Tribunale di imperia

Ventimiglia, annegò per sfuggire a pestaggio, sentiti i primi testi

Al termine dell'audizione dei teste la corte ha rinviato l'udienza al 29 maggio alle ore 9.30

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Imperia.  È ripreso questa mattina davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Imperia, presieduta dal giudice Carlo Alberto Indellicati  il processo che vede sul banco degli imputati Fortune Nworji , assente in aula, il nigeriano di 29 anni accusato di concorso in omicidio preterintenzionale per aver causato la morte del connazionale Osakpolor Omoregie, annegato il 29 maggio del 2019 a Ventimiglia dopo essersi gettato in mare, a quanto sembra nel tentativo di sfuggire all’aggressione di un gruppo di tre stranieri, di cui due risultano al momento irreperibili.

Interrogati dal Pm Paola Marrali , titolare dell’indagine, i funzionari delle forze dell’ordine hanno raccontato i fatti accaduti il 29 maggio del 2019 successivamente alla chiamata al 112 con la segnalazione di una rissa tra stranieri, le ricerche in mare della persona scomparsa e l’ascolto dei testimoni oculari e l’identificazione di uno dei presunti responsabili.

«Presso sala radio del commissariato di Ventimiglia- spiega un Ispettore del Commissariato della città di confine-  arriva una richiesta di ausilio a 112 per una rissa tra stranieri con fuga di una dei partecipanti per la sua incolumità fisica e che per una violenta aggressione si era gettato nell’acqua del fiume Roja». «Il fiume- specifica l’Ispettore- divide la città di Ventimiglia in due parti, la parte nuova a levante, nei pressi dello stabilimento balneare sirena e la parte a ponente zona san Giuseppe. Una foce abbastanza particolare perché il fiume si immette nel mare e si forma una specie di penisola, una striscia di terra che a seconda della mareggiata si allarga, restringe e si allunga. I fatti si erano verificati nella zona levante. È intervenuta la pattuglia più vicina quella di prevenzione crimine Liguria che spesso sono aggregate a noi. La pattuglia è intervenuta sul lato opposto dove è stato commesso il fatto, ossia Marina san Giuseppe».

Una zona quella della foce del Roya che è «diventata un luogo di ritrovo per gli extracomunitari» che vivono nella città di confine.

«La pattuglia del reparto crimine- prosegue l’Ispettore- interviene dalla parte opposta ma è sempre vicina al luogo del fatto. Nella zona marina san Giuseppe ci sono gli scogli e si ha una visione più nitida e chiara rispetto a chi è posizionato a levante. Immediatamente viene identificato un primo soggetto di nazionalità tunisina che dice di aver assistito sia dell’aggressione, alla fuga del ragazzo che alla sua scomparsa. Unitamente si sono identificati tutti i testimoni oculari che avevano assistito o erano intervenuti in soccorso alla persona e successivamente vengono identificati tre soggetti probabilmente responsabili di quanto accaduto. Da noi erano acquisite delle notizie in merito dei presunti autori del gesto».

«Nel mentre a tute le forze di polizia venivano diramate ricerche con descrizione parziale.  La nostra attività era rintracciare questi cittadini extracomunitari mentre erano in corso le ricerche del ragazzo scomparso da parte della capitaneria di porto e dei vigili del fuoco. Mentre i testimoni si ritrovavano in commissariato il nostro dirigente ci delucidava che la compagnia dei carabinieri di Ventimiglia aveva rintracciato un plausibile autore del reato. Apprendevo che uno dei presunti autori, era stato fermato da un altro cittadino nigeriano e tra di loro era scoppiata una discussione ed era intervenuta la radiomobile. Dopo le 19 ci siamo ci siamo suddivisi i compiti con i carabinieri ma nel frattempo il settore di polizia di frontiera aveva rintracciato in stazione un altro possibile autore dei fatti, nigeriano, perché corrispondeva a una descrizione fisica diramata il ragazzo è stato arrestato perché rientrato in Italia senza autorizzazione».

«Ero di servizio di pattuglia con turno serale al momento dell’inizio servizio, verso le ore 18.30- spiega un altro funzionario di polizia- eravamo stati informati che c’era stata una risa alla foce del fiume Roja e che forse erano coinvolti alcuni cittadini stranieri a seguito di cui uno si era gettato in mare senza più riemergere per scappare ad una presunta sassaiola. Erano state diramate ricerche di nigeriani e una sommaria descrizione era: capelli rasta , uno bermuda mimetici, un alto maglietta bianca e rossa e un altro sempre nigeriano con rasta maglietta nera e occhiali rayban».

«Alle ore 20 venivo notiziato dalla sala operativa che un collega che aveva fatto turno pomeriggio aveva riconosciuto uno dei ricercati presso il buffet della stazione Ventimiglia dove era presente questa persona corrispondente alla descrizione di uno dei tre. Già un indiziato che era stato scortato dalla stazione dei carabinieri per una identificazione per poi apprendere che lo stesso era in possesso di un asilo francese in data 22 maggio 2019 ed è stato arrestato perché destinatario provvedimento di espulsione dal Prefetto di Imperia e Questore ed era rientrato non ottemperando ai termini di leggi. Lo stesso era stato denunciato a piede libero per i fatti non potendo lasciare libero sul territorio ho dovuto prenderlo in custodia».

Dopo pochi giorni il mare restituisce un corpo, è il 3 giugno del 2019 quando arriva una chiamata al commissariato dove i poliziotti vengono a sapere di un cadavere in acqua.

«Il 3 giugno siamo stati contattato alle 7.45 da un nostro collega di una persona di un cadavere alla foce del Roja. Ci siamo recati subito sl posto – spiega un Sovrintendente capo della polizia di frontiera di Ventimiglia- e abbiamo immediatamente contatto la polizia scientifica e il commissariato. Per evitare che il portafogli si deteriorasse lo abbiamo prelevato ed identificato la persona deceduta. Rilievi della scientifica hanno confermato che era la persona offesa. Era con il viso sul bagnasciuga , con una parte del viso priva di pigmentazione, era vestito, nessuna lesione, aveva altri oggetti tra cui 5 euro, una banconota nigeriana ,la tessera sanitaria e poco distante dal corpo due cellulari. La polizia postale ha provato ad analizzarli ma erano ossidati, dopodiché abbiamo chiamato il medico legale».

«Siamo stati chiamati perché mare aveva restituito un cadavere – conclude un sovrintendente commissariato Ventimiglia- e quando siamo arrivati era sulla battigia abbiamo fatto in modo di portarlo all’asciutto poi abbiamo fatto le foto del caso al cadavere parte superiore, inferiore e abbiamo notato che si persa pigmentazione del  viso e mani. Dopo abbiamo preso le impronte digitali con inchiostro identificazione, e dopodiché abbiamo inserito dati del data base e ci ha dato l’identità del cadavere».

Al termine dell’audizione dei teste la corte ha rinviato l’udienza al 29 maggio alle ore 9.30

 

 

 

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