Barriere architettoniche, Ferrari (Pd): «In questi anni fatto poco o nulla per abbatterle»

7 giugno 2024 | 11:17
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Barriere architettoniche, Ferrari (Pd): «In questi anni fatto poco o nulla per abbatterle»
Barriere architettoniche, Ferrari (Pd): «In questi anni fatto poco o nulla per abbatterle»
Barriere architettoniche, Ferrari (Pd): «In questi anni fatto poco o nulla per abbatterle»
Barriere architettoniche, Ferrari (Pd): «In questi anni fatto poco o nulla per abbatterle»

«Le difficoltà sono per me, costretta a muovermi su di una carrozzina, ma anche per le mamme e papà con passeggini, per persone anziane con scarsa mobilità, per tutti coloro che hanno anche una temporanea disabilità o impedimento fisico»

Sanremo. Le dichiarazioni di Anna Maria Ferrari, candidata al consiglio comunale di Sanremo nella lista del Partito Democratico, in merito alle dichiarazioni del presidente del Peba:

«Qualche tempo fa – spiega Anna Maria Ferrari, candidata al consiglio comunale di Sanremo nella lista del Partito Democratico a sostegno di Fulvio Fellegara – ho rilasciato una dichiarazione nella quale chiedevo da subito interventi concreti a sostegno della disabilità e in questa mia dichiarazione ho citato il Comitato Peba (Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche),
istituzione pubblica che i comuni sono tenuti ad attivare, riprendendo alcune notizie che sono disponibili sul sito web del Comune di Sanremo. Ieri in una nota stampa il presidente del Peba di Sanremo, dottor Mirco Soleri, riferendosi ad articoli apparsi sui giornali, si dichiara pienamente soddisfatto delle azioni intraprese dal Comune e dal Comitato che presiede da diverso tempo.

Devo dire che è sufficiente girare per Sanremo e verificare la situazione reale, per comprendere quanto poco o nulla in questi anni sia stato fatto per abbattere le barriere architettoniche. Marciapiedi, strade, vie, negozi presentano ostacoli e impedimenti talvolta improvvisi o inspiegabili, senza logica alcuna, frutto di una disattenzione culturale, progettuale e tecnica alla questione. Le difficoltà sono per me, costretta a muovermi su di una carrozzina, ma lo sono anche per le mamme e papà con passeggini, per persone anziane con scarsa mobilità, per tutti coloro che hanno anche una temporanea
disabilità o impedimento fisico.

Quindi mi domando – prosegue Anna Maria Ferrari – quali sono stati gli interventi attuati dall’Amministrazione Comunale oltre al doveroso non creare ulteriori intralci quando vengono rifatti alcuni marciapiedi del centro. Purtroppo non risulta, come si evince proprio dal sito web del Comune nelle pagine riservate al Peba, ci siano stati interventi strutturali e studiati per interventi su tutta la città, ci sia stato un programma di eliminazione delle barriere portato avanti nel tempo.

Tutto questo nonostante il Peba, organo di indirizzo composto da autorevoli rappresentanti e che certamente avrà svolto il suo compito in questi anni. Sanremo è una città bellissima, ma spesso ostica per chi è disabile e deve portare in giro la propria malattia. E’ quindi assolutamente necessario che venga studiato e attuato da subito un piano di interventi strutturali su tutta la città per l’abbattimento delle barriere esistenti. Deve essere attuato sino in fondo il protocollo che preveda per ogni nuovo intervento pubblico di costruzione o rifacimento che non si producano e innalzino nuove barriere.

Devono essere previsti incentivi e agevolazioni per i negozi e locali che desiderino abbattere le barriere al proprio interno. Deve essere attuato un sistema informativo su larga scala di sensibilizzazione, affinché anche gli interventi privati siano volti all’eliminazione delle barriere architettoniche.

Veniamo poi a sapere dal dottor Soleri, nella sua nota stampa diffusa ieri – conclude Anna Maria Ferrari – che uno dei pochissimi interventi recenti attuati dal Comune di Sanremo e dal Peba, ovvero la redazione e distribuzione di un opuscolo riservato ai negozianti di Sanremo, non è stato manco attuato, nonostante il forte annuncio stampa di Palazzo Bellevue dell’aprile scorso, facendo quindi delle problematiche dei portatori di disabilità un ennesimo “spot elettorale” del quale, sinceramente, non si sentiva la mancanza».