti, con il personale a disposizione dell’Asl1 sarebbe stato impossibile sostenere due Ostetricie, visto che è a malapena sufficiente per tenere in piedi il punto nascite del capoluogo.

La situazione è talmente complessa che nei giorni scorsi l’assessore regionale alla Sanità, Angelo Gratarola, ha riconvocato i direttori generali delle Asl liguri per chiedere loro di comprimere la spesa quanto più possibile, salvaguardando i servizi. Al tavolo ha partecipato anche la dg di Asl1, Elena Galbusera, di cui si vocifera di un possibile trasferimento in Lombardia. Al suo posto potrebbe arrivare l’ex commissario straordinario dell’Asl5 Daniela Troiano. Voci per ora smentite dalla diretta interessata, che ha ribadito il suo impegno e «ferma intenzione a proseguire il lavoro in corso». Con i numeri delle proiezioni fatte su scala regionale, la giunta ad interim Piana rischia il commissariamento della sanità alla vigilia della campagna elettorale per il rinnovo del “parlamento” ligure.

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