Progetto Aree Interne, due nuove ambulanze per potenziare il soccorso nell’entroterra
Donate da Asl1 alla Croce Bianca di Pornassio e alla Croce Rossa di Pieve di Teco
Pieve di Teco. Distanti almeno trenta chilometri dal primo pronto soccorso. La bellezza dell’Alta Valle Arroscia si scontra con la realtà logistica della sua posizione. Ed è proprio qui che entrano in gioco la tempestività dei volontari del soccorso, sia della Croce Bianca di Pornassio che della Croce Rossa di Pieve di Teco per prestare soccorso durante le emergenze. Minuti che possono valere la vita di una persona. Oltre ai volontari, di entrambe le Croci, da oggi a dare man forte anche due mezzi in più che si aggiungono al parco macchine della due Pubbliche Assistenze. L’entroterra oggi al centro della politica regionale di coesione, ossia le cosiddette Aree interne che sono contraddistinte dalla presenza di piccoli Comuni, lontani dai servizi essenziali – quali scuola, sanità e mobilità – e la marginalizzazione di tali aree assume quindi rilevanza nazionale.
Nella sala consiliare di Pieve di Teco, questa mattina, infatti, per il progetto del potenziamento del Servizio di Emergenza elaborato dalla Croce Rossa Italiana di Pieve di Teco e dalla Croce Bianca di Pornassio dove si coniuga telemedicina e assistenza infermieristica avanzata sul territorio sono state acquistate e donate da ASL1 due ambulanze di tipo c ( di soccorso avanzato), date in comodato d’uso gratuito alla Croce Rossa di Pieve di Teco ed una alla Croce Bianca di Pornassio.Si tratta di ambulanze, integrate alla rete del servizio 112, dotate di elettrocardiografo; i volontari a bordo potranno effettuare, su richiesta del personale di C.O. 118, un tracciato elettrocardiografico che il medico di centrale referterà in tempo reale.
I volontari, adeguatamente formati dal personale della C.O. 118, saranno in grado di posizionare gli elettrodi sul torace del paziente e di inviare il tracciato al medico della C.O. che referterà in tempo reale, sulla base del risultato saranno date indicazioni ai volontari (paziente da portare in ospedale, rendez-vous con automedica, invio di elisoccorso).
La dotazione di mezzi 4×4 consentirà di raggiungere anche le zone più impervie e di ovviare ai problemi di percorribilità presenti sulla rete viaria minore soprattutto nei periodi climatici meno favorevoli. Ed è proprio dai due presidenti delle Croci che arriva un appello per cercare nuovi volontari che possono operare sul territorio.
«Ho evidenziato questo problema della ricerca di volontari- spiega Maurizio Mitrano, presidente Croce Rossa Pieve di Teco- queste due bellissime macchine sono pronte per entrare in servizio però abbiamo bisogno di reperire forze nuove per le due associazioni, la Bianca di Pornassio e la Rossa di Pieve, perché non sono due bandiere di colore diverso a dividerci anzi rafforzano il lavoro che facciamo sul campo tutti i giorni pertanto abbiamo bisogno di nuovi volontari».
«L’importante è salvare vite- afferma Gianfranco Gaggero, Presidente della Croce Bianca di Pornassio- e noi qui che presidiamo il territorio più scomodo e ai margini della provincia e più distanti dal Pronto Soccorso abbiamo un vantaggio di 50 minuti rispetto a chi dovesse partire dalla costa per venire su un intervento, quindi noi della Croce Bianca e Croce Rossa che siamo molto amici facciamo la parte di coloro che tengono su questo lembo di Liguria per quanto riguarda i servizi di emergenza. Questa mattina abbiamo chiesto l’aiuto a tutti, soprattutto ai Sindaci dei Comuni, alla Regione e alla Asl chein qualche modo ci diano un supporto che ci diano un aiuto perché man mano che si va avanti è dura quindi speriamo tutti insieme, uniti, perché è l’unione che ci consente di andare avanti tutti insieme riusciamo a sopravvivere e continuare a dare un servizio importante a tutta questa Valle, impervia, immensa, distante, dimenticata, poco abitata ma bellissima e da salvaguardare e da aiutare».
