Richiesta sospensione maxi bollette, voto contrario della maggioranza, bocciata la delibera del Partito Democratico

4 giugno 2024 | 20:54
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Il sindaco Scajola: «La nascita dei problemi di Rivieracqua avvengono dal 2013 al 2018 quando il PD governava Imperia, Sanremo e Ventimiglia e guidava la stessa amministrazione provinciale»

Imperia. Richiesta sospensione maxi bollette con il  voto contrario della maggioranza viene bocciata la delibera del Partito Democratico e delusa la cittadinanza presente abbandona l’aula. La proposta di delibera di indirizzo con impegno per l’amministrazione di farsi promotrice attiva presso il Commissario dell’Ato idrico, Claudio Scajola per rivedere la scelta discrezionale sull’applicazione della retroattività della tariffa  unica al 2022-2023me di considerare la possibilità di prevedere una moratoria riguardo la retroattività attendendo la sentenza del TAR prima di applicare gli aumenti presentata dalla consigliera Deborah Bellotti capogruppo del PD in consiglio comunale.

Il problema delle maxi bollette di Rivieracqua irrompono in consiglio comunale e, dopo le proteste che si sono svolte durante l’ultima assise, anche questo pomeriggio almeno un centinaio di persone si sono dati appuntamento di fronte a Palazzo Civico per protestare contro la privatizzazione e la tariffa unica dell’acqua. 

«La soluzione, quella di rateizzare le bollette non tiene conto della retroattività- spiega la consigliera Bellotti- e chiedo all’amministrazione di farsi voce per quanto riguarda la scelta discrezionale sull’applicazione della retroattività della tariffa  unica al 2022-2023 e di considerare la possibilità di prevedere una moratoria riguardo la retroattività attendendo la sentenza del TAR prima di applicare gli aumenti».

«Comprendo e sento dentro di me il disagio e la preoccupazione che molti concittadini hanno avuto ricevendo bollette elevate senza la spiegazione di Rivieracqua- è intervenuto il sindaco Claudio Scajola- credo che sia un’ammissione tardiva di colpa da parte della consigliera Bellotti. La nascita dei problemi di Rivieracqua avvengono dal 2013 al 2018 quando il PD governava Imperia, Sanremo e Ventimiglia e guidava la stessa amministrazione provinciale.  Oggi siamo qui a salvare Rivieracqua dal fallimento. Dopo essere scappati non aver risolto nulla e oggi vi presentate qui come salva popolo cercando di risolvere il problema che avete creato voi.  Siete ridicoli ma la serietà è ben altra cosa. Le premesse proseguono con una seconda ammissione qualcuno di voi ha aizzato in queste settimane, facendo credere che le bollette attuali fossero per in ingresso di un privato che non c’è ancora stato».

« Non è una scelta discrezionale- specifica Scajola- ma stiamo rispettando la legge. Il ricorso è stato stato presentato da una sola associazione di categorie e non dalle 25 con cui abbiamo fatto molti tavoli di confronti e ho chiesto all’amministrazione un’apposita relazione per individuare i responsabili»

«Si ricorda- conclude il primo cittadino- in una delibera del febbraio 2024 che le nuove bollettazioni sarebbero state contate anche le annualità precedenti e che sarebbero stati attuati una frammentazione. Nonostante gli indirizzi da me forniti come commissario idrico fossero diversi e per questo motivo ho convocato la riunione in provincia a metà maggio».

«C’è un obbligo di legge- specificava al termine della riunione di metà maggio  il presidente della Provincia e Ato Idrico Claudio Scajola– e le leggi si rispettano che la tariffa deve essere conguagliata anche all’anno precedente. Non è il pagamento di un arretrato è l’applicazione di una tariffa come prevede la legge e quindi non si può fare altro che applicare la legge. Il problema è stato che il gestore Rivieracqua ha gestito male questa fase della bollettazione e dopo aver fatto tutti gli approfondimenti ieri ho convocato una riunione con tutti i dirigenti di Rivieracqua, con i dirigenti dell’Ato Idrico che noi siamo i controllori, quelli che danno gli indirizzi e con una riunione molto lunga di sei ore, abbiamo esaminato punto per punto e abbiamo trovato una soluzione che ha condiviso il gestore Rivieracqua che quella di osservare la legge, di garantire i flussi di cassa di Rivieracqua che siamo sotto la sorveglianza del Tribunale perché il concordato non è stato ancora registrato ed approvato da parte del Tribunale, i flussi devono essere garantiti altrimenti fallisce Rivieracqua e con lei 500 piccole imprese».

