Ventimiglia, “affitto di poltrona”: in consiglio comunale passa la proposta del vice sindaco Agosta per estetiste e parrucchieri
Il titolare di una attività di acconciatore o di estetista potrà concedere in uso, tramite la stipulazione di apposito contratto, una o più postazioni di lavoro ad altri professionisti
Ventimiglia. E’ stata votata all’unanimità dal consiglio comunale la proposta di modifica del regolamento per l’esercizio di estetisti e acconciatori voluta dal vice sindaco Marco Agosta, che ha proposto l’iniziativa per andare incontro alle tante persone, soprattutto giovani, che vorrebbero aprire un proprio salone ma, per motivi soprattutto economici, non riescono ancora a farlo.
«In questo modo – ha spiegato Agosta, illustrando la proposta – Riteniamo di poter facilitare e promuovere le iniziative in grado di rispondere efficacemente alle aspettative degli operatori economici, in attuazione dei principi di libertà di iniziativa economica previsto dall’articolo 41 della Costituzione, nel rispetto delle esigenze di sicurezza e di tutela dei cittadini».
Da oggi, dunque, «il titolare di una attività di acconciatore o di estetista potrà concedere in uso, tramite la stipulazione di apposito contratto una o più postazioni di lavoro ad altro soggetto il quale, in veste di imprenditore in possesso dei requisiti professionali richiesti dalla normativa di settore, esercita in modo autonomo la propria attività», ha spiegato il vicesindaco. In questo modo, a trarne beneficio, saranno sia i professionisti che potranno avere la possibilità di esercitare il proprio lavoro usufruendo degli spazi affittati dai colleghi, sia i proprietari del centro estetico/salone di acconciature, che potranno così ottimizzare i costi di gestione dei locali.
A plaudere all’iniziativa non sono stati solo i consiglieri di maggioranza, ma anche quelli di minoranza: in primis Gaetano Scullino che ha sottolineato come questa novità possa anche servire per contribuire a limitare il fenomeno di estetiste e parrucchiere che lavorano a domicilio, evadendo completamente il fisco e facendo così una concorrenza sleale a chi invece svolge la propria attività in un esercizio commerciale.