«Oggi è il punto di approdo di un progetto che è iniziato lontano nel tempo e che finalmente si concretizza in uno dei quattro temi che riguardano il potenziamento del servizio delle emergenze nella Valle Arroscia- spiega la Dirigente dell’Al1, dottoressa Maria Elena Galbusera– il progetto riguarda anche un’attività continua, costante tramite gli infermieri di famiglia e le ostetriche di comunità che intervengono al domicilio dei pazienti e il progetto delle RSA Aperta. Oggi però è il momento culmine in cui è avvenuta la consegna formale alle due Croci che operano nel territorio, cioè la Croce Bianca di Pornassio e la Croce Rossa di Pieve di Teco che hanno ricevuto in comodato d’uso gratuito questi due ambulanze, mezzi sanitari avanzati dotati di strumentazione medica per poter prestare un soccorso immediato ed efficace direttamente sul territorio, 4X4 quindi dotate di abilità ed agilità nel movimento in questi territorio che sono particolarmente impervi e molto distanti dal primo pronto soccorso. Un progetto importante che oggi trovo un compimento significativo nella consegna di questi due mezzi».
Per contrastare le fragilità e il declino demografico propri delle aree interne del territorio italiano, interviene la Strategia nazionale Aree interne (Snai), una politica nazionale innovativa di sviluppo e coesione territoriale, improntata alla combinazione di azioni che possano da un lato promuovere lo sviluppo locale, dall’altra garantire il rafforzamento di servizi essenziali di cittadinanza (Salute, Scuola e Mobilità).
«Questa è una giornata importante- commenta il sindaco di Pieve di Teco, Enrico Pira– perché è un segno tangibile che i progetti che sono stati messi in essere hanno un loro completamento e una loro soluzione. Questa delle ambulanze completa il progetto sugli aspetti emergenziali della salute ma verrà a breve completata dal secondo importante passaggio che è quello dell’attivazione della Casa di Comunità in Pieve di Teco che sarà una casa al servizio di tutta la Valle in cui contiamo di realizzare la progettualità di assistenza sia preventiva che terapeutica per gli abitanti della Valle, ricordando che il 30% degli abitanti ha un’età superiore ai 65 anni e poi dopo una formale assistenza che garantisca un servizio di alta qualità per tutti i cittadini».
Tale politica si basa sull’azione congiunta di due filoni di intervento: progetti afferenti i Servizi essenziali di cittadinanza (Salute, Scuola e Mobilità), finanziati con fondi nazionali (i fondi SNAI stanziati con legge di stabilità) e progetti di Sviluppo locale, che vengono finanziati dalle Regioni principalmente con i fondi strutturali e di investimento europei (Fesr, Fse, Feasr e Feamp).
Regione Liguria partecipa alla Strategia nazionale Aree interne (Snai), condividendo l’idea che i servizi di base nei settori Sanità, Istruzione, Mobilità rappresentino una precondizione assoluta e necessaria per garantire alle comunità locali nuove opportunità di sviluppo.
L’area interna della Valle Arroscia è composta di 11 Comuni, per una superficie di 254 Kmq ed un totale di 4.435 (dati 2019) abitanti distribuiti su 40 frazioni; risulta la terza area meno popolosa a livello nazionale, con una popolazione c.d. anziana, ovvero persone over 64 anni, pari al 31,7%; più precisamente l’11% è in fascia 0/17, il 30% in fascia 18/45, il 28% in fascia 46/64, il 31% in fascia >65 anni. I nati nel 2017 sono stati 30 (fonte Istat), le donne in età fertile erano circa 600. Si tratta quindi di un’area caratterizzata da bassa popolazione, bassa densità demografica, distanza dalle strutture ospedaliere, presenti a Imperia e Sanremo, e dagli ambulatori medici/specialistici.
