Resa dei conti

Mozione sul mercato, Parodi: «Ogni mese farò un’interrogazione». Di Muro: «Incompatibile con lo stare in maggioranza» fotogallery

Parodi non accetta e dichiara: «Se non mi permetterete di stare in maggioranza, andrò in Procura»

Ventimiglia. «E’ una mozione mal presentata e quindi non votabile. Non entriamo nel merito della materia trattata, ma non c’è stata correttezza nella presentazione della mozione. Le ricordo, consigliere, che si trova qui proprio perché Fratelli d’Italia le ha ceduto un posto. La smetta di cercare in Fratelli d’Italia e nel centrodestra la risposta alle sue delusioni oltre-comunali». Il giorno della resa dei conti è arrivato. In consiglio comunale è il fratellino Enzo Di Marco che, commentando la mozione presentata dal collega di maggioranza Roberto Parodi (lista Frontalieri), legge un messaggio condiviso con la segreteria di FdI che risponde a tono alle accuse lanciate dallo stesso Parodi al segretario cittadino Bartolomeo Ino Insardi additato di “tradimento” per aver appoggiato la candidatura a sindaco di Camporosso di Davide Gibelli, vicino al Pd, anziché quella del suo avversario, poi sconfitto, Maurizio Morabito, esponente del centrodestra. Il giorno dopo le elezioni, Parodi aveva parlato, tramite comunicato stampa, di un «inciucio tra FdI e Pd».

Affermazioni, queste, che evidentemente hanno dato molto fastidio a Isnardi. Ma Parodi non si è fermato qui, e nei giorni successivi è arrivato a chiedere al sindaco Flavio Di Muro un rimpasto di giunta per escludere i “traditori” dall’esecutivo ventimigliese. Come si vociferava negli ambienti, a quel punto è stato Isnardi a chiedere al primo cittadino la “testa” del consigliere. Pena: l’uscita dalla maggioranza del gruppo di FdI, che a Ventimiglia ha portato in dote due assessori, Serena Calcopietro e Adriano Catalano, e due consiglieri, Giovanni Ascheri ed Enzo Di Marco. Senza contare che il terzo consigliere che FdI avrebbe dovuto avere in maggioranza, si è “sacrificato” proprio per lasciare il suo posto a Roberto Parodi, eletto in consiglio a seguito dell’apparentamento con la coalizione di centrodestra in vista del ballottaggio che ha poi portato alla vittoria del sindaco Di Muro contro Gabriele Sismondini.

A dare l’assist a Isnardi, è stato l’ennesimo comportamento considerato fuori dalle righe di Parodi: la presentazione di una mozione, quella relativa alla rimodulazione dell’orario del mercato del venerdì, senza prima aver consultato gli altri componenti di maggioranza, che fino all’ultimo istante, prima ancora che iniziasse il consiglio comunale, hanno chiesto a più voce a Parodi di ritirare la mozione.

Ma il carico da novanta lo ha messo proprio il sindaco, che al termine della discussione ha di fatto liquidato Parodi: «Non l’ho nascosto in maggioranza, non l’ho nascosto sui giornali, tutto questo dibattito che ha portato alla mozione di oggi a mio avviso non doveva esserci – ha detto il primo cittadino -. Non ritengo che ci sia la volontà a pieno di risolvere questo problema dell’orario. Perchè se si voleva ottenere un risultato, ridurre l’orario, questo risultato da parte del proponente non si ottiene. Mi spiace dirlo, a questo gioco non intendo starci. Non mi nascondo dietro una mozione. Ho passato una settimana a rincorrere giornali e social. Siamo passati dalle comunali di Camporosso, a chiedere un rimpasto di giunta, a una mozione. Un giorno dietro l’altro. Non facciamo finta che queste cose non siano collegate: è un insulto alla nostra intelligenza. Nessuno pone veti, nessuno mi ha chiesto la testa di nessuno. Ma presentare mozioni a mia insaputa, annunciare interrogazioni tutti i mesi, è incompatibile con lo stare seduti in questa maggioranza».