«Per le utenze domestiche sia residenti che non residente, quelli che hanno ricevuto bolletta sotto i 200 euro a loro richiesta può essere rateizzata anche questa bolletta. Chi, invece ha ricevuto bolletta superiore ai 200 euro, in automatico e non come c’è scritto nella loro bolletta, entro il 24 maggio ma riceveranno a casa la nuova bollettazione spalmata su sei bimensalità. In questo modo diminuisce sensibilmente l’impatto. Poi ci sono le attività commerciali la stessa procedura con il limite dei 500 euro. Chi è sotto questa cifra chi ha ricevuto può a sua richiesta raitezzare chi è sopra i 500 euro in automatico riceveranno la bollettazione affinché i modo  bimensile possano rientrare di questa cifra».

Un confronto acceso tra i consigliere di minoranza e maggioranza dove viene ripercorsa la storia della nascita di Rivieracqua.

«Il problema è la gestione del servizio- interviene il consigliere di minoranza Lucio Sardi -abbiamo fatto un referendum sulla gestione pubblica. Questi privati entreranno e metteranno 30 milioni e questo è quello che avete contribuito a fare voi. Gli amministratori non sono stati chiamati a pagare per le proprie responsabilità ma i cittadini sì. Il primo a fare entrare i privati in Amat è stata l’amministrazione Sappa. Sarebbe da evitare l’onta dell’ingresso del privato. Che futuro vogliamo dare alla gestione del servizio idrico della provincia di Imperia?».

«Questo gruppo del pd sta dimostrando una linea e una coerenza a cui forse il sindaco non è abituato- precisa il consigliere di minoranza del PD Ivan Bracco– qua c’è la provincia di imperia che è in subbuglio. L’acqua doveva morire quando è nata Rivieracqua. I cittadini sono molto attenti ma lei ha cercato di riversare su altri la mala gestione di questi anni in provincia. Il nostro capogruppo ha cercato di dare una risposta ai cittadini se ne assumerà una responsabilità politica e morale e almeno una voce del commissario Ato idrico  che dice almeno ci provo a sospendere il pagamento delle bollette in attesa che il tar si esprima avrebbe fatto piacere ai cittadini»

«Noi abbiamo provato a tirare fuori dalla secca Rivieracqua- ribatte il consigliere Luca Volpe– I cittadini sono venuti qui pensando che noi volessimo provatizzare l’acqua, invece la gestione rimarrà pubblica. Se per caso fallisse Rivieracqua ci sono centinaia di imprese che fallirebbe, se fallisce automaticamente quel servizio va a gara e che parteciperebbe qualsiasi soggetto sia pubblico che privato, questa è la verità che questa sera non avete detto in quest’aula».

«La bollettazione – spiga il capogruppo di Società Aperta Enrico Lauretti- esprime un grande caos, la mia sensazione è che la cosa sia sfuggita di mano, dovrebbe dimettersi da commissario. Richiamo la responsabilità di certe decisioni. Sarebbe stato sufficiente dilazionare la parte retroattiva in due o tre anni, Rivieracqua non aveva problemi di cassa».

«La retroattività è stata imposta da Arera- ha specificato Andrea Landolfi di Avanti con Claudio Scajola sindaco- Rivieracqua è in concordato e non c’è discrezionalità e se non venissero pagate sarebbe un danno erariale».

«Le scelte di Amat e Rivieracqua- interviene Edoardo Verda, consigliere di minoranza del PD- sono state fatte da una Giunta di centro destra che facevano riferimento a Claudio Scajola e  nel 2018 lo stesso sindaco definì dallo stesso sindaco un bidone senza successo.  C’è una differenza tra noi e voi- prosegue Verda- c’è differenza e c’è in queste scelte nel futuro dell’acqua della nostra provincia. Società di Rivieracqua deve rimanere una società a gestione pubblica e per due ragioni: una sociale, perché è un servizio sociale e pubblica che tocca i nostri cittadini,  la seconda questione è economica che dovrebbe stare ad una maggioranza di centro destra, semplice un socio privato gli utili li prende e li porta via».

«I cittadini hanno capito bene- commenta Daniela Bozzano del PDquesto errore deve essere rimediato e nessuno deve pagare le bollette prima del Tar, l’errore l’ha fatta la ditta e non i cittadini».

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