«Quello di oggi- spiega Renato Adorno, Presidente dell’Unione dei Comuni- è un progetto iniziato tanti anni fa che sta incominciando a dare i frutti. Oggi è stata una giornata molto importante ma quello che tengo a dire è che tutti i Comuni se lavorano e se credono veramente in un unione come la nostra probabilmente riusciremmo ad avere altre giornate come oggi, importanti, altre giornate che ci legheranno sempre di più al nostro territorio».
Il progetto Aree Interne Valle arroscia, per l’Area della Sanità, si articola in 4 azioni:
L ‘infermiere di Famiglia e di Comunità dove l’attività dell’Infermiere di famiglia e Comunità (di seguito Ifec) è rivolta a tutta la popolazione con particolare attenzione agli anziani. L’Ifec è il professionista cardine che, insieme al Medico di Famiglia e agli altri attori delle cure primarie, garantisce la promozione e la tutela della salute dei cittadini. Assume un ruolo di prossimità, per la rilevazione precoce dei fattori di rischio e per l’azione di prevenzione e di presa in carico della bassa soglia socio-sanitaria. L’Ifec, attraverso la visita domiciliare, valuta i bisogni delle persone, identifica i problemi ed elabora un piano individuale di assistenza condiviso con tutti gli attori della rete territoriale. L’infermiere attiva le risorse formali ed informali del territorio, e, anche laddove non ci siano bisogni sanitari manifesti, lavora sull’empowerment delle persone, sull’educazione sanitaria, sulla correzione e trasformazione dei determinanti per la salute, promuove stili di vita sani: Sono stati destinati alla valle Arroscia n. 5 IFEC che avevano già conseguito il Master; ma il progetto prevede il finanziamento di corsi di aggiornamento e l’acquisto di attrezzature informatiche e KIT ad uso dei suddetti professionisti.
Attivo sul territorio anche il progetto dell’infermiere di Comunità che spiega il dottor Fabrizio Polverini «è un servizio composto da cinque infermieri che prendono in carico la comunità di Pieve di Teco e quella dei Comuni limitrofi. È una figura molto importante che si integra con quella che è la medicina di base nella presa in carico dell’utenza in una zona così disagiata seppure bella».
Il progetto della Residenza Aperta; si tratta di un’azione, ancora non attuata, che consentirebbe di rispondere al bisogno di cure domiciliari a partire da realtà presenti sul territorio, riducendo tempi di spostamento e ottimizzando i costi al fine di migliorare la rete locale attraverso l’integrazione dei diversi professionisti (MMG, PLS, IFEC, servizi sanitari, servizi sociali, residenze accreditate, risorse informali), per sostenere le persone a casa il più a lungo possibile, attraverso: a) l’erogazione di cure domiciliari, b) accoglienza diurna negli spazi comuni della struttura rivolta ad un numero di anziani proporzionale alla capacità recettiva della struttura e previa autorizzazione all’ingresso della ASL per fornire sostegno integrato alla vita quotidiana, c) attività ambulatoriali: riabilitazione ambulatoriale a bassa complessità, visita medica specialistica.
Il progetto 8.4 Potenziamento Specialistica Ambulatoriale: Dal momento che i servizi ambulatoriali ed ospedalieri sono ubicati, principalmente, nei Comuni Costieri, si intende perseguire la permanenza dell’anziano/ della persona fragile al domicilio, implementando i servizi ambulatoriali in Valle, evitando gli accessi inappropriati ed evitabili al Pronto Soccorso, al fine di alleggerire il carico assistenziale delle famiglie, prevenire e ritardare l’istituzionalizzazione degli anziani. Il progetto è rivolto a tutti i residenti con particolare attenzione agli anziani nel territorio, affetti da patologie croniche e all’area materno infantile. Più precisamente, introdurre la figura dell’Ostetrica di Comunità, aumentare il n. di ore del cardiologo, che riceve in Valle e introdurre un monte ore di Psicologia, per la presa in carico, precoce, del disagio giovanile. I finanziamenti consentiranno, inoltre, l’acquisto di un ecografo ed un corso di formazione per l’utilizzo di un ecografo rivolto ai MMG.