Ventimiglia, Immogesta Srl chiede 4milioni di risarcimento al Comune. La giunta rifiuta
Recentemente il Consiglio di Stato ha riconfermato che uno dei due capannoni è abusivo
Ventimiglia. La società ImmogestaSrl dell’imprenditore Riccardo Bosio, che ha realizzato a Bevera due capannoni, di cui uno abusivo (come confermato recentemente da una sentenza del Consiglio di Stato pubblicata l’11 marzo scorso) ha presentato istanza di mediazione civile nei confronti del Comune di Ventimiglia, chiedendo un risarcimento di 4milioni di euro. La società, che non contesta la legittimità dei provvedimenti del Comune, che all’epoca della seconda amministrazione guidata dal sindaco Gaetano Scullino aveva chiesto la demolizione del capannone, stigmatizza però l’operato dell’ente che, a suo dire, avrebbe violato «le regole di correttezza e buona fede», non dando seguito a «preliminari accordi intervenuti per la concessione di un permesso di costruire in sanatoria».
I fatti. Secondo quanto si legge nella relazione dell’ufficio Edilizia privata del Comune, Immogesta Srl ha realizzato due fabbricati a seguito del titolo edilizio rilasciato nel 2005. Di questi uno è stato costruito in difformità del titolo edilizio e il secondo quando ormai la validità del titolo stesso era terminata. Questo il motivo per cui l’Ente ha sanzionato la società. «I numerosi ricorsi della società davanti al Tar della Liguria e al Consiglio di Stato sono stati tutti respinti – si legge nella relazione -. i Giudici amministrativi hanno sempre confermato la legittimità dell’operato dell’amministrazione comunale». E ancora: «non si è creato alcun legittimo affidamento in quanto non risulta depositata alcuna istanza di sanatoria debitamente completa dei documenti richiesti e le proposte di transazione della società non sono mai state seguite dal deposito della documentazione richiesta dagli uffici».
Motivi, questi, per i quali la giunta comunale guidata dal sindaco Flavio Di Muro ha respinto l’adesione all’istanza di mediazione proposta dalla società.
Ma la vicenda di Immogesta ha radici ben più antiche. Già nel 2010 il Consiglio di Stato era intervenuto dando ragione al Comune di Ventimiglia sulla vicenda del capannone “abusivo”. A seguito dell’insediamento della nuova amministrazione comunale, il sindaco Gaetano Scullino aveva avviato una verifica sugli avvenuti pagamenti degli oneri di urbanizzazione da parte dei titolari dei vari permessi di costruire, rilasciati negli anni precedenti. Dai controlli è emerso che Bosio non aveva pagato gli oneri dovuti, pur avendo nel frattempo costruito un grosso capannone, dandolo anche in affitto. Inoltre gli uffici comunali avevano rilevato una serie di abusi edilizi, puntualmente contestati all’imprenditore, e per i quali è intervenuta anche la Procura della Repubblica di Sanremo. Il Comune scopre anche che un terreno che lo stesso imprenditore doveva consegnare in scomputo di oneri al Comune non era stato trasferito all’Ente, anzi era stato ceduto ad una società monegasca e la società utilizzata dall’imprenditore per garantire economicamente il Comune in caso di inadempimento era nel frattempo fallita.
L’imprenditore inizia quindi a contestare l’operato del Comune, e presenta numerosi ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale della Liguria. Nel frattempo, sempre l’imprenditore tempesta i funzionari comunali e il sindaco con richieste di danni, preannunciando querele per essere perseguitato. Una situazione apparentemente non facile per il Comune di Ventimiglia che, da Ente danneggiato per non il fatto di aver incassato oltre 400.000 euro di oneri, si trova ad essere giudicato e contestato. Il Sindaco Scullino, dunque, con il sostegno dell’Ufficio legale del Comune e degli Avvocati Giovanni Bormioli di Genova e Alessandro Moroni di Sanremo, si difende e dopo circa un anno riesce ad ottenere due vittorie importanti al Tar Liguria, che gli riconoscono il diritto di vedersi corrispondere oltre 450.000 euro di oneri e di vincolare cautelativamente il capannone costruito con un’ipoteca a favore del Comune medesimo.
Ma una delle numerose sentenze del Tar, però, dice che l’abuso edilizio non era da considerarsi tale, e che l’Ufficio Tecnico aveva negato all’imprenditore una variante al progetto che invece doveva essere concessa. L’imprenditore, forte di questa sentenza, ricomincia a contestare il comportamento del Comune, chiedendo anche i danni allo stesso. Ma il Comune non demorde. E appella la sentenza del Tar Liguria presso il Consiglio di Stato, ottenendo la vittoria finale: con una sentenza resa nota nella giornata di martedì 25 maggio 2010, in modo lapidario, il giudice amministrativo di secondo grado dà pienamente ragione al Comune di Ventimiglia che torna a trionfare su tutta la linea, essendo stata annullata l’unica sentenza del TAR Liguria favorevole all’imprenditore.