Fallimento Porto di Imperia, definita la transazione finale con comune e GoImperia. Scajola: «Siamo all’ultimo atto»

17 luglio 2024 | 23:33
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Fallimento Porto di Imperia, definita la transazione finale con comune e GoImperia. Scajola: «Siamo all’ultimo atto»

Il sindaco: «Nel 2010 su una informativa del Polizia Postale sono finito si tutti i TG d’Italia con l’accusa di associazione a delinquere. Nel 2009 un esposto alla Procura vedeva come firmatario Paolo Verda. Tutto è finitto con assoluzione piena»

Imperia. Si torna a parlare del fallimento del Porto di Imperia in consiglio comunale. In particolare, questa sera è stata discussa la transazione che definisce i rapporti tra il comune, il fallimento della Società Porto di Imperia e la Go Imperia. «Una pratica che pone alcune incognite future che potrebbero anche andare a incidere sulle risorse comunali. Andiamo a definire una situazione complessa che si trascina da anni e che riveste un’importanza fondamentale. Nel 2014 la società Porto di Imperia fu dichiarata fallita. Successivamente è subentrata nella concessione demaniale marittima la GoImperia, che gestisce il porto anche in virtù di un contratto di affitto di azienda che scade il 31 dicembre 2024» ha dichiarato l’assessore Monica Gatti.

«I termini dell’accordo, che porrebbe la parola “fine” ad una storia complessa, prevede da parte della Go Imperia, la rinuncia al contenzioso, a fronte di una maggiorazione dei crediti prededuttivi ed un incasso del comune di una somma non minore a 1 milione e 50 mila euro. Inoltre il comune rinuncerebbe ai 72milioni di euro relativi all’ulteriore ammissione al passivo che rappresentano una posta che non sarà mai soddisfatta» ha concluso l’assessore Gatti.

Ai tempi del fallimento il comune di Imperia aveva chiesto l’ammissione al passivo del fallimento per oltre 115 milioni di euro. Nel 2016, il Giudice aveva disposto l’ammissione per soli 2,6 milioni di euro mentre nel 2020il Tribunale di Imperia aveva ha disposto l’ammissione del comune al Fallimento in “prededuzione chirografaria” per circa 70 milioni di euro. Decisione impugnata che vede un ricorso è attualmente pendente davanti alla  Corte di Cassazione.

«La causa che abbiamo vinto dice che potremmo avere diritto a più di 70 milioni. Ma lo capisce anche un cretino che se vinco una causa di 70 milioni ma quello da cui li devo prendere ha solo 2milioni e 600 mila euro, non posso prenderli. Se la Cassazione si pronunciasse a favore del comune di Imperia, avremmo 350mila di spese di registro per la causa. La transazione è l’unica cosa logica nell’interesse del cittadino e abbiamo ragionato su come potesse essere. Con questa transazione i dipendenti della GoImperia diventano stabilizzati, otteniamo una somma che con l’andare del tempo sarebbe sicuramente inferiore e non ci carichiamo il debito della tassa di registro» ha dichiarato il sindaco Claudio Scajola, che per la prima volta ha parlato anche delle vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto nel 2009 e nel 2010. «Il 21 ottobre 2010 su una informativa del Polizia Postale, sono finito si tutti i TG d’Italia con l’accusa di associazione a delinquere. Nell’aprile del 2009 un esposto alla Procura vedeva come firmatario Paolo Verda. Oggi mi viene quasi da sorridere a vedere che i due pilastri del PD in questo consiglio comunale siano Verda figlio e Ivan Bracco, ex, non so se sia ancora in servizio o in pensione, della Polizia Postale, che sono stati protagonisti della vicenda. Lo sono stato anche io e dopo due anni sono stato archiviato perché “il fatto non sussiste”. C’è stata anche l’assoluzione piena da parte da tutti gli indagati, esposti al pubblico ludibrio. Qualcuno di loro si è provocato anche una malattia fino a morire. E’ la prima volta che rinvango queste cose pubblicamente: finitela. Siamo all’ultimo atto. Infine, io non sapevo che Caltagirone fosse interessato a costruire un porto: fino ad ora non ho detto detto nulla ma non tollererò più che qualcuno dica il falso. Non mistifichiamo più la storia».

La pratica è stata approvata  dal consiglio comunale.