«Sono deluso dall’intervento del sindaco. Io dalla maggioranza non me ne vado e andrò in Procura a fare un esposto se mi verrà vietato di ricoprire il mio ruolo – ha replicato, piccato, Parodi – Se volete andiamo a casa tutti, usciamo tutti dalla maggioranza e si ritorna al voto, voi senza Parodi, e decideranno i cittadini».

La discussione sulla mozione

«La mia mozione non voleva essere contro gli operatori del mercato – ha spiegato Parodi – Ma voleva rispondere alle difficoltà dei nostri concittadini. Perché Ventimiglia non si essere oggetto e ostaggio di un mercato che a tutti gli effetti verso quell’ora ha già iniziato a smontare da un bel po’. La mia mozione è riferita non ai partiti, ma singolarmente ad ogni consigliere, che con la propria sensibilità deve valutare e votare su una scelta che è semplicissima: sì o no. Sì, il prossimo venerdì, i nostri cittadini, avranno la possibilità di tornare a casa un po’ più sereno. Se si dice no, resta tutto uguale. Valutate voi stessi se fate o meno interesse del vostro elettorato. 
Gli operatori del settore sono contrari a questo mozione, è normale. Ma è un compromesso chiudere almeno un’ora prima, perché se avessi dovuto ascoltare la voce dei cittadini il mercato avrebbe dovuto chiudere alle 14. Mi è stato detto che il metodo non è questo. Chiedo scusa soprattutto al sindaco, ha sicuramente ragione. Ma io non sono un politico, sono un sindacalista. Non trovo giusto che a doversi esprimere siano i dirigenti dei partiti, quando la questione riguarda i cittadini».

«Nessuno in maggioranza era al corrente di questa mozione del consigliere Parodi – ha dichiarato il vice sindaco Marco Agosta -. Eravamo già al lavoro con gli uffici per un regolamento per valorizzare il mercato del venerdì, diminuendo l’area mercatale per migliorare la viabilità cittadina. Stiamo lavorando per promuovere il brand a livello internazionale, sviluppare eventi anche all’interno del mercato. Questo regolamento, una volta terminato, verrà sottoposto a tutta la maggioranza. Convocherò le associazioni di categoria, parleremo anche con i presidenti di comitato di quartiere, con i cittadini, cercherò di coinvolgere la platea più ampia possibile. Il mondo non si divide in due categorie: frontalieri e non frontalieri. Dobbiamo rispettare tutti. Sediamoci a un tavolino, facciamo un confronto, una consulta, e poi mettiamoci d’accordo.  E poi, parliamoci chiaro: il traffico c’è quasi tutti i giorni, a volte di più al sabato.  Il mercato è una risorsa, va sicuramente migliorato, sono d’accordo con te, ma bisogna rispettare tutti i passaggi istituzionali. Quindi ti chiedo, consigliere Parodi, di ritirare questa mozione che per me è superficiale».

«Ringrazio il consigliere Parodi, perchè a modo suo, con la sua mozione, ha tirato in ballo un argomento di cui si parla da tantissimi anni – ha detto il consigliere di minoranza Gabriele Sismondini -. Però non deve essere un ultimatum, questa amministrazione durerà anni, e penso ci sarà tempo per discutere questo argomento. E’ vero che un’ora in meno di mercato può alleggerire il traffico, ma è anche vero che questa città il traffico ce l’ha sempre. Il mercato non deve essere visto come un ostacolo dai residenti. E’ stato per tantissimi anni il motore di questa città e lo è ancora oggi, magari meno. Non siamo qui a difendere gli interessi dei nostri elettori, ma di tutti i cittadini. E tra questi c’è anche chi ha una bancarella sul mercato. Non è una questione “mercato sì, mercato no”. Io penso che il mercato debba essere rivisto, ma non lo dobbiamo decidere noi. Bisogna parlarne, insieme, creare una consulta anche con i rappresentanti del mercato del venerdì e con le associazioni di categoria». 

