I clochard macchiano l’immagine di Sanremo, Fellegara: «Non è emergenza, controllo costante»
Sui social si rincorrono le foto delle persone senza fissa dimora. Il vicesindaco: «Non si può obbligare nessuno a farsi aiutare»
Sanremo. Sono spesso casi disperati per i quali solo un trattamento sanitario obbligatorio può dimostrarsi utile a rimettere in carreggiata chi è tagliato fuori dalla società, spesso per volontà propria. Casi all’ordine del giorno nelle grandi città italiane ed europee, che non mancano a Sanremo, dove però non rappresentano un’emergenza, come ci tiene a sottolineare il neo vicesindaco con delega ai Servizi sociali, Fulvio Fellegara. Un ruolo che viene tirato in ballo di fronte alle immagini che circolano da giorni sui social (vedi foto in copertina, tratte da Facebook), nelle quali figurano soggetti senza dimora, immortalati nella migliore delle ipotesi a dormire su una panchina del centro cittadino.
Il potenziamento della videosorveglianza in corso Garibaldi, annunciato nei giorni scorsi dal sindaco Alessandro Mager, è solo una delle politiche che la nuova giunta comunale vuole mettere in campo per migliorare la percezione della sicurezza, con un occhio di riguardo alle vie più frequentate dai clochard e dai mendicanti. L’ultima denuncia a mezzo social è di pochi giorni fa. Due uomini sdraiati su una panchina sotto il sole. Le immagine diffuse testimoniano un fenomeno di disagio sociale che con la bella stagione si aggrava e “macchia” l’immagine della Città dei fiori nel periodo di maggior afflusso turistico.
«In questo momento ci sono 6 persone stanziali in città, tutte seguite dalle forze dell’ordine, dalla polizia locale e dalle unità di strada della Caritas. Al mio arrivo in municipio ho trovato un grande coordinamento tra queste istituzioni e il gruppo degli assistenti sociali del Comune», – spiega il neo assessore, Fulvio Fellegara -. «Non siamo in emergenza e i numeri lo dimostrano. Tuttavia, è plausibile che durante l’estate Sanremo diventi meta di altre persone senza dimora e di passaggio, come quelle che recentemente abbiamo intercettato e aiutato. Dei signori fotografati in corso Garibaldi, uno è un sanremese noto agli Servizi sociali, l’altro si è allontanato dalla città dopo il primo contatto con i nostri operatori. Nei giorni scorsi abbiamo assistito anche una donna, di origini russe, che dopo un periodo di trattamento sanitario è stata dimessa e ora si trova a Roma in una struttura riabilitativa».
«In questi ultimi giorni abbiamo gestito più casi del genere, – prosegue Fellegara -. Ricordo che non è possibile imporre un ricovero coatto a coloro che non lo accettino volontariamente. Per quei casi più gravi, riconducibili anche a fattispecie penali, come le molestie o gli atti osceni, la competenza è delle forze dell’ordine. Come Comune siamo presenti tutte le mattine con il monitoraggio costante, sia attraverso la polizia locale che le unità di strada della Caritas. Da parte dell’Amministrazione c’è massima attenzione, sia nei confronti delle persone svantaggiate, per le quali proponiamo una prima assistenza, che della cittadinanza e delle esigenze di decoro urbano e sicurezza sociale».
Come funziona la presa in carico. «I vigili fanno una ricognizione tutte le mattine nei posti di dimora abituale , – aggiunge il vicesindaco di Sanremo -. Identificano le facce nuove o dialogano con gli stanziali. Se ci sono persone nuove o situazioni di pericolo, queste vengono segnalate ai sanitari che intervengono, in estrema ratio, con un trattamento sanitario obbligatorio. Diversamente, quando non ci sono gli estremi della pericolosità sociale, per l’ordinamento italiano nessuno può essere obbligato a farsi aiutare».
«A tenere sotto stretta osservazione il fenomeno delle persone senza dimora è la Caritas che, in convenzione con l’ente, mette a disposizione un team di strada, con l’obiettivo di offrire per prima cosa una doccia, il cambio d’abiti, pasti caldi e posti nei due dormitori comunali. Quelli attivi a Sanremo sono la Casa Papa Francesco, per le estreme povertà, con fino a 10 posti letto disponibili. E la casa di San Bernardo, in corso Inglesi, per le basse intensità. La regola impone che l’accesso alle due strutture sia vincolata al non presentare dipendenze di alcun genere, per garantire l’incolumità degli operatori e degli altri ospiti. Motivo per il quale la maggioranza dei clochard rifiuta il pernottamento», – conclude Fellegara -.
(Foto di oggi)