L’intera maggioranza ha espresso la propria contrarierà alla mozione. A partire dal consigliere Gabriele Amarella (Forza Italia): «Questa mozione non può essere accolta, perché manca un confronto con chi vive questa realtà e con questa realtà ci campa». «E’ una mozione che richiede sia una collegialità interna, ma anche esterna con le associazioni di categoria. Così com’è questa mozione non può essere accolta», ha ribadito Simone Bertolucci (Lega). «Sarebbe bello ridurre gli orari del mercato, vero, caro collega, però oggi che mi trovo qui mi rendo conto che prima di fare una mozione del genere sarebbe stato meglio convocare tante altre persone e fare un tavolo anche tra di noi e capire cosa potrebbe essere meglio per tutti. Se ne riparlerà in futuro, per cercare di trovare una soluzione a questo problema che Ventimiglia ha tutti i venerdì e anche gli altri giorni», ha dichiarato Franca Bonadonna (Forza Italia). Sulla stessa linea anche Rosa Papalia (Lega): «Non è una questione solo d’orario, il mercato di Ventimiglia non ha più le caratteristiche di quello di una volta. Ha banchi ripetitivi, la merce non è tutta di qualità. Andrebbe allietato un po’. Questa mozione arriva in un momento che non ha senso. Non condivido le mozioni che provengono dalla maggioranza, ma questo è un mio pensiero».

«E’ una mozione irricevibile. Non esistono i presupposti per una condivisione politica. Comprendiamo l’intento del consigliere Parodi, ma pur comprendendone la bontà non possiamo che rigettare la mozione», ha detto ribadito il consigliere Franco Ventrella  (Forza Italia).

Come sempre a cercare di fare da mediatore è stato il consigliere Matteo Ambesi (Cambiamo!): «Questo discorso è stato costruttivo per la maggioranza. Si discute e si litiga anche nelle migliori coppie. Per questo ringrazio il consigliere Parodi. E in più credo che abbia dato una accelerata al lavoro del vice sindaco Agosta». Poi rivolto a Parodi: «Tu potrai continuare a dare il tuo contributo come rappresentante dei frontalieri, al di là di questa mozione».

Ma al di là del pensiero sull’orario del mercato, il problema è politico, come ha sottolineato a più riprese la minoranza. «Il vice sindaco ha parlato della necessità di collaborazione – ha detto Tiziana Panetta -. Mi chiedo: se un membro della vostra maggioranza ha necessità di presentare una mozione e viene detto “non ne hai parlato prima con la tua maggioranza”, significa che è un problema politico della vostra maggioranza che poi si riverbera sul lavoro dell’amministrazione». «E’ un’ora che si parla dei litigi interni della vostra maggioranza – ha aggiunto il consigliere Cristina D’Andrea -. L’altra volta è successa la stessa cosa per una mozione di maggioranza presentata da Forza Italia. In consiglio comunale preferirei si parlasse di opere per la città».

«Mi sento un don Chisciotte contro i mulini a vento – ha dichiarato alla fine Parodi -. Per la prima volta concordo con tutti, persino con l’assessore (Agosta). E’ vero, ci vuole un confronto, avete ragione. Se ne deve parlare. Il 7 dicembre 2023 mi è stata esposta questa situazione con dentro anche la rimodulazione dell’orario. Poi non ho più saputo nulla. Siamo a luglio. Cosa si è fatto in questi sette mesi? Un bel niente. E allora aspettiamo altri vent’anni. Il mio intento era esattamente quello di esporre il problema. E se questo metodo serve per far discutere, farò altre mozioni. Mi auguro che ci sia un cambio di direzione e che non si aspettino sette mesi per risolvere i problemi. La mozione non la ritiro e tutti i mesi farò delle interrogazioni per sapere a che punto siamo».

Dopo una discussione di due ore e mezza, la mozione è stata respinta, con la seguente votazione: favorevoli (Parodi, Scullino e Panetta); astenuti (Nesci, Leuzzi, Sismondini e D’Andrea); contrari (tutta la maggioranza tranne Parodi).

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